La Saga dei Pescignocco

“La Saga dei Pescignocco”: un lungo racconto inedito della nostra concittadina Daniela Bernardi pensato per bambini e ragazzi ma che potrà piacere anche ad adulti fantasiosi e po’ giocherelloni…

Se vuoi ascoltare il racconto clicca sul tasto listen in cima alla pagina.

Se vuoi scaricare l’intera saga con le immagini in formato pdf  clicca qui

  

LA SAGA DEI PESCIGNOCCO

di Pescegnocco KU

 

PROLOGO

 

… Era una notte buia e tempestosa… Era davvero scura l’acqua del mare e anche nella grotta dove ci eravamo rifugiati si avvertiva il movimento delle onde. Io ero abbastanza tranquilla, noi eravamo pesci della razza pescignocco ed essendo muniti di pinne non dovevamo temere nulla, tutt’al più uno sballottamento…

 

“ NO, non mi piace…”. Alzo lo sguardo,seguo il movimento delle onde, rifletto…riprovo…

 

… Era una notte buia e tempestosa… Almeno così mi sembrava lì dentro, anche se poi ripensandoci mi pareva che il giorno si fosse appena levato. Quella mattina mi ero svegliata con il desiderio di esplorare il mare intorno alla nostra tana. Avevo sentito parlare di mostri che risucchiavano noi pescignocco e di amici che non erano più tornati…

 

Faccio una pausa, ancora niente ma sono vicina, va meglio… riprovo…

 

… Era la solita notte buia non così tempestosa e mi era venuta voglia di scrivere qualcosa della nostra storia, di noi pescignocco, del nostro modo di essere al mondo. Anche perché avevo sognato pescegnocco PEPITO che mi diceva che la sua Lettera 22 andava usata, altrimenti si sarebbe rovinata e allora eccomi qui, davanti alla mitica Olivetti, in attesa di qualche buon pensiero che mi faccia iniziare la storia, questa bellissima storia di noi pescignocco che, grazie a dei poteri speciali, possiamo sentire e vedere le cose e i fatti del mondo. Ma andiamo piano, cominciamo dall’inizio, le idee stanno salendo come quando bollono gli gnocchi, sento che sono pronta, il colore del mare mi ispira…

 

 

 

 

C’era una volta, e c’è ancora, in un angolo del mondo chiamato Italia una località anzi una spiaggia chiamata Cala di Forno che si trova nascosta o quasi, in uno splendido parco chiamato Parco dell’Uccellina, nella regione chiamata Toscana. La cala si raggiunge camminando per almeno due ore su un sentiero che attraversa il parco tra cespugli di bacche colorate e profumati alberi di ulivo, eucalipti, lecci, pini marittimi.

Scendendo verso il mare la vegetazione si infittisce e quasi si perde il sentiero ed ecco che all’improvviso si apre un ampio spazio con una splendida casa rosa in lontananza e un po’ oltre, appena dietro una siepe, appare la magica Cala di Forno. La sabbia è chiara e pini marittimi delimitano lo spazio verso la casa rosa; sulla sabbia, portati dal mare, sono appoggiati tronchi e rami; ai lati della spiaggia ci sono rocce che sembrano messe lì a proteggere il luogo. L’acqua è trasparente nei giorni di bel tempo e lo sciabordio delle onde è lieve e rilassante.

Guardando più attentamente nella trasparenza dell’acqua oltre alla sabbia e a qualche bel lucido sassolino si può vedere uno strano pesciolino piccolino e rotondetto che talvolta, mentre avanza nell’acqua, fa una buffa capriola. Siamo noi, i PESCIGNOCCO, che viviamo protetti e quasi indisturbati in questa oasi di pace. Guardando ancora più attentamente potreste notare i vivaci colori delle nostre squame e la particolarità delle nostre pinne che, quando ci va, ci divertiamo a gonfiare per fare una capriola.

Qui, a Cala di Forno, vive pescegnocco BU insieme a tanti amici con i quali si diverte a esplorare la cala. Spesso tutti insieme facciamo la gara di capriole, a chi riesce a farne di più di seguito. Lui è quasi sempre tra i primi, perché gonfia le pinne e volteggia nell’acqua che sembra un ballerino.

Questa mattina c’è un gran movimento a Cala di Forno: è il giorno della sagra di Batignano, la sagra degli gnocchi. C’è aria di preparativi: quaggiù nella cala si vedono sfrecciare i pesci multicolori, ognuno è alla ricerca del posto giusto per il grande evento. A mezzogiorno si celebra l’accoppiamento di noi pescignocco e ci sarà una gran festa. Pescegnocco BU sfreccia colorato di verde, altri di noi si sono fatti rosa a pois, altri rossi. Ci dirigiamo in gran fretta all’appuntamento annuale, più o meno a metà degli scogli che delimitano la cala. Noi lo sappiamo il posto giusto, lì la sabbia è più sottile, più accogliente e ci possiamo adagiare tutti insieme e attendere il momento propizio per l’accoppiamento.

Ed ecco che, al rintocco delle campane del mezzogiorno, come per magia gonfiamo le pinne e capriolando felici saltiamo fuori dall’acqua cercando di abbracciare il pescegnocco preferito. E così tra un salto e una capriola alla fine esausti, ci poggiamo sull’acqua e ci lasciamo cullare.

