Rolle, il silenzio tra gli impianti chiusi

Da il 5 marzo 2014
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PASSO ROLLE – «Il Cimon della Pala tra poco lo si vedrà solo in cartolina», affonda il colpo Laura Mich,  titolare della Capanna Cervino e di una parte degli impianti sul Passo Rolle.

Una previsione nefasta che passa attraverso l’ennesima giornata, una domenica, di chiusura della strada che porta in cima. Pericolo  valanghe: il pollice verso alla riapertura al transito arriva dai tecnici della commissione preposta: «Non ce l’abbiamo mica con loro - spiega la signora – ma con la pubblica amministrazione che in cinquant’anni non è riuscita a sanare questa situazione cronica che ci penalizza.

Le aziende sul Rolle non falliscono per colpa della crisi ma per la cattiva politica». D’altronde la famiglia Mich sulla montagna ci sta da sessant’anni, prima il padre e ora le figlie, sulle scrivanie di chi legifera nel capoluogo, per chi vuole cercare, sono arrivate risme di carta con tutti i malumori degli operatori economici. Per ottenere nulla. «Il Passo Rolle è il più bistrattato tra tutti e non sappiamo  davvero il motivo. Intanto mentre le pubbliche amministrazioni promettono, i nostri conti si chiudono in perdita». Stimata del 50 per cento.

Uno schiaffo a mano aperta per chi ama questo lavoro, «di un amore smisurato», dice  ancora Laura Mich. Di montagna ci vive non solo chi fa turismo ma anche chi è assoldato dalla macchina oliata di  imprese che funzionavano a dovere: « A servizio sul passo ci sono sessanta lavoratori stagionali – continua la signora – per noi sono sessanta famiglie. Tolte le spese, non resta molto per pagare i dipendenti». Le defezioni arrivano anche dal Veneto:«Sci club che ci hanno scelto per anni ora fanno un passo indietro», prosegue. Domani si passa e domani l’altro non si passa più. Rolle fuori. Rolle chiuso ad oltranza, recita l’ultima ordinanza.

Qualche politico ha speso due parole in più per il territorio. Come quando, per ovviare al problema (guarda caso) della strada del Rolle, l’allora presidente della Provincia Alberto Pacher promise, entro settembre del 2013, una galleria per bypassare il tratto più pericoloso lungo il lago di Fortebuso: «Siamo a marzo del 2014 e non abbiamo visto nemmeno un foro», ironizza amara Mich.  «Tutto bene, ha dichiarato pochi giorni fa la presidente dell’Apt  di ambito. Strade aperte e percorribili dappertutto. Balle. Non al Rolle. Noi siamo i figli di un dio minore e stiamo pagando per l’inettitudine degli altri», spiega ancora.

La scorsa domenica di stagione turistica invernale, sul passo impianti chiusi. Il silenzio desolante di un Trentino dimenticato.    -  Nicoletta Brandalise , l’Adige -

Aggiornamento – da oggi 5.3.2014 gli impianti di risalita sono aperti mentre la strada rimane ancora chiusa sul versante di Primiero

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2 Commenti

  1. nathan

    5 marzo 2014 at 14:45

    ottimo articolo, va detto che questo inverno e’ stato realmente atipico e non mi risulta che negli ultimi anni le strade per andare al passo rolle siano state chiuse per valanghe. Comunque si e’ davvero un peccato che un posto cosi bello sia lentamente decadendo per la incuria regionale.

  2. Davide

    11 marzo 2014 at 14:18

    L unica vergogna e’ che dopo tutti questi anni non vi sia un collegamento sciistico tra Rollè e San Martino! Questo è’ l’unico motivo per cui passo rollè sta morendo! I gestori degli impianti Parlano bene ma spesso non vedono la trave nel loro occhio! I costi di uno superski sono allucinanti rispetto all offerta sciistica dei comprensori se presi separatamente… Troppo comodo prendersela solo con il governo e le strade!

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