Mercoledì 22 febbraio alle ore 20.30 presso l’aula magna del Municipio di Predazzo La tutela…
Nel giorno in cui la Provincia di Bolzano annuncia che lascia il programma di reinserimento nelle Alpi di orsi e lupi sindaci e allevatori delle valli di Fiemme e Fassa lanciano l’allarme:”I lupi ci costringeranno ad abbandonare l’alpeggio”.
Mentre le predazioni del lupo si contano quasi ogni giorno sulle nostre montagne, non ultima quella di giovedì scorso sul Lastè del Lusia dove sono state trovate 2 capre sbranate, (dopo i due agnellini di Canvere, 2 pecore a Larcionè, il vitellino di Degoia.. ecc) si fa avanti la proposta del vicino Alto Adige che ha annunciato l’uscita dai progetti per il ripopolamento degli orsi e dei lupi, Life Ursus e WolfAlps e chiede in sede europea un allentamento della disposizione di tutela per i lupi, in quanto l’animale non rientra più tra le specie minacciate di estinzione”. Vediamo anche come si stanno comportando le regioni a noi vicine, ad esempio il governo francese aveva già deliberato a fine luglio l’abbattimento di una quarantina di lupi nelle aree montuose, dove le pecore sarebbero sotto attacco.
Siamo convinti che bisogna porsi sempre delle domande, informarsi, cercare di mettersi nei panni di chi vive la montagna e vedere anche come le decisioni vengono prese, riguardo al lupo, in altre località a noi vicine.
“Questa è una delle più belle foto del rifugio Pertini.
Rifugio che ho la fortuna di gestire a cinque anni.
Da due giorni però è cambiato qualcosa…
C’e’ uno strano silenzio qui.
Non si sentono più le campanelle delle pecore, gli agnellini che con il loro belare chiamano la mamma, le loro corse lungo i pendii…
Tutti gli animali che pascolavano in zona sono stati riportati in fondovalle, questo perché sono state ritrovate 7 pecore predate molto probabilmente da una coppia di lupi.
Improponibile per i pastori pensare di raggruppare ogni sera 400 pecore sparse su 200 ettari di pascolo e metterle in un recinto o cercare di difenderle con cani adatti allo scopo.
Penso sia normale porsi delle domande…
Se la nostra società o almeno parte di essa accetta la presenza/convivenza del lupo sulle Alpi…
Se gli allevatori abbandonano questi luoghi… chi salirà a mantenere le strutture? Le malghe le baite, le strade, i sentieri…
Chi taglierà l’erba su pendii a oltre 2000 metri di quota con pendenze superiori ai 40 gradi?
Chi manterrà questo nostro bel territorio frutto di tanto lavoro dei nostri avi?
Dopo le manifestazioni in città, gli animalisti saliranno in montagna con falce e rastrello per tagliare l’erba e arrestare l’avanzata del bosco sul pascolo?
Si possono prendere diverse decisioni… ma bisogna essere ben consapevoli delle loro conseguenze.”
Come ormai sappiamo il lupo come l’orso godono di protezione internazionale. Qui da noi non esistono ancora branchi numerosi da compromettere il pascolo alpino. I casi di predazione registrati finora sono discontinui e variegati sul territorio. Mentre si discute sulle strategie da adottare per prevenire gli attacchi ed il successivo risarcimento del danno al contadino, si prospettano tempi assai lunghi per eventuali abbattimenti di lupi meticci che sono tra i più pericolosi, non per l’uomo ma per le greggi.
(ANSA) – BOLZANO, 31 AGO – La Provincia di Bolzano ha annunciato l’uscita dai progetti per il ripopolamento degli orsi e dei lupi, Life Ursus e WolfAlps. “Ora passiamo all’attacco”, afferma l’assessore provinciale Arnold Schuler su Facebook, in riferimento alle recenti incursioni, sopratutto ai danni di pecore in Alto Adige.
“Con il governatore Arno Kompatscher faremo pressione a Roma e Bruxelles per introdurre un tetto massimo per i lupi”, scrive Schuler, annunciando la revoca del contratto del progetto Life Ursus.
Inoltre, prosegue, la Provincia autonoma di Bolzano farà pressione sul Parco nazionale dello Stelvio per interrompere la collaborazione anche il progetto per il ripopolamento dei lupi, WolfAlps. “Non sarà facile, ma proseguiamo su questa strada con convinzione”, conclude.
Via libera del governo francese all’abbattimento di una quarantina di lupi nelle aree montuose, dove le pecore sarebbero sotto attacco. Oltre 8mila animali da allevamento, soprattutto pecore, sono stati uccisi dai lupi l’anno scorso, in gran parte nel sud-est del paese, ai nostri confini. Gli agricoltori sostengono che le recinzioni elettriche e i cani da guardianìa sono impotenti davanti ai questi predatori e richiedono un’azione di contenimento. La situazione nell’area è tesa da tempo. L’anno scorso il Giro d’Italia, che aveva un lupetto rosa come mascotte, dovette censurare il simpatico e inoffensivo testimonial “Lupo Wolfie” nelle tappe che valicavano il confine: irritava gli allevatori locali.
E così il governo francese ha dato luce verde al prelievo di quaranta lupi al massimo entro luglio 2018, come nel 2016/2017, poco più del 10% della popolazione di lupi della Francia, che è in crescita. Secondo i dati della rete di Wolf-Lynx dell’Ufficio Nazionale Caccia e Fauna Selvatica (ONCFS), pubblicato lo scorso 23 maggio, sarebbero 360 i lupi sul suolo francese, contro i 292 dell’ultimo conteggio pubblicato nel 2016, e con un ragguardevole incremento del 23%. Le modalità del prelievo sono queste: i primi 32 lupi vengono uccisi in battute di caccia organizzate; in seguito, gli agricoltori possono sparare al lupo solo per impedirgli un attacco imminente o di terminare una predazione già in corso, per un’ulteriore quota di otto lupi.
La Svizzera torna alla carica per ottenere una revisione della Convenzione di Berna. Il 23 agosto 2017 il Consiglio federale (governo) svizzero ha approvato la proposta di rinegoziazione con il Comitato permanente della convenzione internazionale di Berna tendente a declassare il lupo da “specie assolutamente protetta” (Allegato II) a specie faunistica “protetta” (Allegato III). La proposta era stata avanzata da canton Vallese al parlamento ed aveva avuto, dopo alterne vicende e votazioni, il parere favorevole della commissione incaricata di esaminarla del Consiglio degli stati (camera alta). L’iniziativa svizzera avrebbe certo più forza se affiancata da altri paesi come Francia e Italia ma la politica è ostaggio della demagogia animalista e della tecnocrazia verde. LEGGI TUTTO
Malga FIARA , altopiano di Asiago. Questa predazione di 2 pecore e 3 agnelli, è stata fatta all’interno di un recinto elettrificato, fornito dalla Regione Veneto agli allevatori. Questa è la prova lampante che i RECINTI NON FUNZIONANO, è la prova del fallimento del Progetto LIFE WolfAlps ed è la dimostrazione di come vengono sprecate le risorse. https://www.facebook.com/pecoreebuoi/posts/718174338367961
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