Nelle ore pomeridiane, poggiati sul fondo del mare della cala, sviluppiamo una specie di coda che lentamente si ingrossa formando dei minuscoli tasselli. Al calare della sera, cominciamo a girare su noi stessi, prima piano poi sempre più veloci finché quei tasselli, che sono i pesciolini nuovi, si staccano dalla coda. Poi tutti insieme, noi pescignocco e i pescignocco nuovi, allegramente festeggiamo la sagra fino a notte fonda.

 

LA TRAPPOLA DEL TUBO

Una volta, tempo addietro, noi pescignocco eravamo molto ricercati nei mari della Toscana, vivevamo lungo le coste e gli uomini ci pescavano perché eravamo ottimi cotti e conditi con il sugo di pomodoro oppure di funghi oppure fritti nell’olio caldo. Ci stavamo estinguendo e siamo stati portati e protetti quaggiù a Cala di Forno.

La fortuna di noi pescignocco è stata la determinazione delle donne di Batignano che, al grido di “salviamo il pescegnocco!” e con l’intento di compensare i buongustai per la rinuncia a questa prelibatezza, hanno inventato gli gnocchi di patate: siamo stati sostituiti dagli gnocchi di patate, che magari non hanno proprio lo stesso gusto ma sono simili di aspetto. Non che in questa maniera siamo completamente sicuri noi pescignocco, ma un po’ più di sicurezza l’abbiamo trovata, a parte l’episodio di cui è stato protagonista il nostro eroe pescegnocco BU.

Ecco cosa è successo. BU vigilava sulla vita di tutti noi anche perché si diceva che alcuni pesci si allontanavano dalla cala magari per esplorare un po’ il mare ma spesso non tornavano e i pochi di ritorno parlavano di forti correnti rumorose dalle quali era difficile liberarsi. A pescegnocco Bu questa storia non era molto chiara, così, un giorno di bel tempo, armati di coraggio, decidiamo di andare a vedere.

“Dai, forza” dice BU “andiamo a vedere cosa succede laggiù dopo gli scogli”.

“Vengo anch’io” dice pescegnocco MENTUCCIA “voglio vederci chiaro in questa faccenda”.

Ci avventuriamo, insieme anche ad altri temerari, al di là degli scogli conosciuti, verso Grosseto. Ah che bello! Che acqua, quali colori nuovi potevamo vedere, sembrava tutto più divertente, forse perché era nuovo, sconosciuto.

“OPLÀ” diceva BU“ecco la doppia capriola con salto di traverso”. Lui era veramente un genio nell’inventare nuovi tipi di capriole e gli riuscivano tutte molto bene. Io provavo ad imitarlo ma… rimanevo sempre una gnoccolona! Nuotavamo contenti facendo qualche svolazzo.

L’acqua era fresca, lì il mare sembrava deserto, non riuscivamo a scorgere un pesce al di fuori di noi.

“Guarda che bei colori” dice MENTUCCIA osservando la luce che filtrava dall’acqua “sembra un arcobaleno”.

Pescegnocco Millerighe si avvicina al raggio di luce e giocando dice “ecco… adesso dove sono, mi sapete distinguere in mezzo a tutti questi colori?”.

In effetti non era facile vederla, lei così colorata si mimetizzava benissimo con l’ambiente.

“Forza dai, andiamo” ci sollecitava Bu che era impaziente di risolvere il caso.

“Porca paletta” interviene pescegnocco MIRTILLO che ci aveva raggiunti con calma perché lui nuotava lentamente anche perché era cicciotello “ancora qui siete, razza di pelandroni” e dicendo questo fa una serie di scodinzolate che muovono l’acqua lì intorno e i meno attenti catapultano.

A un certo punto sentiamo un gran rumore e BU vede gli altri pescignocco che stavano nuotando davanti a lui venir trascinati da una fortissima corrente e sparire dentro a un tubo.

“AIUTO, AIUTO” sentiamo gridare!

Mamma mia! e adesso che fare, cosa sarà mai successo? Pescegnocco BU, disperato, capisce che qualcosa di brutto è accaduto e svelto si allontana, seguito da pescegnocco Ku che sono io.

“Lasciamo MIRTILLO a guardia del posto” dice Bu “e mettiamoci subito al lavoro”.

Dopo il primo momento di panico, decidiamo di ispezionare la zona lì intorno per cercare tracce, mantenendo una cauta distanza dall’anomala corrente. Osservando attentamente notiamo un tubo collegato ad una barchetta, sulla cui fiancata è disegnato un artiglio e la scritta Predator. Dal tubo l’acqua con i pesci viene risputata in una pozza creata nel mare chiusa da una fitta rete!

“Guarda là” mi dice Bu “ecco dove sono finiti i nostri amati amichetti. E ora cosa fare? come fare a liberarli? e questi chi sono? perché imprigionano noi pescignocco?”. Quante domande ci venivano in mente, ma ora la cosa più importante era liberare gli amici!

Io, Ku, rimango di vedetta mentre Bu nuota veloce fino a Cala di Forno a cercare aiuto. Informa tutti dell’accaduto e, dopo aver pensato a cosa fare, in molti decidono di andare.

“Veniamo anche noi laggiù, dai ,andiamo tutti” dicono in coro i più coraggiosi.

Il piano prevedeva di liberare i pesci con un trucco: Pescegnocco BU era il migliore nel fare le capriole e insieme ad altri di noi abili ballerini (non io che sono negata per le capriole) potevano distrarre con piroette varie gli uomini sulla barca, mentre gli altri di noi, con me in testa, dopo aver sabotato il tubo aiutati dalle amiche alghe accorse in nostro soccorso appena saputo dell’accaduto, potevamo aprire la rete e liberare i pesci. Velocemente torniamo nelle vicinanze della barca e mettiamo in opera il nostro piano.

