SERATA DEDICATA AL CRISTO PENSANTE DELLE DOLOMITI SABATO 12 LUGLIO ore 20,45 - BELLAMONTE (TN)…
di Andrea Selva - PASSO ROLLE. Sono 25 mila i turisti che durante l’estate sono saliti sulla vetta del Castellazzo, nel cuore del parco di Paneveggio, per rendere omaggio al Cristo pensante. E il numero potrebbe salire a 40 mila nel corso dell’autunno.
Tanti. Troppi secondo alcuni. E dal fronte del Primiero cominciano a sollevarsi le prime proteste: prima sono stati i pescatori, con una nota diffusa dal presidente Mario Scalet, a prendere posizione denunciando l’eccessivo “traffico” di escursionisti che rischia di rovinare l’ambiente e proponendo addirittura di far pagare il biglietto e di spostare la statua in un posto più accessibile (ad esempio passo Rolle) con la presenza di bagni e altri servizi a disposizione dei visitatori.
Poi è intervenuto l’insegnante e consigliere della comunità del Primiero Flavio Taufer che ha distribuito su internet e attraverso un volantinaggio una dura critica all’intera “operazione Cristo pensante”. Dice Taufer che quello che è successo in cima al Castellazzo è “inammissibile” e per ricostruire la vicenda (a modo suo) ha diffuso una sorta di dossier in due puntate in cui vengono descritti i rapporti tra i protagonisti di questa vicenda: da Pino Dellasega (che ha avuto l’idea), alle Apt di Fiemme e Primiero (che l’hanno sostenuta assieme alla Provincia), passando per l’Esercito (che ha collaborato a portare il Cristo in quota) e Paolo Brosio che l’ha fatto conoscere alle masse. La conclusione? “Bisogna tornare a pensare come pensa la montagna” conclude Taufer, augurandosi che il Castellazzo possa tornare com’era prima dell’invasione. Per lui il Cristo pensante è “un’invenzione di un genio del marketing turistico come Dellasega” che ieri – sulla strada del ritorno da Medjugorje – ci ha fatto avere una presa di posizione che pubblichiamo qui sotto e ha replicato: «Il marketing in questo caso non c’entra proprio niente» (articolo completo qui)
La replica di Dellasega: «Fa più rumore una facile critica di 100 mila volti soddisfatti»
di Pino Dellasega
Come ideatore del Cristo pensante, rispondo solo perché sollecitato dalla redazione del Trentino a replicare alle critiche giunte nei giorni scorsi. Si parla giustamente di sporcizia, anche se a mio parere il signor Scalet dell’Associazione pescatori ha calcato decisamente la mano su quella descritta sul Castellazzo e a questo proposito vorrei anche sottolineare che, con cadenza settimanale, mi occupo personalmente di raccogliere i fazzoletti di carta abbandonati sui sentieri e nelle grotte del Castellazzo.
Purtroppo sulle nostre montagne i rifiuti ci sono ovunque e posso dire di averne visti molti anche in altre zone del Parco, trasformate in veri immondezzai all’aperto. Con il tempo, quello che è venuto a mancare è il rispetto e la “cultura” della montagna. Per noi che da sempre viviamo con e della montagna, non è neppure pensabile l’idea di abbandonare su di essa i nostri rifiuti. Con il turismo sono arrivati nuovi fruitori della montagna, per i quali non è sempre scontato il rispetto dell’integrità della stessa.
Dato che il turismo è per noi prezioso e cerchiamo di incentivarlo con ogni mezzo, io credo che ciò che deve essere promosso con vigore sia il rispetto della natura. Si devono educare le persone all’amore per il territorio, in modo tale che capiscano che la sua salvaguardia e la sua tutela sono per il bene dell’umanità. Per salvaguardare un patrimonio è più logico mettere barriere e biglietti d’ingresso, oppure è preferibile educare le presenti e future generazioni al rispetto di quel territorio?
Altrimenti rischiamo che anche “Dolomiti patrimonio dell’umanità” rimanga solo un marchio a vantaggio di pochi.
