Gli abeti in quota ingialliscono, ecco il perchè

Da il 26 agosto 2015
abeti con ruggine

Una malattia non particolarmente dannosa. In molte vallate trentine sono apparsi in queste ultime settimane vistosi ingiallimenti delle chiome di abete rosso.

Il Servizio foreste e fauna della Provincia e la Fondazione Edmund Mach ne spiegano i motivi.

Il fenomeno è dovuto alla presenza di numerosi aghi dell’ultimo anno ingialliti e con fruttificazioni da cui fuoriescono nuvole di spore. Questa appariscente sintomatologia non è riferita a una nuova problematica, ma all’infezione di un agente fungino, la ruggine (Chrysomyxa rhododendride Bary), che svolge il suo ciclo vitale tra il rododendro e l’abete rosso. Il patogeno è noto da molto tempo e la sua presenza può essere considerata “normale” nei boschi di abete rosso, in particolare ad alta quota.

La sua manifestazione sull’abete è influenzata dall’andamento meteorologico, specie dei mesi primaverili quando avviene l’infezione dei nuovi aghi e varia perciò notevolmente nelle diverse annate. Nonostante la sua appariscenza, la malattia non è considerata particolarmente dannosa: le piante colpite, sebbene perdano una parte degli aghi, non muoiono e riescono a riprendersi, continuando a vegetare tranquillamente negli anni successivi. Il fenomeno è quindi da considerarsi del tutto normale e rientrante nelle dinamiche naturali delle peccete.

abeti con ruggine Gli abeti in quota ingialliscono, ecco il perchè

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Un Commento

  1. salvatore

    31 agosto 2016 at 15:27

    i pannelli fotovoltaici sono la causa dell’aumento dei raggi solari ma nessuno vuole studiarne gli effetti nell’atmosfera invece di continuare ad installarne tanti altri

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