I due uomini in barca subito si sono fatti attrarre dalle piroette dei nostri eroi.

“Guarda là” dice uno dei due uomini “guarda quanti pescignocco ci sono laggiù, oggi per noi è una giornata fortunata!” sogghigna sporgendosi dalla barca.

“Eh! Eh! Eh!” ridacchia l’altro “che stupidi pesci, ci sono cascati proprio davanti” insiste ridendo contento. Intanto BU stava superando se stesso tra salti e capriole e i due malfattori, che nel frattempo non si erano accorti del sabotaggio del tubo, con il retino si sporgevano dalla barca cercando di catturare BU e gli altri.

“Ehi, stai attento” dice uno dei due “mi stai spingendo fuori dalla barca!”. E, mentre sotto l’acqua la rete cominciava a rompersi, sopra i due perdevano l’equilibrio e PAFFETE… cadevano in acqua rompendo a loro volta la rete!

“Forza… tutti fuori, coraggio” diciamo tutti insieme in coro sollecitando la fuga dei poveri malcapitati. E che fuga ragazzi… pinne in spalla e via verso la libertà e quanti pesci là dentro, tutti pronti per la padella del giovedì solo per i pochi buongustai che potevano permettersi il lusso di mangiare i veri pescignocco pescati di frodo!

Che avventura e che felicità ritrovarsi ancora tutti insieme nella amata Cala di Forno, lontani dai pericoli. E che gran festa la sera per i pesci liberati e noi eroi coraggiosi! E quanti balli intorno alle amiche alghe! Per finire gran sorpresa: “BU re della capriola!”, decidiamo tutti insieme, e lo portiamo in gran trionfo come eroe dei pescignocco. Che emozioni quella sera per tutti noi e quanta gioia!

 

CAPRIOLE A CALA VIOLINA

Un giorno pescegnocco BU e molti di noi, ormai esperti del mare aperto e avvezzi a guardarci dalle trappole, avevamo deciso di andare a fare le capriole a Cala Violina e portare anche i pescignocco che non si erano mai avventurati così lontano.

“Andiamo ad esplorare un po’ il territorio” dice Bu che era un gran nuotatore “ho sentito dire dagli amici pesci sogliola che c’è questo posto dove la sabbia nel suo incontro con il mare, produce un suono”.

“Sì, andiamo” risponde subito MENTUCCIA “sarà sicuramente un bel posto!”.

Qualche pigrone rimane a dormire “AHHAHAH… che sonno” dice pescegnocco VANIGLIA “verrò la prossima volta se varrà la pena, voi intanto andate avanti che io continuo a dormire…”.

La giornata era serena e la voglia di nuotare fino lì ci aveva fatto svegliare molto presto quella mattina. Partiamo felici e durante il percorso ci facciamo i dispetti più simpatici: ecco pescegnocco PREZZEMOLO che veloce passa avanti a pescegnocco Millerighe e pescegnocco Rosa che fa l’occhietto a pescegnocco Papillon.

“Basta” dice Millerighe a PREZZEMOLO, “mi schizzi tutta e mi fai perdere la rotta!”.

Tra un gioco e l’altro arriviamo laggiù dove l’acqua è più verde e la sabbia più bianca, dove, quando le onde lambiscono la spiaggia, dallo sfrigolio dei sassolini sabbiosi nasce una nota musicale. Ed è lì che tutti noi pescignocco abbiamo imparato a fare le capriole a suon di musica!

“Forza Ku, qui puoi imparare a fare le capriole” dice BU mentre felice si gira tre volte su se stesso “devi solo rilassarti, lasciarti andare, non andrai sicuramente a fondo” insiste vedendo il mio turbamento “siamo pesci fatti per nuotare, per stare a galla!”.

Facile a dirsi ma io, per qualche ragione non ero sicura e mi limitavo a fare dei lenti volteggi!

Che divertimento stare lì a capriolare tra amici e farmi prendere in giro che non sapevo far bene le capriole… sembravo proprio uno gnocco! Ma ecco che BU vede luccicare qualcosa sulla sabbia in fondo al mare…

“Ehi guardate laggiù, c’è qualcosa che luccica!”. Si avvicina pinnando lentamente, seguito da alcuni di noi e… meraviglia: è uno splendido anello con una pietra azzurra come l’acqua del mare.

“Che meraviglia… è un regalo del mare” dice pescegnocco Rosa che già si vedeva con il gioiello in testa tipo corona. Subito ci avviciniamo tutti ad ammirare il tesoro e si fanno mille ipotesi di come possa essere finito lì. Chi dice i pirati, chi dice una fata, altri dicono che è una trappola del mostro…

“Attenti” dice MIRTILLO che finalmente ci aveva raggiunti “potrebbe essere una trappola!” dice premuroso “lasciate che sia io ad avvicinarmi e scoprire cosa è, così voi non correte rischi”.

Ci tiriamo un poco da parte e lo lasciamo fare il suo lavoro… ci teneva tanto!

MIRTILLO si avvicina, guarda l’anello, gli gira intorno, lo annusa, lo tocca, era veramente buffo vederlo così cicciotello con l’espressione seria preoccupata!

“È UN ANELLO” dice alla fine sospirando soddisfatto “non c’è nessun pericolo, vi potete avvicinare”.

