La Polizia Stradale di Cavalese trasferirà nei prossimi giorni la propria sede a Predazzo dopo…
VALLE DI FIEMME. La Comunità di valle ha incaricato la Fondazione Mach di San Michele di elaborare uno studio di fattibilità (costo 25 mila euro) per realizzare uno o più impianti di biogas a deiezioni animali in val di Fiemme. Si tratta di creare degli impianti capaci di produrre gas, principalmente metano e anidride carbonica, dalla fermentazione di liquami zootecnici.
Da tempo in Fiemme si vuole scommettere su questa fonte di energia rinnovabile ma per ora i vari tentativi sono falliti. Oltre all’investimento iniziale è necessario trovare un luogo adatto dove accentrare la raccolta della biomassa e organizzare un articolato sistema di trasporto. Il patrimonio zootecnico di Fiemme è stimato intorno ai 3300 unità di cui 1500 nella bassa valle (Cavalese e dintorni) e 1700 nella media – alta valle (Tesero, Panchià e Predazzo).
La creazione di un impianto di biogas avrebbe diversi vantaggi. Innanzitutto la produzione, economicamente vantaggiosa, di energia da fonte rinnovabile adatta anche come carburante per auto. Si calcola che con la produzione di biogas, con gli attuali incentivi, un impianto riesca a realizzare dai 70 ai 90 mila euro all’anno tenendo conto anche della manutenzione dell’impianto e l’impiego di personale. Ma il vantaggio non è solo di ordine economico.
Oggi l’attività di allevamento è concentrata in poche stalle con molti capi di bestiame. Le deiezioni vengono asportate meccanicamente, conservate in cisterne da dove vengono poi aspirate e sparse abbondantemente in primavera solo nei terreni pianeggianti su cui è possibile operare con mezzi meccanici. Questa procedura crea odori pestilenziali che possono aggravare problemi di salute nelle persone con particolari patologie. Gilberto Bonani
Nel frattempo vediamo come funziona un impianto di biogas
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