Il Cristo pensante è arrivato sulla vetta del Castellazzo il 16 giugno 2009, dopo un lungo cammino e con tutte le autorizzazioni necessarie. Da allora ha attirato a Passo Rolle migliaia di persone, per migliaia di motivi diversi. Una zona che sembrava sul viale del tramonto, ha avuto nuova linfa ed ha portato in montagna persone di tutte le età: singoli camminatori, comitive grandi e piccole. Vedere quei gruppi che salgono felici i nostri monti mi riempie di gioia ed attenua l’amarezza delle critiche che ho sentito negli ultimi anni. C’è chi si appella alla religione e chi si appella al rispetto del Parco Naturale; io rispetto le opinioni di tutti e sono aperto al confronto. Credo però che la soluzione non sia quella di togliere il Cristo pensante dalla Sua cattedrale naturale; dato che il Gesù di pietra e la Sua croce sono diventati un punto di riferimento per migliaia di persone, soprattutto dei giovani che attraverso di Esso hanno riscoperto la montagna.
Posso affermare inoltre con certezza che anche il turismo della nostra Provincia ha beneficiato di questa iniziativa. Molte volte ci si lamenta della carenza di idee nuove ed interessanti, e poi – quando qualcuno riesce a realizzarle – non si perde tempo ad osteggiarle. Purtroppo, in una società ormai abituata a cercare vie brevi per farsi pubblicità, fa più rumore una facile critica sul giornale che centomila volti soddisfatti per essere arrivati al cospetto del Gesù pensante.
Credo sia molto utile invece una sistemazione dei sentieri che portano ad esso, cosa che saggiamente il Parco ha già iniziato a fare. Credo inoltre che sarebbe tempo di togliere gli ormai dismessi e deturpanti tralicci dell’alta tensione che svettano sui prati sotto il Castellazzo e che mi stupisco non siano stati notati dal signor Scalet.
Di far pagare biglietti per vedere il Cristo pensante non voglio neppure sentire parlare: le Dolomiti sono patrimonio dell’umanità e far pagare l’accesso al Cristo pensante, come proposto da Scalet, sarebbe vergognoso. Inoltre andrebbe contro uno dei presupposti alla base della scelta di metterlo su quella cima, ossia la possibilità di essere facilmente accessibile a tutti e senza la necessità di prendere impianti, quindi gratuitamente.
Se fosse necessario, potrei raccogliere in brevissimo tempo centinaia di migliaia di firme e testimonianze spontanee a favore del mantenimento del Cristo pensante sul Castellazzo, ma confido nella lungimiranza dimostrata fino ad ora dai nostri amministratori nella difesa della attuale locazione.
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I fotoreporter di PredazzoBlog hanno notato già da tempo la lunga fila di tralicci inutilizzati alti 30 metri che attraversano per intero uno degli scenari più belli delle Dolomiti. Questi tralicci inutilizzati non rischiano più di rovinare l’ambiente perchè di fatto già lo fanno, ed è strano che i pescatori non se ne siano nemmeno accorti, ..del resto anche “uccidere i pesci” serve molto all’ambiente..
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Mauro Morandini
6 ottobre 2012 at 10:36
Riporto alcuni commenti apparsi su FB riguardo a questo articolo:
Patrizia Valenziano …che triste…noi siamo saliti quest’estate e sinceramente posso dire che i sentieri sono in buon stato e non ho trovato e visto in giro tutta l’immondizia che si dice lasciata dai passanti…personalmente mi han disturbato molto di più la presenza dei tralicci nel parco…sarà che noi arriviamo dal Piemonte dove purtroppo si trovano sentieri disastrati e veramente a volte molta più sporcizia…concordo con Pino Dellasega dove dice che manca la cultura, aggiungerei manca il rispetto verso le persone e le cose, questo è un problema generale e non perchè migliaia di persone salgono al Cristo Pensante…l’ignoranza, l’indifferenza e la maleducazione della gente si incontra ormai per strada ogni giorno purtroppo…pensare che Il Cristo possa essere rimosso da quello che sembra essere il suo posto naturale per quelle che non mi sembrano giustificate motivazioni ma quasi l’invidia di qualcuno mi riempie il cuore di tristezza…
Alan Morandini – Levar na polemica par en balo’t me sa en cin masa !!!!!!cmq …
Modesto Desilvestro – solo perchè chi ha avuto la brillante idea è della valle di Fiemme e non va bene ????