Dopo numerosi commenti pensiamo cosa farne, perché una volta trovato non si poteva lasciarlo lì. Chi dice di portarlo a Cala di Forno chi dice di lasciarlo lì, chi dice che forse è stato perso da qualcuno durante un bagno e chissà come lo starà cercando…

Tra un’idea e l’altra si decide di portare l’anello sulla spiaggia così se qualcuno lo avesse perso avrebbe avuto più possibilità di trovarlo.

“Dai, portiamolo fuori che con questo bel sole brillerà di luce propria” dice pescegnocco Verde-a-Pois che pensava che al sole l’anello si sciogliesse!

Ci organizziamo per il trasporto e ci uniamo in gruppo tutti insieme cercando di spostarlo: eee-op uno… eee-op due… eee-op tre… Piano piano stiamo a ridosso della spiaggia e, un po’ aiutati dalle amiche onde, un po’ dando una spinta più forte, ecco che il gioiello con un balzo risplende sulla sabbia.

“Uhhuh… che bello! chissà a cosa serve” dice MENTUCCIA che avrebbe voluto portarlo alla cala per illuminare il fondale nelle notti senza luna!

A quel punto nessuno voleva spostarsi da lì, sia per la fatica fatta sia per la curiosità: la voglia era di conoscere come sarebbe andata a finire.

In lontananza vediamo una figura leggermente curva che sembra stia cercando qualcosa. E mentre lei si avvicina noi ci agitiamo, vorremmo saltare e indicare il gioiello, c’è grande emozione sotto l’acqua, la persona si sta avvicinando “sì sì” vorremmo dire “vieni più avanti, più a destra, ancora… vai… ECCO!!!”.

“TROVATO!” dice lei con voce felice “ho trovato l’anellooo!” e si mette a saltare, a ridere, sembra voglia anche ringraziare il mare per averglielo riportato. Lei non sa e non saprà mai come sono andate le cose ma è rimasta a bocca aperta quando sulla superficie dell’acqua ha visto piroettare noi pescignocco straordinariamente felici del lieto fine della storia.

Stanchi e gioiosi, tornati a Cala di Forno, ci addormentiamo soddisfatti degli avvenimenti della giornata e qualcuno sogna pietre colorate, altri ragazze felici, altri si immaginano pirati… ognuno ha la sua storia.

 

LA NOTTE DI SAN LORENZO

Adesso vi racconto di una notte speciale per noi pescignocco, la notte di San Lorenzo. La preparazione alla gran festa che ci sarà a mezzanotte per l’incontro con le stelle cadenti crea un gran movimento quaggiù a Cala di Forno. Pescegnocco BU ha il suo da fare ad andare su e giù per la cala incoraggiandoci ad inventare nuove danze e nuove piroette.

“Forza, creiamo qualcosa di speciale stasera per far stupire le stelle!”

Anche lui questa sera si esibirà con la doppia capriola e un salto chiamato “piroletta allo specchio” e altri stanno provando il nuovo ballo ispirato alle stelle cadenti “la brillante caduta”. E che dire degli abiti luccicanti che verranno indossati in onore delle stelle!

“Il mio è fatto di alghe intrecciate con intarsi di frammenti di conchiglie” dice MENTUCCIA mentre pescegnocco VIOLA si pavoneggiava nel suo splendido mantello trasparente con impunture dorate! E che dire dello scialle intarsiato di PIMPINELLA… si vedevano ancora pescegnocco GEMMA e IRIS indaffarate a mettere gli ultimi punti!

Sembra quasi tutto pronto, l’acqua è diventata più scura, la notte si sta avvicinando e anche la mezzanotte. Il cielo è limpido e l’acqua calma e trasparente.

Tutto tace quando, pinnando veloce, arriva da pescegnocco BU pescegnocco Verde-a-Pois chiedendo in gran fretta aiuto perché pescegnocco Rosa, nel fare una piroetta, si è ferita una pinna.

“BU è urgente, abbiamo un’infortunata” dice Verde-a-Pois. Svelto lui accorre e subito rincuora pescegnocco Rosa preoccupata perché forse non potrà partecipare alla grande festa.

“Non ti preoccupare, risolveremo tutto in poco tempo” dice osservando la pinna e notando che una squama è un poco danneggiata.

“Sicuramente bisognerà trovare un’altra maniera per fare la piroetta perché la pinna danneggiata possa riposare almeno stasera” dice BU.

Pensa e ripensa ed ecco la soluzione: si prova la piroetta usando la membrana gonfiabile che sta intorno alle pinne e permette a noi pescignocco di fare le capriole. Prova e riprova, alla fine esce la nuova versione del ballo “ascensione alle stelle”. Che gioia per tutti e per Rosa che vedeva già compromesso il suo partecipare alla festa!

Le stelle erano già pronte nel cielo. Anche per loro, così abituate a brillare e ricevere i pensieri e i desideri delle persone, quella sera era speciale così che ogni stella si era lucidata con polvere d’oro. Quella sera, la notte di San Lorenzo, la terra le avrebbe festeggiate con fuochi d’artificio colorati e musica e allegria. Ma loro attendevano il momento in cui avrebbero festeggiato con noi pescignocco, nella grande festa sull’acqua.

