La lettera di Maria Bosin ai suoi concittadini

Da il 7 maggio 2015
maria bosin sindaco predazzo

Care Concittadine, Cari Concittadini,

abbiamo il piacere di sottoporvi il nostro programma elettorale e la presentazione delle persone che si sono rese disponibili ad impegnarsi per Predazzo nel prossimo quinquennio.

Rispetto alle tante candidature del 2010, lo scenario ora è completamente cambiato: una situazione inaspettata, che ha colto di sorpresa anche noi. Avremmo preferito confrontarci con altre proposte, in modo che fossero i cittadini a scegliere quella in cui riconoscersi.

La realtà è comunque questa e diventa ancor più importante chiedere il vostro sostegno, per portare avanti i programmi in una prospettiva di continuità. A tal proposito è doveroso un ringraziamento agli Assessori e Consiglieri uscenti: abbiamo condiviso una bella esperienza, un lavoro di squadra basato sulla reciproca stima e fiducia, che ci ha permesso di superare insieme le difficoltà. Sarà nostra cura far tesoro dello spirito di collaborazione con il quale hanno operato oltre che, in caso di esito elettorale positivo, portare a termine il lavoro da essi avviato, confidando nella loro vicinanza, anche se ovviamente in maniera diversa.

Oltre alla continuità, è importante uno sguardo al futuro e al rinnovamento: per questo siamo particolarmente grati ai tanti volti nuovi che con entusiasmo hanno deciso di intraprendere questo viaggio, in un contesto generale sicuramente difficile in termini sociali, economici e burocratici. Siamo un gruppo di persone diverse per età, esperienze e competenze professionali: questo ci permette di rispecchiare la variegata composizione della nostra comunità e quindi meglio interpretarne le sensibilità ed i bisogni. Al nostro interno abbiamo promosso un importante e stimolante confronto di idee, che ci ha portato a convergere sui programmi e gli obiettivi da raggiungere. Un dialogo che dovrà essere mantenuto nel tempo, soprattutto in questa particolare situazione dove, se ci darete fiducia, avremo un’amministrazione diversa rispetto agli schemi tradizionali di maggioranza-minoranza. Una criticità che può diventare opportunità in termini di benefici pratici per il paese, facendo convergere le energie e le potenzialità di un gruppo di persone, che con un aperto confronto, perseguono obiettivi comuni. Per non cadere nell’autoreferenzialità, ci impegneremo a continuare e potenziare il percorso di confronto con i cittadini, già intrapreso nel corso di questa legislatura con gli incontri pubblici e la consultazione popolare, in modo da dare spazio e cogliere le ragioni anche di chi vuole esprimere critiche o dissenso.

Sono molte le ragioni per cui abbiamo bisogno della vostra partecipazione. Innanzitutto, affinché le elezioni siano valide è necessario che si rechino alle urne almeno il 50% degli aventi diritto. Inoltre, ci sembra importante che esprimiate la vostra fiducia nelle persone che ritenete possano essere maggiormente adatte a rappresentare e portare avanti le vostre esigenze ed istanze (dei 36 candidati che proponiamo soltanto metà entreranno in consiglio). Infine una forte partecipazione al voto ci darà l’incoraggiamento necessario per lavorare con entusiasmo, sentendo di avere la vostra legittimazione nel compiere scelte importanti per il futuro della nostra comunità. 

Grazie! 

la candidata sindaco   Maria Bosin

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Se non venisse raggiunto il quorum del 50%,  (1820 votanti) secondo il decreto legge 71 «l’elezione sarebbe nulla». 

predazzo piazza e feudo La lettera di Maria Bosin ai suoi concittadini

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Un Commento

  1. Luca Donazzolo

    9 maggio 2015 at 14:19

    lettera predazzo democratica (7)

    Giunti ormai a pochi giorni dalla conclusione di questa campagna elettorale sento di comunicare il mio punto di vista in considerazione del fatto che più volte, in modo indiretto, sono stato richiamato ad una mancata candidatura e quindi responsabilità nell’aver lasciato il paese privo di una alternativa politica.

    Predazzo Democratica ha iniziato a interloquire con i gruppi di minoranza nei primi giorni di settembre 2014 per capire se c’era la disponibilità fra tutti (e sottolineo tutti) di iniziare un percorso comune.
    Stessa iniziativa fatta con il Partito Democratico nel mese di luglio con UPT e PATT per verificare la possibilità di replicare una coalizione provinciale nei comuni della valle di Fiemme (processo utilizzato anche in altri territori della provincia). Entrambi i tentativi si sono arenati alla fine dell’autunno scorso portando con se dinamiche e scenari assolutamente inaspettati.

