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In futuro, fare le analisi del sangue sarà semplicissimo come avere un microchip sottopelle e sarà possibile farle stando comodamente a casa. A renderlo noto, un gruppo di ricercatori guidati da Giovanni de Micheli dell’Epfl di Losanna, in Svizzera. Il team svizzero, infatti, ha congegnato un vero e proprio laboratorio portatile predisposto in un microchip. Grazie a tale dispositivo si potranno eseguire diversi esami del sangue in modo continuativo.
Il microchip si inserisce sottopelle ed è in grado di misurare la concentrazione di cinque molecole e trasmettere i dati in tempo reale al medico, il tutto tramite Bluetooh. In tal modo, il medico curante potrà somministrare una terapia personalizzata a seconda della diagnosi del paziente. Finora, il dispositivo è stato somministrato e sperimentato solo sugli animali ma, fra quattro anni, sarà disponibile per uso clinico.
Il laboratorio “invisibile” è il frutto di un progetto denominato Nano-Tera che ha riunito attorno a sé esperti del campo dell’elettronica, dell’informatica, della biologia e della medicina. Un team variegato che ha ideato questo microchip dalle dimensioni ridottissime, circa 14 millimetri, che contiene cinque sensori, un radiotrasmettitore e un sistema wireless per la carica, rifornita da una mini batteria disposta in un vano interno.
“Si tratta di uno strumento molto versatile che permette di misurare la concentrazione di qualsiasi proteina o composto nel sangue, grazie alla presenza di enzimi specifici sulla superficie dei sensori che interagiscono con le molecole da misurare“, spiega il dottor Giovanni De Micheli. “Inoltre, data la dimensione, può essere facilmente rimosso e sostituito; un aspetto, questo, essenziale perché gli enzimi rimangono attivi per un tempo limitato“.
Secondo l’autore dello studio, le applicazioni cliniche di questo microchip sottopelle sono molteplici. Basti pensare al monitoraggio dei pazienti sottoposti a trattamenti chemioterapici o affetti da malattie croniche. È proprio grazie alla possibilità di monitorare continuamente i parametri dei pazienti sottoposti a chemioterapia che diventerà possibile definire tempestivamente la dose minima efficace per ciascun individuo, riducendo in questo modo gli effetti collaterali. Infine, per i malati diabetici, il microchip terrebbe costantemente sotto controllo i valori del sangue in modo da intervenire in eventuali complicazioni.
Quella dei microchip è un tipo di tecnologia che ha trovato ampio spazio in campo medico. Dal dispositivo in grado di fare un rapido check up delle urine allo smartphone che funge allo stesso modo da laboratorio per le analisi del sangue fai da te. Per concludere con malattie come il cancro che possono essere diagnosticate mediante un semplice software a disposizione dei medici ospedalieri e degli oncologi. Frontiere sempre più aperte, quelle tra medicina e dispositivi tecnologici, che lasciano ben sperare in diagnosi sempre più precise e cure ancor più mirate.
Federica Vitale nextme.it
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