Ecco: mezzanotte è vicina, a Cala di Forno si sente solo il lieve sciabordio delle onde e qualche frinire di cicala. Le stelle sono pronte così noi pescignocco e in un attimo, quasi ci fosse stato un campanellino, la festa ha inizio, e noi pescignocco cominciamo a piroettare e le stelle si lanciano dal cielo nel mare e si vede un gran luccichio sull’acqua e le stelle incontrano noi pescignocco e noi pescignocco incontriamo le stelle e per questa notte magica di S. Lorenzo noi diventiamo le stelle e le stelle diventano noi pescignocco.

E siamo tutti felici di partecipare e festeggiare la grandezza del cosmo.

 

MILLERIGHE NEL SECCHIO

La vita a Cala di Forno di solito scorre tranquilla, le stagioni si susseguono regolari, e così le giornate. La cala, quando la stagione è buona, è visitata da persone adulte talvolta anche con bambini che si fermano a riposare o a fare il bagno durante la visita del Parco dell’Uccellina.

Quel giorno le famiglie con bambini erano due e i bambini erano quattro, belli vivaci e con una gran voglia di fare il bagno. Si capiva da come gridavano e guardavano il mare e da come tiravano i genitori per la mano.

“Evviva! il mare, il mare, tuffiamoci nell’acqua,…. lasciateci andare…”

Ma non potevano fare il bagno vestiti! Così, appena trovato un appoggio all’ombra, in un attimo i piccoli si sono svestiti e via di corsa verso l’acqua. Che gioia vederli saltare nell’acqua e giocare con le lievi onde di Cala di Forno!

“Dài, su, non mi schizzare!” urla felice uno dei bambini.

“E tu non mi tirare per i piedi” risponde prontamente l’altro.

“Portaci il secchiello” dicono alla mamma,

“portami la barchetta gonfiata”

“e gli occhiali”

“e le pinne”

“E…..” e non sapevano più cosa volere tanto erano felici!

Che dire di noi pescignocco che di solito siamo lì soli soletti tranne qualche amico pesce! Come i bambini sono entrati in acqua ci siamo spaventati visto la loro irruenza, e così ci siamo un po’ allontanati. Ma… cosa fa quel piccolino con il secchiello?… raccoglie l’acqua e dentro ci cade pescegnocco Millerighe, che in quel momento transitava veloce per di là andando a cercarsi un nascondiglio.

“AIUTO AIUTO cosa fare, come uscire da questo piccolo posto!” pensa disperandosi Millerighe.

Intanto i bambini che volevano costruire un castello di sabbia, avevano notato nel secchiello quel pescetto colorato anzi a righe addirittura!

“Che pesce buffo abbiamo catturato” dicevano i bambini “ce lo portiamo a casa e lo mettiamo nella vasca”. La povera Millerighe era TERRORIZZATA… a casa nella vasca dicevano i bambini, ma lei voleva vivere lì insieme ai suoi amici pesci non IN UNA VASCA DA SOLA! Le veniva da piangere e se ne stava tutta preoccupata in fondo al secchio.

Intanto laggiù nell’acqua noi pescignocco pensavamo a come fare per farla uscire da lì.

“Organizziamo una squadra che si avvicina alla spiaggia e tra un salto e l’altro cerchiamo di catturare l’attenzione dei bambini” dice MIRTILLO.

“Che quasi sicuramente prenderanno il secchio e cercheranno di catturare anche noi” dice pescegnocco Papillon con espressione preoccupata.

“È troppo rischioso” risponde BU “così potrebbero catturare molti di noi!”

Nel frattempo i genitori dei bambini avevano notato che i piccoli guardavano fisso nel secchio e complottavano fra di loro così che sono andati a vedere.

“Cosa state facendo che siete così seri… cosa avete catturato…” dicono i genitori. La vista del pescegnocco li ha fatti sorridere: siamo pescetti troppo belli e simpatici noi. Ma loro conoscevano le regole del parco, e anche quelle della vita.

“Non si può portare via niente dal parco e i pesci sono felici solo quando stanno nel loro ambiente” dice uno dei genitori, “non possiamo portarlo a casa perché morirebbe durante il viaggio o se riuscisse a sopravvivere rimarrebbe isolato in un vaso di vetro solo senza i suoi compagni… a voi piacerebbe stare in questa situazione?”

I bambini ascoltavano silenziosi, uno ha provato a fare un capriccio ma poi hanno capito e lesti sono andati a svuotare il secchio nel mare.

Quell’onda turbinosa ha preso alla sprovvista Millerighe: lei era così concentrata su come uscire da lì che non si era resa conto che la stavano liberando. Appena in acqua si è scrollata di dosso un po’ di quell’onda e VVVIA verso la nostra tana dove noi ci stavamo ancora consultando sul da farsi. Alla vista di pescegnocco Millerighe, dopo un attimo di sorpresa, le siamo andati intorno e le abbiamo fatto un sacco di feste.

E come ogni buona storia che si conosce noi pescignocco abbiamo festeggiato capriolando e intonando dei cori: “trallalero trallalà la Millerighe eccola qua, era sparita per un pochino, la ritroviamo qui vicino… trallalero trallalà”.

 

 

LA MAGIA

Un bel giorno al Parco dell’Uccellina è venuto in visita un gruppo di persone di Firenze che aveva anche organizzato di passare la notte affittando la foresteria laggiù a Cala di Forno. Era una bella giornata limpida di fine settembre e l’aria era ancora tiepida. Laggiù alla cala la vita di noi pescignocco si svolgeva serena tra una capriola, un salto e una piroetta.

