L'emendamento al decreto "Salva Roma" è stato presentato dal Nuovo centrodestra ed è stato approvato…
«La Provincia Autonoma di Bolzano – spiega il vicesindaco Klaus Ladinser – ha deliberato una legge che impone la rimozione delle cosiddette slot machine o macchinette elettroniche dai bar della città di Bolzano che hanno luoghi sensibili nel raggio di 300 metri. Prossimamente ci incontreremo con le associazioni di categoria per illustrare l’attuazione della legge e stiamo preparando una lettera per tutti gli esercenti che hanno delle macchinette all’interno dei loro locali per avvisare che entro il 15 dicembre andranno rimosse».
La dismissione riguarderà i bar, non rientrano in questa disposizione di legge le sale gioco (quelle definite tali) e le tabaccherie.Nei primi 3 mesi dell’anno si sono spesi in Alto Adige 134 milioni di euro, nei successivi due altri 125 milioni in videolottery e slot-macchine, ma solo – si fa per dire… – 28 milioni sul web, a riprova del fatto che la maggioranza dei giocatori ha oggettive difficoltà a usare il Pc. In Alto Adige c’è una legge provinciale che ha posto dei limiti all’apertura di nuove sale da gioco, prevedendo che le stesse non siano ubicate in un raggio di 300 metri da istituti scolastici di qualsiasi grado, impianti sportivi, centri giovanili o altri istituti frequentati da giovani o strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale.
Il Comune capoluogo sta reagendo di conseguenza. Prima del più recente ultimatum, aveva emanato una serie di linee guida obbligando i gestori (dei bar, delle tabaccherie o degli esercizi commerciali al cui interno sono installate apparecchiature o strumentazione informatica destinata al gioco con vincita in denaro) a delimitare gli spazi, creando ambienti ad hoc, in modo da impedire la vista agli avventori. All’interno degli ambientii per le lot machine dovrà essere prevista una videosorveglianza a circuito chiuso, installata e gestita secondo le normative vigenti in materia di privacy. Non solo. La licenza di apertura di questi locali è subordinata all’attestata formazione del personale attraverso corsi organizzati dal Comune in collaborazione con strutture private e pubbliche di comprovata esperienza nel campo della prevenzione e cura delle forme compulsive e delle dipendenze da gioco e all’obbligo di frequenza di regolari aggiornamenti.
«Sul gioco intensificheremo la nostra campagna sia sul piano istituzionale sia su quello del sostegno a chi fa prevenzione» è l’assicurazione del presidente della Provincia, Luis Durnwalder, della Svp, i cui giovani hanno chiesto ai sindaci di non concedere licenze a bar che hanno intenzione di installare le macchinette.
Francesco Dal Mas – Avvenire - 1 novembre 2012
(il nostro cartello no slot si sta diffondendo ancora.. vedi altri articoli)
Bottega Arcobaleno aderisce alla campagna “No Slot” lanciata dalla rivista Vita insieme alla Casa del Giovane di Pavia. Aderiamo dunque al manifesto (in allegato) che vuole mobilitare associazioni e persone attorno a una delle vere emergenze sociali di questi tempi: il dilagare dell’azzardo che impoverisce le famiglie. «Il gioco» recita il Manifesto, «è attività per definizione libera, ma regolata. Il rispetto di norme puramente procedurali e formali, pur mantenendosi nella lettera della legge, ne contraddice lo spirito. Dobbiamo intervenire affinché non sia più possibile alzare la bandiera bianca dell’indifferenza dinanzi a un fenomeno che rischia di erodere i più elementari legami di comunità: fiducia, solidarietà, rispetto». Intanto mentre chiudono i negozi tradizionali, è boom di aperture dei locali dove è possibile giocare, mentre anche i circoli Arci stanno studiando una strategia per difendersi dall’attacco delle macchinette dell’azzardo.
E’ possibile aderire al manifesto inviando una mail a vita@vita.it con nome e cognome scrivendo: “Io aderisco al Manifesto No Slot”
Link: Il Manifesto No Slot
Le slot machines sono vietate da oggi in Ungheria in conseguenza di un provvedimento votato a tempo di record dal Parlamento: il governo ha presentato il disegno di legge ai deputati ieri mattina, e già in serata è stato votato e approvato a larga maggioranza.
Il governo del premier conservatore Vikor Orban ha motivato la misura con la volontà di risparmiare alle famiglie povere gravi perdite economiche a causa della “passione per il gioco”, sostenendo al tempo stesso che sussisteva anche un rischio per la sicurezza nazionale. Il riferimento è probabilmente al fatto che le sale da gioco sarebbero sotto il controllo della criminalità organizzata. Il ministro dell’Interno da parte sua ha rifiutato ogni spiegazione. In Ungheria esistono fra 25mila e 30mila slot machines con un giro d’affari di circa 60 miliardi di fiorini (200 milioni di euro).
Secondo l’Associazione nazionale dei giochi di azzardo, con il divieto del governo 1.200 imprese cesseranno l’attività, mettendo a rischio 40mila posti di lavoro, dato poco plausibile, perché a un dipendente corrisponderebbero appena 5.000 euro di giocate in un anno. L’associazione vuole querelare lo Stato, e si lamenta della mancanza di certezze legali. Le imprese, afferma, hanno investito molto nel settore. Per la stampa odierna, è evidente che molti giovani senza lavoro erano «schiavi delle macchine», e la loro dipendenza generava una certa criminalità.
Avvenire 3 ottobre 2012
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