Avvisi Parrocchia 15/22 maggio

Da il 14 maggio 2016
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Si ricorda la celebrazione feriale della S. Messa tutti i giorni ad ore 8.15 e la recita del S. Rosario tutte le sere ad ore 20.00, domani nella chiesetta del cimitero.

Alla celebrazione del Rosario sono invitati anche bambini e ragazzi come già ricordato

Venerdì il Santo Rosario, animato da Ospitalità Tridentina, si terrà sulla strada della campagna lungo i capitelli che descrivono i misteri fino al capitello della Madonna de La Salette; il ritrovo sarà ad ore 20.00 all’incrocio fra via Morandini-via Portela-via Degregorio e via Rasmo; in caso di pioggia sarà recitato in chiesa

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 La preghiera a San Michele arcangelo alla fine della Messa

Alcuni rimpiangono la preghiera a San Michele arcangelo alla fine della messa, ma chi ha sperimentato la potente protezione che deriva da questa preghiera non può non rimpiangerla soprattutto recitandola alla fine della Santa Messa. Padre Amorth diverse volte e in molti suoi libri ci ricorda l’importanza della preghiera a San Michele Arcangelo, qualcuno ci spiegasse perchè non dovrebbe essere reintrodotta alla fine di ogni Messa.

Molti ricordano come, prima della riforma liturgica dovuta al concilio Vaticano II, il celebrante e i fedeli si mettevano in ginocchio alla fine di ogni messa, per recitare una preghiera alla Madonna ed una a S. Michele arcangelo. Riportiamo il testo di quest’ultima, perché è una preghiera bella, che può essere recitata da tutti con frutto:

«San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; contro le malvagità e le insidie del diavolo sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spinti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime».

Come è nata questa preghiera? Trascrivo quanto pubblicò la rivista Ephemerides Liturgicae, nel 1955, pagg. 58-59.

P. Domenico Pechenino scrive: «Non ricordo l’anno preciso. Un mattino il grande Pontefice Leone XIII aveva celebrato la S. Messa e stava assistendone un’altra, di ringraziamento, come al solito. Ad un tratto lo si vide drizzare energicamente il capo, poi fissare qualche cosa al di sopra del capo del celebrante. Guardava fisso, senza batter palpebra, ma con un senso di terrore. e di meraviglia, cambiando colore e lineamenti. Qualcosa di strano, di grande avveniva in lui.

Finalmente, come rivenendo in sé, dando un leggero ma energico tocco di mano, si alza. Lo si vede avviarsi verso il suo studio privato. I familiari lo seguono con premura e ansiosi. Gli dicono sommessamente: Santo Padre, non si sente bene? Ha bisogno di qualcosa? Risponde: Niente, niente. Dopo una mezz’ora fa chiamare il Segretario della Congregazione dei Riti e, porgendogli un foglio, gli ingiunge di farlo stampare e di farlo pervenire a tutti gli Ordinari del mondo. Che cosa conteneva? La preghiera che recitiamo al termine della Messa insieme al popolo, con la supplica a Maria e l’infocata invocazione al Principe delle milizie celesti, implorando Dio che ricacci Satana nell’inferno».

In quello scritto si ordinava anche di recitare tali preghiere in ginocchio.

Come si vede la tremenda presenza di Satana è stata tenuta presente con molta chiarezza dai successivi Pontefici; e l’intenzione aggiunta da Pio XI toccava il centro delle false dottrine seminate nel nostro secolo e che tuttora avvelenano la vita non solo dei popoli, ma degli stessi teologi. Se poi le disposizioni di Pio XI non sono state osservate, è colpa di coloro a cui erano state affidate; certamente si integravano bene con gli avvenimenti carismatici che il Signore aveva dato all’umanità attraverso le apparizioni di Fatima, pur essendo indipendenti da esse: Fatima allora era ancora sconosciuta nel mondo.
Tratto da “Un Esorcista racconta”

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