Ieri a Cavalese la firma del protocollo, presso il Municipio. Nel febbraio dell'anno scorso è stato…
La Comunità di Valle assume il ruolo di ente capofila subentrando a Cavalese
Il Distretto Famiglia di Fiemme è ora al completo: nelle ultime settimane hanno aderito al progetto anche Daiano, Tesero, Panchà e Ziano, portando così a 11 su 11 i Comuni della valle che hanno deciso di impegnarsi per mettere le politiche familiari al centro dell’attenzione politica e amministrativa. Un progetto che ora è a tutti gli effetti un progetto di valle. Anche il ruolo di ente capofila è stato ufficialmente assunto dalla Comunità Territoriale. Fino ad ora la cabina di regia era in mano al Comune di Cavalese, che aveva lanciato per primo il Distretto nel 2010. Promotore l’allora vicesindaco Michele Malfer, che adesso, nel ruolo di assessore in Comunità di Valle, sta portando avanti un progetto nel quale continua a credere molto. Nei giorni scorsi Malfer ha organizzato un incontro con sindaci, assessori e consiglieri delegati al quale erano presenti Francesca Tabarelli de Fatis e Sandro Abram, funzionari dell’Agenzia per la Famiglia della Provincia Autonoma di Trento, che hanno spiegato l’importanza degli enti locali come esempio per altre realtà private ad investire sulla famiglia.
Sono 15 i Distretti Famiglia oggi in Trentino. Fiemme è stato il terzo a nascere e ora è il più ampio numericamente, con una ottantina di attori aderenti: coinvolge numerose realtà della valle, dall’Apt ad alcuni alberghi, dalle società sportive ai musei, fino alle cooperative sociali. Quattro i Comuni (Cavalese, Varena, Castello-Molina di Fiemme e Carano) che hanno ottenuto il marchio “Family in Trentino”, garanzia per chi lo espone di essere a tutti gli effetti un ente (o una realtà privata) amico della famiglia. Anche altri Comuni della Valle stanno lavorando per ottenere il marchio, che viene assegnato sulla base di un disciplinare che prevede alcuni requisiti obbligatori ed altri facoltativi. Per ottenerlo è necessario che l’ente orienti la propria attività secondo standard di qualità a misura di famiglia: servizi di conciliazione dei tempi, interventi di carattere ludico-ricreativo o didattico-educativo, politiche tariffarie agevolate, creazione di spazi aperti, educazione ambientale… L’incontro con i delegati dei vari Comuni della Valle aveva l’obiettivo di illustrare a chi ancora non lo conoscesse l’iter burocratico necessario ad ottenere il marchio, che permette di avere accesso a maggiori contributi e finanziamenti.
“L’obiettivo – ha spiegato Michele Malfer- è quello di arrivare ad essere una valle amica della famiglia: riconoscimento che va a vantaggio non solo dei residenti, che possono beneficiare di politiche e iniziative pensate per il bene delle famiglie, ma che diventa importante anche dal punto di vista turistico. Fondamentale è fare rete, mettere insieme le buone pratiche già esistenti per migliorarle, diffonderle, copiarle. Le politiche familiari sono da considerarsi assolutamente prioritarie e strategiche, perché investire sulla famiglia significa investire su uno dei nuclei fondamentali della società. In questa ottica le politiche familiari diventano prima di tutto politiche di prevenzione sociale”.
Ora che ha assunto il ruolo di ente capofila, la Comunità di Valle ha messo a disposizione di tutti gli attori del Distretto Famiglia un ufficio al piano terra del palazzo dell’ente: una sede ufficiale per un progetto che sta crescendo e sta coinvolgendo sempre più realtà valligiane unite dal comune obiettivo di mettere la famiglia al centro dell’attenzione.
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