VALLE DI FIEMME - Area di San Lugano, restauro del palazzo, segheria: nove ex regolani…
VALLE DI FIEMME – Era nell’aria, dopo quanto successo nell’ultima seduta del consiglio dei regolani di giovedì scorso. Ora, da ieri mattina, la notizia è ufficiale. Lo scario Raffaele Zancanella ha rassegnato le dimissioni dall’incarico, dimissioni presentate e protocollate presso la segreteria, senza alcuna possibilità di ripensamenti. Rimane comunque regolano, in rappresentanza della regola di Cavalese, nel rispetto di quanti lo hanno votato nel dicembre di tre anni fa. «Se dovessi giustificare a fondo la mia decisione – le prime parole di Zancanella ieri mattina – dovrei scrivere un’enciclopedia. Ritengo comunque, anche alla luce degli ultimi avvenimenti della scorsa settimana, di aver esaurito il mio impegno. Mi dispiace. Avevo lavorato con entusiasmo e con grande disponibilità, ottenendo tra l’altro anche degli ottimi risultati, ma così non posso andare avanti. Non è accettabile che io continui a farmi insultare. Avrò tanti difetti, ma avevo assunto l’incarico con la voglia di rivitalizzare la Magnifica, nei suoi contenuti e nella sua attività amministrativa, senza dimenticarne la storia. Ma se non ci sono le condizioni, non si può proseguire». Lo Scario era stato eletto alla fine del 2006, assieme ad una lista di candidati a Cavalese, ottenendo 801 voti, pari al 56,45% delle preferenze. Con lui, il viceregolano Sergio Facchin ed i consiglieri di Regola Marco Degiampietro (scomparso l’anno scorso in settembre), Mauro Demattio e Riccardo Selle . Il 15 febbraio del 2007 era stato eletto nuovo scario, con dieci voti favorevoli e una scheda bianca, anche se alla seconda votazione (in prima battuta, c’erano state sei schede per Zancanella e cinque bianche), ed era stato un segnale non certo incoraggiante di un certo clima che si era venuto a creare all’interno del nuovo organo comunitario. Già nella prima fase della nuova gestione amministrativa (accompagnata, come è noto, da alcuni grossi problemi finanziari, avuti in eredità e legati soprattutto alla situazione della segheria di Ziano, all’area artigianale di San Lugano ed al restauro del Palazzo) erano emersi dei momenti di tensione, che, dopo circa un anno (ma la notizia non era mai trapelata) avevano già portato Zancanella a presentare una lettera di dimissioni, poi rientrata quando tutto il consiglio lo aveva pregato di restare al suo posto. Sembrava che le cose fossero destinate e ridimensionarsi, ed invece la tensione è rimasta fino a portare al consiglio del 2 aprile scorso, quando una proposta dello Scario, tra l’altro concordata a Trento, in Provincia, è stata seccamente bocciata dalla maggioranza dei regolani. Riguardava, come è noto, la realizzazione di tre nuove centraline idroelettriche, al servizio delle malghe/agritur Agnelezza, Cadinello e Valmaggiore. Si doveva incaricare l’ingegner Paolo Palmieri della progettazione, propedeutica ovviamente alla futura realizzazione degli impianti, per un costo presunto di 270.000 euro, a fronte del quale comunque erano garantiti un congruo contributo provinciale e la partecipazione sostanziale degli allevatori interessati. Prima la sparata di Alberto Volcan , quindi le critiche di altri regolani, alla fine i cinque voti contrari su undici (Volcan, Claudio Demarchi, Roberto Gabrielli, Mauro Goss e Piergiorgio Felicetti ) e le due astensioni ( Sergio Dagostin e Massimo Vanzetta ). Zancanella non aveva nascosto la propria delusione e lo sconcerto di fronte ad una proposta che lo aveva direttamente impegnato anche in quel di Trento e che poteva essere interpretata come una sorta di sfiducia nei suoi confronti. Anticipando già giovedì sera la volontà di riflettere su quanto era accaduto, senza escludere scelte clamorose. Ieri l’epilogo di una vicenda che potrebbe avere strascichi pesanti per l’ente valligiano, alle prese con difficoltà in aumento e che imporrebbero quanto meno una uniformità di vedute e decisioni condivise. E adesso? Una prima riunione dei regolani era già annunciata per ieri sera, prevedibilmente dedicata agli ultimi fatti e soprattutto alla drastica decisione dello Scario. Se non ritornerà sui suoi passi (ma è molto improbabile), dovrà andare avanti l’attuale vicescario Giuseppe Zorzi , in attesa di arrivare all’elezione di un nuovo Scario. Per questo, come da statuto, servono otto voti su undici. Quindi la prospettiva è quanto meno di difficile soluzione. E, intanto, la Magnifica soffre ed i Vicini di Fiemme appaiono sempre più disorientati.
MARIO FELICETTI
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