Trascorsa la giornata visitando il parco, il gruppo fiorentino nel tardo pomeriggio stava finalmente arrivando alla cala, la vista era splendida e c’era eccitazione per la cena che si era deciso di fare sulla spiaggia.

“Suvvia, stasera cociamo le salcicce in riva al mare” dice uno del gruppo.

“Eppoi si fa ‘l bagno colle stelle” risponde una ragazza ridacchiando.

“Sì, parli te ch’affogheresti nella vasca da bagno” dice divertito un altro.

Tra le persone del gruppo c’era Marcello Pescegnocco, di professione guardia giurata, che aveva partecipato alla gita anche perché era curioso di sapere e vedere se era vero che a Cala di Forno vivevano i pesci che si chiamavano come lui, Pescegnocco. Lui pensava che forse qualcuno dei suoi avi poteva essere stato pescatore: da lì poteva nascere il suo cognome. Comunque la cosa lo incuriosiva perché le storie sull’origine del suo cognome erano controverse.

Noi pescignocco ignari di tutto questo ce ne stavamo tranquilli e sereni. Pescegnocco BU e io, grandi amici da sempre, conversavamo nuotando lì intorno.

La sera precedente mi ero soffermata ad osservare le stelle e mi erano venute in mente molte domande…“Chi siamo, dove andiamo, cosa facciamo qui…” chiedevo a BU quella mattina che mi ero svegliata con questi pensieri profondi “a cosa serviamo noi, quale è il nostro scopo…” BU mi guarda e dice “calma, una cosa alla volta, questi sono temi che hanno bisogno di tempo per essere discussi… hai la pazienza di ascoltarmi per un paio d’ore?” Beh… sì… certo… questi sono temi che hanno bisogno di tempo e riflessione… ma io non sono molto paziente e vorrei risposte pronte e veloci… e allora cambio discorso…

“Vedi tutti questi colori” gli dico “i colori che ci stanno intorno, sono quelli che contribuiscono all’armonia della vita, al benessere della cala”.

“Sì, in parte è vero” risponde lui “quando la luce che filtra è luminosa noi tutti ci sentiamo meglio, mentre nelle giornate di brutto tempo spesso siamo condizionati dall’atmosfera” e continua “sì, siamo un tutt’uno con l’esterno, siamo parte del cosmo, siamo il cosmo”

Io, pescegnocco Ku amavo disquisire su temi filosofici, anche se con lui non era sempre facile perché alcuni suoi pensieri erano molto più profondi dei miei e io non sempre li capivo.

Intanto Pescegnocco CIPPOLLOTTO girava intorno a pescegnocco Rosa sperando di conquistare la sua attenzione.

“Vieni con me, ti faccio vedere delle rocce qui vicino che hanno delle forme bellissime!”

Millerighe faceva esercizi per migliorare i suoi passi di danza e così anche altri erano impegnati in varie attività.

La sera il gruppo degli escursionisti si riunisce sulla spiaggia e tra cibo e canti il tempo scorre piacevolmente. Verso la mezzanotte, quando tutti sono a dormire, Marcello Pescegnocco ritorna da solo sulla spiaggia perché non era riuscito a vedere i pescignocco e gli amici lo prendevano in giro che quella storia era una grande bugia.

Si siede sulla sabbia e scruta il mare cercando di vedere se c’è qualche pescegnocco in giro, perché gli avevano detto che talvolta nelle ore tarde della notte i pesci venivano a galla e facevano delle piroette. Marcello Pescegnocco si chiedeva chissà perché quel posto gli piaceva tanto, si sentiva a casa, pareva come se fosse già stato lì!

Ed ecco che dopo un po’ veniamo a galla noi pescignocco, le prime capriole titubanti, qualche saltino: era passata da poco la mezzanotte, e avevamo voglia di sgranchire le pinne. Marcello trattiene il fiato, “allora è vera la storia dei pescignocco, non è inventata, sono veramente capaci di fare i salti e le piroette” pensa emozionato!

Si avvicina all’acqua perché vuole vedere meglio, si fa lambire dalle onde. Il cielo è stellato e la notte è quieta. Marcello si sente attirato dal mare, entra in acqua e si lascia cullare. Noi stranamente non abbiamo paura, lo sentiamo amico e ci avviciniamo e gli saltelliamo intorno. Il cielo è così scuro che si vedono brillare tutte le stelle. E come d’incanto noi pescignocco abbracciamo Marcello così che per magia noi pescignocco diventiamo Marcello e Marcello diventa uno di noi e in quell’attimo il cielo è solcato da una splendida e luminosa stella e l’incantesimo è compiuto!

Dopo poco Marcello si ritrova sulla battigia circondato da noi pescignocco e si fa avanti il pesce più anziano, pescegnocco PEPITO che, messosi al centro del gruppo richiama l’attenzione di tutti dicendo: “stasera vi racconto una storia, la vera storia del pescegnocco”. Ci facciamo silenziosi e lui comincia a raccontare.

“Noi pescignocco siamo una razza speciale, quando si creano le circostanze come stasera, noi veniamo in possesso di poteri speciali, che ci permettono di fare delle cose straordinarie che poi vi dirò. Ma andiamo per ordine.

Il giorno della Sagra di Batignano, quando festeggiamo e ci moltiplichiamo, circa ogni centocinquant’anni siamo protagonisti di un fatto speciale: uno dei nuovi pescegnocco è diverso e, anche se appare simile a tutti gli altri, racchiude in sé il potenziale umano. I pesci anziani lo hanno sempre saputo riconoscere così che, le rare volte che è accaduto, si è provveduto a spingerlo sulla spiaggia”.