    Se è vero che il tempo per costruire alternative alla amministrazione uscente c’era, non è corretto affermare che il lavoro per costruire qualcosa non ci sia stato, e non è stato neanche un tentativo dell’ultima come qualcuno ha affermato.

    In considerazione di questi scenari Predazzo Democratica da ottobre ha iniziato un processo di rinnovamento all’interno del proprio gruppo con persone più o meno giovani. Purtroppo però è venuta a mancare una parte dello “zoccolo duro” e da qui la difficoltà nel raggiungere un numero di candidati sufficiente alla presentazione della lista. Durante questo periodo, oltre a trovare ottime sinergie tra le persone coinvolte, il gruppo ha lavorato per individuare una visione di futuro, scegliendo obiettivi e strategie comuni. Abbiamo successivamente contattato altre persone e discusso con loro la nostra proposta ma, anche se considerata valida, ci evidenziavano che l’attuale amministrazione aveva potenzialità e gradimento popolare superiore ad ogni alternativa politica.
    Quando questo “mantra” ti viene ripetuto quotidianamente i dubbi crescono in modo esponenziale, da qui è cresciuto in noi il presentimento che lo spazio che potevamo occupare fosse quello destinato alle minoranze.

    Ecco quindi che qui mi trovo perfettamente in accordo con quanto scritto da Fabio Bombardelli qualche tempo fa, dopo che io stesso ho potuto verificare in consiglio comunale per due anni e mezzo il ruolo destinato ai gruppi di minoranza: nessuna partecipazione comune, nessun confronto politico (il silenzio per 5 anni dei consiglieri di maggioranza è stato imbarazzante), una comunicazione – quella del giornalino- che si assicurava il controllo degli articoli consegnati per poi rispondere agli stessi. Allora perché occupare uno spazio se in quel luogo nessuno da ascolto a quanto proponi? Certo in democrazia c’è una maggioranza ed una minoranza, ma c’è anche un confronto ideologico e politico.

    In questi giorni ho dedicato qualche ora per leggere il programma elettorale delle due liste che si sono presentate e che appoggiano la sindaca uscente, così come ho ascoltato alcuni candidati e vari “promoter”. Oggi il mio rammarico di non essere riuscito a produrre una alternativa politica è ancora più grande, ritengo che il programma elettorale e quanto proposto sia assolutamente mediocre, non ci sono visioni, obiettivi ne strategie. Un programma politico basato su quanto è stato messo in bilancio per 5 anni di amministrazione, e che di fatto oggi poco è stato realizzato (l’avanzo di amministrazione mi sembra lampante).

    E’ evidente che questo non è l’unico problema, l’allontanamento di ogni singolo cittadino dalla “Res Publica” è evidente sul tutto il territorio, infatti molte sono state le risposte:“la politica non mi interessa” “non sono portato per la politica”. Noi ci assumiamo la nostra quota di responsabilità, non essendo riusciti a presentare un’alternativa politica e progettuale; ma una parte deve essere data anche a chi, in qualità di assessore ritene che la politica di Predazzo sia esclusivamente quella dei “bolognini, i marciapiedi, le fontane”. Se questi sono i valori di una comunità, è chiaro il motivo per cui il un programma elettorale è cosi asettico, all’interno del quale non si riesce a trovare un elemento conduttore, se non quello del “è stato fatto” o meglio: “ho messo a bilancio”.

    Si parla in questi giorni di senso civico e che il voto oltre ad essere un diritto è anche un dovere. Se qualcuno di voi si prende il tempo di verificare le elezioni passate (comunali, provinciali, nazionali) nota con assoluto dispiacere che il “senso civico” viene a mancare mano a mano si sposta dal comune all’europa passando dalla provincia e la nazione (da circa il 72% dei votanti a poco più del 50%). Quindi? Parliamo di senso civico solo quando il nostro interesse è più elevato?

    Personalmente credo di vivere in uno stato democratico, questo mi permette di votare un partito, di dare delle preferenze ad una o più persone, così come mi permette di annullare la scheda elettorale o consegnarla in bianco, non solo, ma io posso decidere anche di non andare a votare. E’ una mia scelta può essere o meno condivisa, ma ognuno di noi dev’essere leggitimato nel fare quello che ritiene più opportuno per la propria comunità.

    Quindi ognuno di noi è libero di votare le persone che ritiene opportuno eleggere così come è libero di contestare non votando.

    LUCA DONAZZOLO

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