PREDAZZO - Seduta lunghissima venerdì sera per il consiglio comunale di Predazzo, con quasi quattro ore…
PREDAZZO – «Stiamo facendo tutto il possibile per non andare a gravare oltre il necessario sui cittadini, ma più di così è davvero difficile». Sono le parole di una preoccupata Maria Bosin, sindaco di Predazzo, che cura direttamente anche il bilancio e che si prepara a portarlo entro marzo all’approvazione del consiglio comunale. Il problema (che del resto preoccupa un po’ tutti i Comuni) riguarda l’Imu, la tassa sostitutiva della vecchia Ici, abolita, almeno per quanto riguardava la prima casa, dal Governo Berlusconi e reintrodotta (ed appesantita) dal cosiddetto decreto «salva Italia» del Governo Monti. Fino a quest’anno, era un’entrata importante per far fronte alle spese correnti degli enti locali. Da adesso (e dovrà essere versata entro giugno, rispetto al dicembre del passato) sarà obbligatoriamente trasferita per intero alla Provincia che la girerà allo Stato. Si parte dalla rendita catastale, alla quale va aggiunto il tradizionale 5%, oltre al 60% di rivalutazione, moltiplicando quindi per l’aliquota del 4 per mille per la prima casa di abitazione (con una detrazione di 200 euro più 50 euro per ciascun figlio a carico), del 7,60 (dal precedente 6,50) per le seconde case e le attività produttive e del 2 per mille per le azienda agricole, che prima erano esenti.
Insomma una batosta, resa ancora più pesante dal fatto che ai Comuni praticamente non arriva nemmeno un euro. Non solo, ma la Provincia Autonoma di Trento, che deve trasferire a Roma circa 16 milioni di euro (oltre 4 milioni concordati con il Governo precedente, 9 milioni legati ai 60 milioni complessivi chiesti da Roma alle Province Autonome e 3 milioni appunto di maggior gettito Imu), per recuperare almeno in parte la cifra che dovrà trasferire al Governo centrale, ha chiesto ai Comuni di aumentare l’aliquota dello 0,23%, che deve essere comunque versato a Trento e che per Predazzo corrisponde a 73.000 euro circa. Inoltre, altri 98.000 euro circa dovranno ugualmente essere versati nelle casse provinciali in base a dei parametri che fanno riferimento al numero delle case, degli abitanti e delle frazioni, oltre che alla spesa standard relativa agli anni 2007/2008, partendo dal presupposto che Predazzo è considerato tra i Comuni «meno virtuosi», in base ad un calcolo che per altro il sindaco e la responsabile della Ragioneria Maria Vinante andranno a verificare oggi, giovedì, in un incontro in Provincia. Il che, in soldoni, significa che non solo nulla arriva nelle casse comunali dalla tassa sugli immobili, ma che il Comune deve far fronte ad una mancata disponibilità di circa 171.000 euro. «Ovvio – dice il sindaco - che la cosa ci abbia creato non pochi problemi, anche se abbiamo cercato di farvi fronte non chiedendo ulteriori sacrifici ai cittadini, ma cercando di agire sulle spese, tagliando un po’ di qua e un po’ di là sui vari capitoli di bilancio ed approfittando del fatto che, a partire dal primo di aprile, il personale del nostro Museo Geologico, in base all’accordo di dicembre, sarà a carico della Museo delle Scienze di Trento. Quest’anno quindi sarà il bilancio ad assorbire i costi in più che dobbiamo comunque versare alla Provincia. In futuro si vedrà». Per chiarire meglio le cose, sarà inviata al più presto alle famiglie una nota informativa e, quando sarà il momento di pagare, gli uffici saranno a disposizione. Tenuto conto che fare i calcoli giusti diventa un’impresa da ragionieri o da commercialisti. «Noi in ogni caso – conclude Maria Bosin - faremo tutto il necessario per venire incontro alle esigenze della gente e rendere le cose il meno complicate possibili».
Mario Felicetti
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