alberto
7 ottobre 2012 at 11:16
Di tralicci ed impianti sciistici ( obsoleti o mai entrati in funzione)abbandonati abbonda tutto l’arco alpino, sarebbe ora di far pulizia.Favorevole al sentiero rinforzato , all’anello a senso unico, con bagni collocati non proprio lungo il percorso ma almeno all’inizio e al termine, ad un ripristino delle opere di difesa come avvenuto attorno alle 5 torri di Cortina .Guide ecologiche che sanzionino i comportamenti scorretti, cartelli con norme ed esplicativi ( in stile discreto). Trovo snob il conteggio ed il numero chiuso, l’eccessivo passaggio dipende dalla collocazione estiva prevalente delle vacanze in Italia .Sono stato alle Tre Cime in Luglio, ma ho provato piacere nell’incontrare tantissime persone educate e..di tutte le razze e lingue del Mondo, con scambio di sorrisi, scatti di foto e ripasso di Inglese scolastico, tedesco .Piuttosto non sopporto le motoslitte con rimorchio che in inverno rovinano il percorso di gite scialpinistiche silenziose ed incantate, per portare ad abboffarsi torme di buongustai in sovrappeso.
Marco
8 ottobre 2012 at 11:01
-citazione “Dato che il turismo è per noi prezioso e cerchiamo di incentivarlo con ogni mezzo”
Io ci aggiungerei “con ogni mezzo e a qualsiasi costo”
A costo di spettacolarizzare e rendere ridicola la montragna.
A costo di devastare il territorio della valle con alberghi e strutture destinate al turismo.
A costo di spopolare la valle dalla gente che l’ha sempre abitata ed amata, a favore solo di albergatori e sfruttatori della montagna.
-citazione “le Dolomiti sono patrimonio dell’umanità ”
La montagna non è SOLO turismo e le Dolomiti non saranno più partimonio dell’umanità se le si continua ad addobbare come se fosse un albero di natale da mettere in mostra agli occhi dei turisti!
Marco
Gabriele
11 ottobre 2012 at 11:26
Ho letto il libro di Salsa “Trincee”.Immagino come fosse ridotto il Castellazzo dal 1914 al 1917..rifiuti , ferraglia..schegge ed escrementi dei poveri soldati occupanti i ricoveri e le trincee. Per non arrivare al triste spettacolo dei corpi insepolti in decomposizione. Ho letto un articolo di Alcide Degasperi sulla situazione di Cima Bocche appena terminata la guerra e prima delle bonifiche..( almanacco trentino). Quindi in tali luoghi la wilderness originaria è sparita. La natura ha ricoperto e migliorato, penso che con gli interventi proposti si possa raggiungere un equilibrio. Comunque io il Castellaz lo avevo scoperto dopo la lettura di una guida di Visentini e già prima del Cristo Pensante c’era una fitta frequentazione estiva.
roberto
11 ottobre 2012 at 17:51
Uno dei problemi è il calpestio che usura il manto erboso e lascia nuda la terra, favorendo ulteriore erosione in periodi di pioggia o disgelo.Da problema a sperimentazione di risoluzione: provare accorgimenti tipo ricopertura del sentiero a pannelli con celle di plastica esagonali entro cui si risemina erba.Oppure pannelli drenanti in gomma riciclata con colore compatibile come nei parchi giochi ..insomma come si provvede per le piste.Poi si scelga la soluzione migliore.
Francesco
17 ottobre 2012 at 11:23
Chi disprezza e critica è perche è geloso (parer mio) e di natura il suo bene non ne capisce niente.