Calcio, addio a Stefano Borgonovo, eroe della lotta alla Sla

Da il 27 giugno 2013
stefano borgonovo

Lutto nel mondo del calcio e non solo. E’ morto Stefano Borgonovo, calciatore della nazionale, del Milan, della Fiorentina ( con la maglia viola ha formato per anni insieme a Roberto Baggio la coppia “B2″) bravissimo calciatore ma anche simbolo di grande combattente per la sua lotta contro la malattia che oggi l’ha ucciso, quella che lui chiamava “la stronza”. Era la Sla, Sclerosi Laterale Amiotrofica, malattia del sistema nervoso, per cui si è battuto, non solo per raccogliere fondi per la ricerca di cure e cause, ma anche per sensibilizzare il mondo su questa misteriosa e progressiva malattia neurodegenerativa.

La sua Fondazione ha raccolto fondi per la ricerca, lui stesso in carrozzina è sceso più volte in campo insieme alla sua inseparabile moglie Chantal.

Stefano Borgonovo aveva 49 anni e da lungo tempo lottava contro la Sla. Il campione di Giussano lascia la moglie Chantal e ai figli Andrea, Alessandria, Benedetta e Gaia. Era nato il 17 marzo 1964. Ha militato come giocatore nel Como, Milan, Fiorentina, Pescara, Udinese e Brescia, oltre ad aver vestito la maglia della nazionale che questa sera contro la Spagna per la semifinale di Confederations Cup, sta giocando con il lutto al braccio.

Il Milan saluta il calciatore attraverso un messaggio sul sito internet: “Ciao Campione! Voleremo sempre con te sotto la pioggia di Monaco di Baviera. Anche nella malattia sei stato grande. Il campione di Giussano restera’ sempre con noi. La sua scomparsa di oggi ci fa stringere alla moglie e ai figli, una splendida famiglia. Forza e dignità, tutto questo è stato Stefano e tutto questo sono stati i suoi cari”, si legge sul sito. Grande amico di Carlo Ancelotti, di Mauro Tassotti, di tutto il Milan, campione di quella Brianza cui il presidente Berlusconi e Adriano Galliani sono legatissimi. “Contro la Sla, contro la “stronza”, Stefano e il Milan hanno fatto tutto quello che potevano, la partita per questa volta l’ha vinta lei ma tanti gol glieli abbiamo fatti”, scrive ancora il sito rossonero.

“Tutta la Fondazione Milan ha lavorato e lavorerà ancora con Chantal, per fare ancora di più oggi che Stefano non sarà più fisicamente con noi. L’eroe di Monaco di Baviera (suo il gol decisivo per la qualificazione alla Finale di coppa dei Campioni del 1990 contro il Bayern), è diventato un esempio di vita. Tutte le visite di Roberto Baggio, di Pippo Inzaghi, di David Beckham, di tanti altri non sono state inutili. Sono state vita. Vita vera, vita sentita e vissuta. Fino in fondo”.

Tanti i ricordi e i saluti degli amici e compagni di una vita. “Grazie per l’insegnamento che hai dato a tutti noi”, scrive Carlo Ancellotti su Twitter, “Ciao Stefano, amico mio”. “Ciao Eroe”, scrive invece Roberto Baggio. Gli fa eco Arrigo Sacchi: “Mi dà un dispiacere enorme, lo avevo sentito tra la semifinale e la finale dei campionati europei Under 21. Un ragazzo che ha lottato con una forza interiore e una dignità straordinarie, contro una bruttissima malattia come la Sla, per oltre 10 anni. Un eroe. E’ stato davvero sfortunato -prosegue l’ex allenatore del Milan che allenò Borgonovo nella stagione 1989-90- ma ha dimostrato una voglia di vivere e di stare con la sua famiglia davvero uniche. Fu fondamentale nella nostra vittoria della Coppa dei Campioni nel 1990, quando segnò un gol decisivo nella semifinale contro il Bayern, ma di lui più che le qualità calcistiche, ricorderò sempre la voglia di vivere e di lottare.

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2 Commenti

  1. cesare

    28 giugno 2013 at 08:47

    La scomparsa di Stefano Borgonovo ci deve far meditare. Bisogna pensare, nella vita, anche alle persone più sfortunate, toccate da prove indelebili, da malattie capaci di distruggere chiunque, oltre che fisicamente, anche moralmente. Non è che ci rattristi pensare a loro, piuttosto ci aiuta, ci è di esempio. Come la storia di Chiara M., così quella di Stefano si veste di Luce e ci illumina. L’uomo è impotente di fronte a certi eventi, ma vince sempre alla fine, con la sua voglia di combattere, di reagire ad un destino che, ghignando crudele, lo ha vigliaccamente colpito. Stefano di certo non ha ucciso la SLA, lei l’ha fatto, ma lui l’ha sicuramente messa alle corde!

    Cesare
    _______

    P.S.
    Vi rimando a “Eri un Campione”, nel Forum di questo Blog.

  2. MICHELANGELO

    28 giugno 2013 at 18:45

    Mi sono sempre chiesto a proposito di questi sfortunati che non hanno fatto nulla per meritarselo: quanto le Istituzioni si fanno carico di simili situazioni di gravissimo disagio non solo psicologico, ma anche finanziario sia per l’ammalato che per chi gli sta vicino 24 ore su 24? Come può riuscire una famiglia normale ad affrontare un peso (non in senso negativo) del genere, nel tentativo di alleviare il più possibile le sofferenze e magari tentare qualche soluzione o prospettiva di un minimo miglioramento? Certamente noi possiamo fare ben poco, se non esprimere ammirazione e vicinanza, ma non so se questo può essere di sollievo a chi vive per anni questo dramma. E quelli che non possiedono questa forza di combattere e reagire o non sono sostenuti (nel caso di chi crede) dalla forza delle Fede? Che cosa pensiamo di chi sceglie diversamente perché ritiene che questo non sia vivere da persona?
    Tempo fa il teologo Vito Mancusa ha scritto un illuminante articolo al riguardo su “la Repubblica”, che qui non si può riportare, ma è facile recuperarlo con i mezzi della moderna tecnologia.

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