Le foto e le impressioni dei ragazzi della classe 2C della scuola media di Predazzo che…
OBIETTIVO: Ridurre il consumo di alcolici e aumentare la consapevolezza del rischio
Il progetto di peer-education “Alcooperiamo” è già alla sua VIII^ edizione ma come ogni anno propone qualche integrazione. Il percorso è la continuazione del progetto con i PEER LEADER formati lo scorso anno (frequentanti le attuali classi quarte della Sede di Predazzo e di Cavalese), e formazione e sensibilizzazione di nuovi ragazzi (nuovi Peer Leader) che frequentano le classi Terze dell’Istituto di Istruzione “La Rosa Bianca” Sedi di Cavalese e di Predazzo.
La formazione in loco prevede 6 incontri di 3 ore ciascuno che svilupperanno capacità di vita e relazionali e faranno acquisire competenze rispetto ai problemi alcol correlati. Ad alcuni dei nuovi peer verrà data l’opportunità di frequentare una “Settimana di sensibilizzazione ai Problemi Alcol Correlati e Complessi’ ( prevista a inizio febbraio a Trento o a Rovereto con crediti ). Agli altri Peer Leader verrà data la possibilità di frequentare 2 incontri in un Club Alcologico Territoriale.
E’ successivamente prevista una integrazione di formazione con il resto del gruppo con la discussione del concetto di salute come autoprotezione individuale, della famiglia e della comunità, sulle competenze psicosociali nella scelta degli stili di vita e nello sviluppo dell’intelligenza emotiva.
I Peer Leeder entreranno nelle classi di terza media e prima superiore che aderiscono al progetto in gruppi di 3 ed accompagnati da un “ascoltatore adulto” Tutor; dopo aver somministrato un questionario e averlo elaborato, proporranno un confronto seduti in cerchio ed in questo contesto comunicativo porteranno esperienze personali e dati scientifici.
Alla fine dell’incontro chiederanno ai compagni di organizzare una serata di istituto con i genitori o persone adulte significative o con quanti credano possano essere interessati a parlare di uno stile di vita e di norma sociale da cambiare.
I ragazzi propongono la partecipazione attiva alla festa di fine progetto da condividere con tutta la comunità di Fiemme e Fassa.
E’ una droga che uccide un uomo ogni dieci secondi, che causa più vittime dell’Aids e della tubercolosi messe insieme, e che provoca danni potenzialmente irreparabili a chi ne fa uso. È una sostanza perfettamente legale, possiamo consumarla quotidianamente e acquistarla ovunque.
È l’alcool e, secondo l’ultimo rapporto annuale Global status report on alcool and health 2014 dell’organizzazione mondiale della sanità (Oms), è responsabile ogni anno della morte di 3.3 milioni di persone, il 5.9 per cento delle morti totali che avvengono nel mondo.
A essere più colpiti sono gli uomini, per i quali l’alcool è responsabile del 7.9 per cento dei decessi ed è una delle prime cause di morte. A titolo di paragone, le conseguenze dell’Aids sono responsabili del 2.8 per cento delle morti maschili in tutto il mondo. La tubercolosi è causa dell’1.7 per cento dei decessi, mentre le morti per atti di violenza sono lo 0.9 per cento.
Secondo quanto emerge dai dati pubblicati dall’Oms, la morte legata all’abuso di alcool è causata nella maggior parte dei casi, che sono almeno il 33 per cento, dai danni che la sostanza provoca all’apparato cardiocircolatorio umano e all’aumento di rischio di diabete che comporta.
Nel 16 per cento dei casi l’alcool è la causa scatenante di malattie mortali all’apparato gastrointestinale, mentre nel 12 per cento l’abuso di alcool è causa diretta della formazione di tumori.
Infine, il 17 per cento delle morti attribuibili all’alcool è legato a incidenti di varia natura, di cui quelli stradali sono la casistica più rilevante, e ad atti di violenza compiuti in stato di ubriachezza.
Per quanto riguarda il consumo di alcool in Europa e in Italia, il report illustra come il vecchio continente sia quello in cui si registra l’assunzione pro-capite più alta del mondo: in un anno i cittadini europei assumono in media 10.9 litri di alcool puro contro una media mondiale di 6.2 litri.
In Europa i bevitori più incalliti vivono in Russia e nell’Europa orientale, dove la media di alcool ingerito all’anno supera abbondantemente i 15 litri.
I dati relativi all’Italia confermano invece un trend di consumi in forte diminuzione: dai 20 litri degli anni Settanta, il consumo in Italia si è assestato sotto la media europea, con 6.7 litri pro-capite all’anno nel 2010.
Il rapporto prende in esame anche le possibili soluzioni che i Paesi potrebbero mettere in pratica per cercare di contrastare il problema. Secondo l’Oms sarebbe auspicabile un aumento della tassazione su tutti i prodotti a base alcolica, per disincentivarne l’acquisto, un innalzamento dell’età minima per acquistare le bottiglie e, in generale, una maggiore regolamentazione delle vendite.
Dovrebbe essere quindi proibita la vendita di alcool vicino alle scuole, sulle autostrade e in tutti i luoghi considerati sensibili.
L’Oms auspica che tutti i Paesi lancino campagne d’informazione e di sensibilizzazione come quelle promosse contro il consumo di tabacco, che hanno contribuito a ridurre il numero di fumatori e di conseguenza le morti correlate.
“Bisogna fare di più per proteggere la salute delle persone dalle conseguenze dell’alcool, specialmente tra le fasce più giovani della popolazione”, ha detto uno dei relatori del rapporto, il Dottor Oleg Chestnov.
Secondo l’Oms, il consumo di alcool tra i giovani tra i 14 e i 19 anni è in costante rialzo e, come indicano le statistiche, chi comincia a bere durante l’adolescenza mantiene a vita la dipendenza da questa droga perfettamente legale.
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