Predazzo – San Martin, il fuoco.. il Franz .. la notte e.. “La Fantasma!!”

Da il 8 novembre 2012
franz casela e la gilda predazzo blog

Tutti gli anni all’avvicinarsi della festa  di San Martino, che per il paese di Predazzo si tratta di una tradizione secolare, mi torna alla mente un’intervista che feci ben 35 anni fa ad un  anziano signore di Predazzo ultra novantenne.

Ero in prima media e l’ insegnante di italiano, prof. Fiorenzo Morandini ci diede il compito di intervistare delle persone anziane per scoprire le origini della tradizione dei fuochi di San Martino.  Ricordo che insieme al mio compagno di banco, Alberto Felicetti (marson) ci siamo recati in visita da diversi anziani per raccogliere  i loro racconti.

Siamo così capitati in casa dei sig.ri Franz e Gilda Demartin ( Casèla, classe 1887 e Gilda del 1889 deceduti entrambi all’età di 98 anni dopo 72 anni di matrimonio..!!), entrambi ultra novantenni e dopo aver spiegato loro il motivo della nostra visita il sig. Franz ha iniziato il suo racconto:

“Me recòrde che cande che ère en tosàt come vogiàutri.. San Martin l’era na festa pu semplice.   Se endasèva su tè Valèna co le scòe vece e se le empizàva en tèl fòghèt, pò se le fasèva giràr par aria e se vegnìva en sù cantando la parcandòla de <San Martìn – pan e vin – pan e lat- sùle piaghe del musàt>. A chi tempi el scarabaùf no sel fasèva, se toncava le scòe en te la fontana de crosèra e po se endasèva a casa”.

(traduzione: “Mi ricordo che quando ero bambino come voi, San Martino era una festa più semplice. Si andava su a Valèna con le scope vecchie e si accendevano nel fuocherello, poi si facevano girare in aria e si scendeva cantando la filastrocca  <San Martìn – pan e vin – pan e lat- sùle piaghe del musàt>. A quei tempi non si faceva la sfilata con i campanacci, si spegnevano le scope nella fontana di crosèra e poi si andava a casa”).

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-Proseguo il racconto di Franz in italiano:  ”Mi ricordo che un anno è successo un fatto assai strano..  mentre noi ragazzini eravamo attorno al fuocherello in attesa del suono della campana dell’Ave Maria, che era il momento per l’accensione delle scope, ad un tratto dal bosco.. “l’è comparì la fantasma!!”

Un bianco lenzuolo con i buchi per gli occhi si è avvicinato a noi ragazzini tutti spaventati, e con voce autoritaria si è fatto consegnare tutte le nostre scope vecchie che erano pronte per essere accese.  Raccolte tutte le scope.. “la fantasma” si è subito dileguata nella notte!!

Suona la campana dell’Ave Maria e puntualmente, dagli altri fuochi posti intorno al paese si vedono accendere e girare le scope dei vari rioni, che tutte in fila, scendendo giù fino al paese.

Ma come mai dal fuoco di Valèna non si è vista la discesa delle scope? .. si chiedevano i paesani..

Arrivati a casa abbiamo raccontato l’accaduto ai nostri genitori, che seppur increduli ci hanno mandato a dormire.

La voce si sparse nel paese ma poi tutto si dimenticò in fretta.

Arrivato l’anno seguente nel periodo che precede San Martin, i ragazzini si organizzarono in segreto con alcuni adulti per tendere una trappola ad un eventuale altra apparizione “della fantasma”.

Ed ecco arrivare la sera di San Martin con il fuocherello acceso e i soliti ragazzini intorno in attesa del suono dell’Ave Maria..   quand’ecco che ad un tratto dal bosco…   “L’è comparì la fantasma”!!

Gli adulti appostati in silenzio nel buio hanno atteso che “la fantasma” si avvicinasse ai ragazzini per balzare fuori tutti insieme e una volta accerchiata.. con una scopa accesa venne appiccato il fuoco al lenzuolo!!

Il lenzuolo incendiato venne subito gettato a terra,  svelando così l’identità della “misteriosa fantasma.”

Si trattava di un uomo del rione di ischia che era solito confezionare le scope per venderle, e aveva escogitato questo stratagemma per recuperare almeno i manici, salvandoli dal fuoco,  e usarli per costruire altre scope nuove.

Così scoperto, l’uomo fu costretto ad umiliarsi e a chiedere scusa ai ragazzi e a tutti quanti..

..erano altri tempi, e c’era anche la fame..   e ciascuno si arrangiava come meglio poteva..”

Molti anni sono ormai passati ma il ricordo degli occhi azzurri e lucidi del Franz mentre ci raccontava questa sua avventura, mi sono rimasti impressi;  e.. a dire il vero..quando salgo sui prati di Valèna la sera di san Martino..  vedo spuntare ancora..  dalla notte dei tempi…  ”La Fantasma!!”

Mauro Morandini

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