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Dalle memorie del maestro Francesco Gabrielli
Poco dopo mezzogiorno del 29 marzo 1944 un apparecchio “fortezza volante” americano, forse colpito dalla contraerea dopo un bombardamento su Bolzano, spuntò dalla parte della montagna Feudo e sganciò un grappolo di bombe, da 500 libbre cadauna.
Gli ordigni caddero esplodendo sul paese sull’asse che dalle “Fosine” (zona Hotel Vinella) arriva alla falegnameria dei Fratelli Delladio (zona cucine hotel Rosa), i cui operai avevano smesso da poco di lavorare, venne colpita anche la fabbrica d’imballaggi di Roberto Gabrielli “Beniamino”provocando il ferimento della moglie Maria Felicetti “Fifola”, la quale dalla finestra del primo piano (ora via Dolomiti 29) osservava il passaggio dell’aereo.
Ella perse un occhio e le fu amputato un braccio. Anche lo scolaro Luigi Dellantonio di Accursio “Valantin” che frequentava la prima fu ferito ad un piede e rientrò a scuola solo il 14 aprile. Il pomeriggio di quel giorno la gente camminava su vetri infranti, terra e sabbia. Si verificarono molte assenze anche nelle scuole. Scrisse una maestra della 5ª F: “Al pomeriggio alcune alunne vennero a scuola come uccellini impauriti e si strinsero a me con un’apprensione nuova, sui loro volti notai il terrore della tragedia”. Il maestro Ettore fu assente dalla scuola il pomeriggio del 29 e tutto il 30 per risistemare la sua casa (abitava sopra l’ex Panificio Sociale, ora scomparso, ubicato dove ora c’è il piazzale della casa della Gioventù, sul lato sud adiacente il parcheggio).
Una bomba cadde anche nell’orto della vecchia farmacia Agreiter facendo crollare una parte dell’ attuale muro situato lungo via Pra Maor. Un’altra bomba esplose ove attualmente si trova la casa Bosin (Trinel) corso Dolomiti 10.
Si disse che il bombardamento fu probabilmente dovuto dalla necessità di svuotare l’aereo colpito ma non si capisce perché il pilota non abbia scaricato le bombe un po’ prima in modo da non mettere in pericolo l’ incolumità di un intero paese.
In una registrazione degli allarmi, fatta dall’insegnante di 1ª T Carmela Bosin dal 12.2.1945 al 11.4.1945, risulta che la frequenza arrivava anche a 3 allarmi giornalieri (l’allarme veniva dato per mezzo della sirena collocata sull’attuale Municipio ai tempi sede scolastica).
Quasi tutti gli allarmi erano per il passaggio a bassa quota di aerei. Il giorno 16 febbraio 1945 fra le 13 e le 15 si contarono addirittura 100 “fortezze volanti” dirette a bombardare la linea ferroviaria del Brennero e lo scalo di Bolzano.
l’Arrivo Degli americani il 2 maggio 1945 alle ore 16.30 si sparse la notizia che radio Londra aveva annunciato la firma dell’ armistizio.
A Predazzo si istituì il “Comitato di Liberazione Nazionale” presieduto dal professore universitario Giuseppe Morandini “Garneleti”. Il 03 maggio 1945 le sentinelle tedesche aprono le baracche al “Cason” permettendo alla gente di entrare e fu subito un accorrere di uomini e donne in cerca di bottino.
Nella caotica situazione creatasi una guardia sparò colpendo Giacomo Morandini “Roncassi”, classe 1878, che morì il 13 maggio in seguito alle
ferite riportate.
Si legge nel diario del maestro: “Stamane alle ore 11 sono entrati a Predazzo, provenienti dal passo Rolle, gli Americani appartenenti alla Quinta Armata preceduti da giganteschi carri armati (foto sotto a sinistra) e camionette aventi sul cofano la stella americana e una coperta rosa.
La popolazione (non numerosa probabilmente per paura di rappresaglie da parte dei partigiani o dei tedeschi ancora tutti armati) accolse i liberatori con scroscianti applausi mentre le campane suonavano a distesa dopo mesi di silenzio”. Il tempo era nuvoloso e la temperatura fredda. In giornata, presso l’hotel Predazzo, avveniva la resa da parte degli ufficiali tedeschi. Partite le truppe tedesche, le aule scolastiche furono occupate dai liberatori americani fino al 7 giugno 1945 quando riconsegnate vennero pulite e il 14 giugno si ripresero le lezioni con gli scrutini per tutti senza procedere agli esami.
Il 16 giugno 1945 vennero distribuite le pagelle.
Gianmaria Bazzanella
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