Predazzo, «referendum necessario» per il trampolino, mentre “salta” la Dolomitica

Da il 8 settembre 2013
trampolini predazzo

Il sindaco Maria Bosin non ha dubbi: «I costi di gestione sono altissimi e la gente ha diritto di condividere la scelta»

PREDAZZO – È una partita che può portare lustro e, di conseguenza, soldi oppure diventare un buco nell’acqua con il rammarico per palate di euro gettate al vento. Il nuovo trampolino previsto al centro di salto di Predazzo, il K66 (l’anello mancante per poter proporre un’offerta completa ai  professionisti della disciplina), sarà realizzato solo se lo vorrà la popolazione. Perché la giunta guidata dal sindaco Maria Bosin ha optato per il referendum.

Scelta, questa, che sta rischiando di far saltare  la Dolomitica, la polisportiva che in questo progetto crede davvero tanto. A tal punto che il presidente Roberto Brigadoi ha rassegnato le dimissioni, ora congelate,  e l’ex vicepresidente (per anni con delega  proprio al salto con gli sci e alla combinata nordica) Giovanna Comina ha scritto una lettera di fuoco all’assessore allo sport Roberto Dezulian. Il timore, ovviamente, è che la consultazione popolare si faccia spaventare dalle cifre (2,4 milioni di euro) di realizzazione dell’opera. Soldi, beninteso, che spenderà comunque la Provincia. Ma rimane la questione gestione: 180-200 mila  euro all’anno di cui, a scadenza delle varie convenzioni,  dovrà occuparsi il Comune di Predazzo visto che le due Comunità di Valle (Fiemme e Fassa) sembrano fare orecchie da mercante.

L’idea del referendum, a Giovanna Comina, non piace affatto.  «Ma come? Incontri su incontri di collaborazione e confronto su progetti, costi, valutazioni, consigli, rivalutazioni che avevano portato sindaco ed assessore allo sport a dire ”ok lo facciamo” ed ora si va al referendum?
La realizzazione del centro costa, è vero,ma i costi sono coperti dalla Provincia al 95%. I Mondiali dovevano portare qualcosa anche ai paesi che li hanno ospitati e Predazzo sta buttando l’occasione di avere qualcosa di utile che migliori e renda ancora più ricercato il nostro Centro del salto. Predazzo è l’unico paese ad uscire da questi mondiali con niente. Perché questo voltafaccia?». Il sindaco Maria Bosin, da parte sua, è favorevole al nuovo trampolino ma da amministratore deve tenere i conti in ordine.

«Ritengo che una riflessione sia importante. Questo  impianto deve essere condiviso in tutti i sensi. La Provincia, è vero, ha detto che questo impianto, come quello del ghiaccio a Piné, è di respiro internazionale e va garantito. E, infatti, la giunta ha sostenuto i costi ma si è data tempo fino a fine mandato. E dopo? Noi ci siamo ma vogliamo essere sicuri che questa scelta sia condivisa dalla popolazione e da tutti gli attori in campo. Speriamo che sia qualcosa di positivo e costruttivo in modo da arrivare ad ottimizzare gli impianti». Il sindaco, insomma, chiede alla gente di discutere e votare per avere un centro federale a Predazzo e, chiaramente, chiede anche di «avere garanzie sulle spese di gestione e sulla valorizzazione dell’impianto. E questo lo devono capire anche la Fisi e i vari comitati mondiali.

Il nostro compito è spiegare al cittadino cosa succede». E se vince il «no»? «Noi siamo ottimisti perché questa è l’occasione per spiegare bene il progetto». Tornando alla gestione, al Comune preoccupa il domani, quando magari sarà costretto ad accollarsi per intero i costi e, al contempo, tenere fede al patto di stabilità. «Vedendo la continua riduzione delle risorse abbiamo deciso di fare una riflessione in modo che tutte le parti in causa si facciano sentire, spieghino ai cittadini la disciplina,  risultati ottenuti. La gente deve essere coinvolta, la comunità deve essere protagonista». Per i trampolini, grazie alla convenzione con la Provincia, Predazzo spende ogni anno 40 mila euro.

«È una spesa sostenibile ma senza garanzie future non si può fare». Ma siete d’accordo al K66? «Io credo che abbia tante potenzialità anche  ai fini turistici. La gente, però, quando c’è difficoltà lo vive come un fastidio. E se non lo condivide, se non lo sente come una cosa di cui essere
orgogliosa non lo giustifica. Ma da qui al referendum c’è tempo per spiegare la forza del progetto. Per questo chiedo aiuto ai diretti interessati: veicolate i messaggi dell’utilità del trampolino».

NICOLA GUARNIERI l’Adige

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Un Commento

  1. Mauro Morandini

    9 settembre 2013 at 14:20

    Riporto alcuni commenti a questo articolo da facebook:

    Duilio Brigadoi – Sono un pozzo senza fondo.

    Fabio Morandini – informati meglio e documentati poi parla senza rancore

    Consuelo Brigadoi – Referendum x il museo obbrobrio in piazza?? Referendum x i restauri opinabili delle fontane?? Referendum x sulla ciclabile in paese??

    Fabrizio Fabbe Cuore – speriamo che facciano sapere in maniera chiara quando ci sarà il referendum…

    Ezio Brigadoi – Il quesito proposto maschera altre cose…..il problema se fare o non fare il 60 mt cambia di poco quello che sarebbe il costo della gestione dello stadio del salto ( il 6/7 % in più) ……quello RIMANE comunque…l’unica penalizzata è la Dolomitica con i suoi ragazzi che dopo MOLTE PROMESSE (certificate) vede il voltafaccia di questa amministrazione……se poi andrà a votare il 30% della popolazione ?…..non sarà il pensiero di tutta la gente ma solo in parte e questo finirà a spaccare il paese. Io sono doppiamente di parte ma prima di sputar sentenze informatevi bene della questione ……e cominciate a rileggere con la memoria tutti gli articoli apparsi sulla stampa locale e sul giornalino del Comune dove QUESTA AMMINISTRAZIONE ha sempre fatto suo il COMPLETAMENTO dello stadio del salto. Come mai all’improvviso tutte queste remore ?….cosa nasconde questo improvviso populismo da Ponzio Pilato ? ???

    Fabrizio Fabbe Cuore – anche a me fa paura proprio il fatto che non tutti vadano a votare e di solito succede che ci vadano solo quelli contrari pur magari non rappresentando la maggioranza…!

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