Noi tutti ci giriamo dalla parte di Marcello Pescegnocco, lo stupore ci fa stare a bocca aperta! Marcello è immobile, ascolta come incantato.

“Una volta, tanti anni fa -prosegue PEPITO e per moltissimi anni, quella che è oggi una foresteria, è stato un convento dove i frati conoscevano il miracolo del pescegnocco, da qui è partita la sagra e la festa. Era una consuetudine venire a vedere se era nato un nuovo pescegnocco umano. Così è stato per gli antenati di Marcello: si chiamano tutti Marcello perché il primo frate che ha raccolto il pescegnocco umano si chiamava Marcello, da qui il nome Marcello è rimasto”.

Tutti ascoltavamo attenti e anche emozionati, Marcello era uno di noi, e noi eravamo anche Marcello! INCREDIBILE!!!

PREZZEMOLO lo guardava cercando in lui i tratti del pesce e pescegnocco Verde-a-Pois gli girava intorno cercando le pinne.

“E ora vi spiego i poteri speciali che avete acquisito con la magia di stasera. Voi pescignocco potete volare e avete acquisito una sensibilità, un ascolto alle cose del mondo, anche a quelle più lontane. Da adesso inizia la vostra missione, ognuno avrà un suo scopo che realizzerà insieme agli altri pescignocco e a Marcello Pescegnocco. Poi scoprirete anche altri vostri poteri ma lo farete nel tempo, migliorandovi un poco alla volta. Marcello sarà l’agente esterno, lui sarà importante per le parti che voi non potrete fare, lui ha il potere delle mani e dell’occhio laser e altri poteri che gli potranno consentire di trasferirsi nei posti dove c’è la missione semplicemente con il pensiero”.

Eravamo tutti muti come un pesce, Marcello Pescegnocco era immobile, non sapeva se tutto questo fosse un sogno o la realtà. Alla fine esausto per tutte queste avventure, si addormenta sulla spiaggia, vegliato dalle onde che gli tengono compagnia.

E noi pescignocco? Ci siamo subito addormentati dopo tutte queste emozioni? Macchè… Eccoci lì nel buio della notte a provare di volare.

“Dài, tira su le pinne” urla BU “spingiti avanti, poffarbacco pescignocco, coraggio… tutti insieme.”

L’anziano PEPITO non ce lo aveva spiegato come fare, o noi ad un certo punto non siamo stati più lì ad ascoltare e adesso lui si era addormentato, e noi pescignocco tra un capitombolo e l’altro provavamo a volare finché esausti ma felici, cullati dal mare, dolcemente ci addormentiamo sognando di volare in posti sconosciuti! Poi d’un tratto ci svegliamo chiedendoci “qual è la missione,nonno PEPITO non ce l’ha detto… se n’è dimenticato… ce lo dirà domani…”

E così cala la calma su Cala di Forno, tutto si ferma, tutto dorme, tranne io, pescegnocco KU che non vedevo l’ora di volare.

 

 

PROVE DI VOLO

Mentre l’alba stava per sorgere io, pescegnocco KU, stavo ancora provando a volare, mi lanciavo dagli scogli, aprivo le pinne e… puff: cadevo in acqua sempre sbattendo il muso! E quando provavo ad aiutarmi gonfiando il sotto della pinna al massimo facevo una capriola! Mah… come sarà?… prova e riprova, non riuscivo a capire. Peccato che il mio saggio amico BU era andato a dormire, sicuramente mi avrebbe dato buoni consigli.

Quello stesso giorno, nella tarda mattinata, l’acqua di Cala di Forno sembrava ribollire, tanti eravamo noi pescignocco indaffarati a provare i poteri magici!

“Aprite quelle pinne” diceva pescegnocco BU “forza, alzate gli occhi, guardate in alto, su, su, squame aperte e denti stretti…”.

“Tutti in fila indiana” suggeriva pescegnocco RUCOLO “il primo si faccia spingere dagli altri e in velocità faccia il salto aprendo le pinne”.

I normali pesci lì intorno non capivano, noi pescignocco sicuramente eravamo una razza vivace, ma così non si era mai visto! Capriole, piroette, salti in alto… ma del volo nemmeno l’ombra tanto che dopo ore di estenuanti prove ci riuniamo, sollecitati da BU per decidere il da farsi.

“È stato un sogno o è tutto vero?”, ci dicevamo. Ma siccome tutti avevamo la stessa percezione decidiamo che era vero e che bisognava andare dall’anziano PEPITO e farsi spiegare come funzionava la magia. Pinnando veloci e ansiosi di sapere, ci avviciniamo a lui che, un po’ sordo e un po’ perso nelle sue fantastiche invenzioni non ci ha nemmeno sentiti arrivare. Sta progettando uno scafandro per pesci anti-umidità fatto di alghe!

Tutti noi pescignocco gli chiediamo di spiegarci il funzionamento dei poteri speciali.

“Caro PEPITO” esordisco io “abbiamo provato tutto il giorno a volare ma non ci siamo riusciti!”.

Lui non sente, allora io mi avvicino e gli chiedo spiegazioni.

“Come si fa a volare, ieri sera ci hai detto della magia ma fino adesso nessuno di noi è riuscito ad alzarsi in volo… forse è tutto uno scherzo?”.

