13 Settembre 2014 al tendone di Ziano, apertura ad ore 17.00 Dall'idea del gruppo fiemmese…
Senza primario di ginecologia (la dottoressa Bruna Zeni è già in ferie in attesa della pensione che scatterà il prossimo anno) anche il progetto “Parto per Fiemme”, voluto dai residenti per mantenere in vita il reparto di Cavalese, è a rischio.
A lanciare l’allarme è il coordinatore del progetto, Alessandro Arici, che senza mezzi termini spiega: «In questa situazione, senza un primario, non so se sarei felice di far nascere i miei figli a Cavalese».
L’allarme del comitato è stato lanciato attraverso un lungo comunicato diffuso ieri: «Ogni mattina i ginecologi di servizio a Cavalese, a causa della fase di pre-pensionamento della primaria Zeni, devono telefonare a Trento al dottor Tateo, per comunicare quali casi ci sono in reparto e, a causa dell’assenza di un primario in loco, vengono precauzionalmente inviate al Santa Chiara parte delle gestanti. Questo è già depauperamento» si legge nel comunicato, dove si ricorda che l’assessora Donata Borgonovo Re aveva promesso (con dichiarazioni televisive) un buon futuro per la sanità della Valle di Fiemme quando vennero portate in Provincia 14 mila firme a sostegno della sanità di valle.
Forse non tutta la popolazione di Fiemme e parte dei politici non hanno ancora colto la portata di questa scelta: sparito il punto nascita (o depotenziato come sta accadendo) sparisce il pediatra e con esso pediatria…
siamo disposti a correre fino a Trento o Bolzano, con i nostri figli, per ogni febbre sospetta fino ai loro 14 anni? Siamo veramente pronti a lasciarli in degenza per periodi più o meno lunghi dovendo percorrere ogni giorno 160 chilometri per andarli a trovare?
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