La bufala delle suore a 180 all’ora. Padre Livio di Radio Maria dubitò per primo e ci azzeccò.

Da il 24 luglio 2009

suore La bufala delle suore a 180 all’ora. Padre Livio di Radio Maria dubitò per primo e ci azzeccò.Nessuna suora a 180 chilometri all’ora in autostrada per correre dal Papa. La notizia rimbalzata sabato scorso sulle agenzie e ripresa da molti quotidiani si è rivelata una bufala.

La polizia non avrebbe fermato nessun gruppo di suore mentre si precipitavano ad Aosta, preoccupate per la salute di benedetto XVI. Non c’è traccia di verbale di contravvenzione e le forze dell’ordine smentiscono ufficialmente. «Abbiamo pensato a uno scherzo», hanno protestato anche le suore salesiane torinesi quando hanno visto sui giornali la notizia.

E’ stato il quotidiano Avvenire a dubitare per primo della vicenda, dedicando un’inchiesta allo “strano caso delle suore” e ripercorrendo a ritroso altri fatti curiosi o eclatanti di cui hanno parlato i quotidiani, ma mai verificati.  Ad onor del vero il primo a mettere in dubbio la notizia è stato padre Livio Fanzaga nel suo commento quotidiano alla stampa del giorno di Radio Maria, e ci ha azzeccato in pieno.

Come si diffondono allora queste notizie? Sarebbe tutta farina del sacco di una coppia di avvocati, Anna Orecchioni e Giacinto Canzona. La Orecchioni ha dichiarato all’Avvenire di «non avere in mano documenti o il verbale di accertamento della Polizia» e che il suo interessamento al caso, insieme al collega Canzona, sarebbe scaturito da una telefonata della suora multata. Poi più nulla, né verbali né avvocati (Canzona oggi non è stato possibile raggiungerlo).

I due legali non sarebbero nemmeno nuovi a vicende del genere, anzi avrebbero una predilezione per le notizie “curiose”, che hanno come protagonista i religiosi, meglio se condite da particolari divertenti e purtroppo molto spesso false. La procedura è sempre la stessa, che si tratti del prete fermato sulla Milano-Torino trovato positivo all’alcool test o della novizia punita dall’ex con la pubblicazione delle foto in topless su Facebook, di prove nemmeno l’ombra. I due legali sono l’unica fonte delle notizie, e le divulgherebbero sostenendo che sarebber gli stessi protagonisti (la suora, il prete etc) a rivolgersi a loro.

Lo stesso Canzona, scrive ancora l’Avvenire, è il protagonista di un fatto di cronaca “curioso” che anni fa ebbe la ribalta nazionale: il Senato accademico della Sapienza di Roma, annullò la sua laurea in giurisprudenza conseguita nel ’96 con la motivazione di tempi troppo brevi (tre anni). Canzona prese un’altra laurea ma risultò che nel periodo intercorso tra una e l’altra lo studente aveva già cominciato a praticare la professione legale. Molto strano o 100% bufala.

il Messaggero .it

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