A noi Schettino, a voi il Cermis – video documentario strage del Cermis

Da il 2 febbraio 2012

Il 3 febbraio 1998, esattamente 14 anni fa, un aereo militare statunitense, decollato dalla base aerea di Aviano, tranciò di netto il cavo della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. Una cabina con 20 persone a bordo precipitò al suolo da un’altezza di 110 metri. La neve si riempì di lamiere contorte e di sangue. Morirono tutti.

Gli Stati Uniti cercarono dapprima di sostenere che la cabina di trasporto fosse caduta da sola. Solo grazie al tempestivo sequestro del velivolo incriminato, ad opera della magistratura trentina, fu possibile provare la responsabilità dell’aviazione americana. Il pilota, durante il volo, aveva con sè una videocamera. Riprendeva la sua faccia sorridente. Il giorno dopo distrusse immediatamente il nastro ed ogni prova circa i reali motivi del disastro.%name A noi Schettino, a voi il Cermis   video documentario strage del Cermis

Nonostante il superamento dei limiti di velocità e nonostante l’aereo volasse a 110 metri di altezza dal suolo contro un minimo obbligatorio di 609 metri, il pilota Richard Ashby e il navigatore Joseph Schweitzer vennero dapprima prosciolti, e poi condannati dalla Corte Marziale con la sola accusa di intralcio alla giustizia, per aver bruciato il nastro della videocamera. Il pilota prese 6 mesi. Dopo 4 mesi e mezzo era fuori. Nel 2008 entrambi hanno fatto ricorso per ottenere la reintegrazione e i tutti i benefici del trattamento finanziario destinato ai militari.

Noi, è vero, abbiamo Schettino, responsabile di un “inchino” mal riuscito che noi stessi abbiamo messo alla gogna per primi. Forse perfino troppo presto, perché la Costa Crociere e la Capitaneria del Porto di Livorno al processo dovranno spiegare tante cose. Ma il paese di David Letterman, che chiede al suo pubblico quanti di loro fossero inciampati e caduti nel teatro, ha sulla coscienza la strage del Cermis, che ha cercato di coprire in tutti i modi e per la quale oggi, a distanza di 14 anni, non ha pagato nessuno.

Ci sono tanti modi di non “salire a bordo” delle proprie responsabilità. Ma se proprio dobbiamo sceglierne uno, noi preferiamo lo stato confusionario e la paura di un uomo solo rispetto alla codardia di un’intero corpo militare, alla compiacenza di una intera classe giudicante ed alla scorrettezza del Governo degli Stati Uniti che ha pagato i risarcimenti alle vittime solo quando vi si è trovata costretta dai trattati Nato, e solo per il 75% degli importi, liquidati dallo Stato italiano nella misura di 2 milioni di euro circa per ogni vittima. Almeno, noi, un De Falco l’abbiamo mostrato al mondo. Qual è stato il loro, in questo caso?

http://youtu.be/2wA0vktimsk

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