PEDIATRI, ASSUNZIONE A TEMPO INDETERMINATO all'OSPEDALE di CAVALESE (Valle di Fiemme - Trento) DUE GIORNI…
Servizi sanitari perfetti anche negli ospedali periferici 24h su 24, con disponibilità immediata di 100 nuovi posti di lavoro sia in ambito medico che tecnico-assistenziale.
L’Azienda sanitaria ha il compito di potenziare e coordinare i servizi destinati alla salute fisica e psichica di tutta la popolazione, avvalendosi per questo delle seguenti competenze delegate: l’educazione sanitaria, l’igiene dell’ambiente, salvo le funzioni della Provincia, la prevenzione individuale e collettiva delle malattie fisiche e psichiche, la protezione sanitaria materno-infantile ed assistenza pediatrica, l’igiene e medicina scolastica e del lavoro, la medicina dello sport, l’assistenza medico-generica e infermieristica, domiciliare ed ambulatoriale, l’assistenza medicospecialistica, l’assistenza ospedaliera, la riabilitazione, l’assistenza farmaceutica, l’igiene della produzione, lavorazione, distribuzione e commercio degli alimenti e delle bevande, la profilassi e polizia veterinaria, gli accertamenti, certificazioni e ogni altra prestazione medico-legale spettanti al Servizio sanitario provinciale.
Tutto questo accade nella vicinissima Provincia di Bolzano che dal 25 novembre 2015 non ha chiuso alcun servizio assistenziale neanche per un’ora in tutti gli ospedali territoriali periferici, ma che ora assume altri 100 operatori per potenziare ulteriormente il servizio sanitario.
Mentre in Trentino si assiste all’estenuante agonia degli ospedali di valle che da oltre 110 giorni funzionano a singhiozzo gestendo le emergenze in orario d’ufficio lasciando in balìa della buona o cattiva sorte i malcapitati che ne avessero bisogno nelle restanti fasce orarie (e quando si superano i 3 mesi diventa una situazione di emergenza dalla durata tipicamente italiana…)
Molti episodi rischiosi si sono verificati in questi 110 giorni di disservizi forzati, molti dei quali sarebbero più che degni di cronaca.
A gran fatica ci limitiamo per ora a serrare ancora una volta le guarnizioni della pazienza, in fiduciosa ed orante attesa che le cose riprendano a funzionare come un tempo, certi che i nostri politici sapranno mantenere, (ripetiamo MANTENERE!) le pubbliche promesse fin qui espresse.
Non ci resta che sperare nel futuro magari ricordandoci come, anche in un passato recente, davamo per scontato dei servizi che oggi vengono a mancare per ragioni meramente politiche o organizzative (è appurato da tempo che non mancano i fondi e che la sicurezza passa anche dal decentramento della sanità sui territori lontani dai grossi centri).
Forse ha ragione Veronika, chi sta tenendo in piedi la fiducia ed evitando episodi ancora più gravi sono gli angeli su questa Terra, presenti anche nell’ospedale di Cavalese, caparbiamente pronti ad assumersi anche le responsabilità che non sono loro. Ha ragione lei che per non dare per scontato nulla e per sostenerli in questi lunghissimi mesi di incertezza ha scritto una lettera di ringraziamento, per essere in Vita, oggi, in Val di Fiemme!
Mi chiamo Veronika e sono una ragazza di Predazzo, sto seguendo gli avvenimenti relativi al nostro Ospedale di Fiemme e trovo sia fondamentale la vostra presenza e la vostra lotta quotidiana contro le imposizioni dettate da leggi sbagliate.
Io sono nata nel 1991 in una giornata di pieno inverno, c’erano i Mondiali di sci in Valle quell’anno e nevicava forte. L’arrivo era previsto per il 12 di marzo, ma ho fatto il contrario di Trenitalia, ho preferito prendermi in largo anticipo e così a 35 settimane è successo il patatracchete. Mia madre soffriva di pressione alta ed era tenuta sotto controllo, ma quella mattina le è pigliato un distacco di placenta con emorragia! Allora, a casa mia non c’era il telefono, la macchina sulle strade (molto) poco sicura, hai voglia a chiamare elicotteri!!! I miei vennero a Cavalese di corsa e il reparto accolse mia madre e me con cura e attenzione. La dottoressa che la aveva seguita durante tutta la gravidanza quel giorno non era presente in quanto volontaria ai Mondiali.
Una mattina dedicata ad una nascita, la pressione di mia madre che saliva e un alto rischio per entrambe… parto cesareo e intanto l’ambulanza con l’incubatrice che saliva da Trento per trasferirmi alla Neonatologia di Trento. Sono rimasta lì per 17 giorni.
Ogni giorno ringrazio la Vita per esserci, i miei genitori per avermi voluta e data alla luce, e ringrazio anche voi perché se non ci fosse stato il reparto preparato alle emergenze io oggi non sarei qui a scrivervi, e come me tanti e tanti altri.
Credo che accompagnare una mamma e una famiglia verso l’arrivo di un figlio sia come essere una lanterna nel buio. Ogni persona ha dentro sé mille paure, molte domande, a volte si ha bisogno solo di una parola o di un appoggio, di un consulto con chi comprende e può capire, con tatto ma coscienza.
Voi siete questo, si può dire? Penso proprio di sì, o almeno io lo dico.
Siete giardinieri di un campo di Vita, questa è la realtà, e nessuno merita di estirpare nemmeno un filo d’erba da questo campo, né un fiore.
Continuate a combattere per il nostro ospedale e avete tutto l’appoggio mio e di molte persone che, se pur silenti, fanno il tifo perché questa Valle possa veder nascere e sorridere tanti altri piccoli boccioli.
Ricordatevi che nessuno è solo, nessuno. Siamo tutti soli splendenti, e voi lo siete un po’ di più perché illuminate la strada a chi incontrate tra quelle mura.
CREDERCI SEMPRE, ARRENDERSI MAI!
Questo il mio pensiero, spero di non aver detto nulla di sbagliato ma ci tenevo a scrivervi due righe (moltiplicate per due, per quattro e per sei…) per esprimere il mio parere, ecco tutto.
Vi auguro buon lavoro e vi ringrazio ancora di Cuore.
Per me e per tutti quelli che avete aiutato e aiutate con dedizione e amore ogni giorno.
Veronica Dellantonio.
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anna
16 marzo 2016 at 21:02
Grazie Veronica, sono un’infermiera che lavora in ostetricia. Ho letto la tua lettera che mi ha toccato il cuore e mi ha dato calore, forza, grinta di andare avanti nonostante tutto.