Lui, guardandoci, dice che era tutto vero ma tutto si doveva svolgere la notte precedente nel momento del manifestarsi della magia, anche la spiegazione del funzionamento dei poteri speciali, ma noi non avevamo ascoltato e qualcuno si era anche addormentato. Quella spiegazione adesso lui se l’era scordata e non poteva più farci niente!…

“Mi dispiace” dice “ ma la magia aveva un tempo anche per me, adesso non mi ricordo più niente!”.

Che delusione ragazzi, e adesso che fare?… A tutti noi sarebbe piaciuto volare! L’unica cosa era continuare a provare.

La sera arriva presto anche perché le prove di volo si susseguono tutto il pomeriggio e, anche se esausti, non ci perdiamo d’animo. Finalmente arrivano le stelle a rischiarare la nostra magnifica cala e, ascoltando i nostri pensieri, si affrettano a venirci in aiuto mandando la stella W che capta i segnali del mondo e conosce il segreto di noi pescignocco. Svelta si affretta a scendere sul mare, si appoggia sull’acqua, e in un attimo le siamo intorno. Lei, mormorando, svela il segreto. In un battito di pinne, o quasi, noi pescignocco siamo fuori dall’acqua: VOLIAMO!… VOLIAMO!… Portiamo in trionfo la nostra cara amica stella inaugurando il nostro primo volo.

E mentre la stella torna alta a brillare noi torniamo giù, da nonno PEPITO, e felici lo ringraziamo portando fuori anche lui a volare. E la luna si affaccia, e rischiara la cala, e rischiara la gioia e rischiara la vita.

 

I POTERI SPECIALI

Marcello Pescegnocco alle prime luci dell’alba, o poco dopo, aperti gli occhi svegliato dalla luce, si ritrova sdraiato sulla sabbia, e, dopo essersi messo seduto scrolla la testa per fare ordine nei suoi pensieri. La prima cosa che gli viene in mente è la faccenda della magia. Cerca di ricordare, anzi ricorda, ma scrutando il mare non vede movimenti di pesci strani. E così gli viene da pensare che forse si era semplicemente preso una grossa ciucca! Si avvia verso la foresteria ancora addormentata, girandosi spesso ad osservare il mare. Arrivato alla casa rosa si stende sul letto e si mette a pensare:

“Forse ho sognato, dopo aver bevuto tanto mi sono addormentato e ho sognato dei pescignocco… Era un bel sogno e io avevo poteri speciali… magari poter volare e mi pare dicessero… una vista speciale…”

Così pensava il nostro amico Marcello Pescegnocco in attesa che i suoi compagni si svegliassero. Quello era il giorno del ritorno e più tardi camminando nel parco tutti in fila sul sentiero di rientro, felici della bella escursione fatta e della serata sulla spiaggia, il gruppo fiorentino prende la strada di casa. Gli amici canzonano Marcello sempre per quella storia delle origini del suo cognome…

“Oh bischero, ma che ci pigli ‘n giro: ‘unnesistono i pescignocco, l’è tutta ‘na baggianata…” gli dicevano gli amici.

Lui Marcello sta al gioco, vuole bene ai suoi amici ma in cuor suo desidererebbe stare un po’ da solo perché… pensava: “e se fosse tutto vero?… dovrei provare… poteri speciali!…”. Salito sul pullman che li riporta a casa si mette dietro così spera di poter verificare magari gli occhi laser come gli sembrava avesse detto qualcuno dei pescignocco. Lui provava e riprovava a stringere gli occhi, ad aprirli al massimo, a chiuderli ma non succedeva niente! E poi cosa poteva significare la vista laser, che avrebbe mai potuto fare di diverso…?

Gli amici gli chiedevano se avesse problemi agli occhi visto che li muoveva in continuazione “Marcellooo, oh che tu fai: c’hai l’occhi a telescopio?” e lui rispondeva con un vago cenno del capo dicendo “mi bruciano gli occhi, avete del collirio?”.

E che dire del volo, mah, lui provava a volare saltando dal predellino della corriera ma, a parte lo scherno degli amici (“oh che se’ ancora ciucco, bischero?”) e una brutta storta, niente di nuovo era successo. Così, arrivato a casa, si convince che è stato tutto uno scherzo del buon vino e poggiato lo zaino, stanco sfinito, si addormenta sul divano.

 

LA MAGIA È FANTASIA?

La vita di Marcello dopo l’avventura di Cala di Forno si svolgeva tranquilla, tra il lavoro, gli amici e le solite abitudini. Lui ogni tanto tornava con il pensiero alla notte della magia ma siccome non era più successo niente, nessun potere speciale si era manifestato, si era quasi convinto che tutta questa storia dei pescignocco fosse solo un oggetto della sua fantasia.

“Ma certo” si diceva “sarà stato l’effetto del vino, sarò stato condizionato dai racconti dei miei parenti… quei pesci che ho visto… forse erano solo ombre, o allucinazioni enologiche…”.

Tempo dopo Marcello Pescegnocco si trovava una sera solo soletto in una trattoria a Batignano, dove sapeva di trovare i famosi gnocchi di cui lui era molto goloso. Quella sera oltre ai soliti gnocchi al pomodoro e basilico avevano preparato anche il sugo mare e monti con funghi e seppioline e la nuova ricetta con melanzane, provola affumicata e spolveratina di menta.

“Se lei lo vòle” dice il cameriere premuroso, “le porto ‘n piatto abbondante d’assaggini di gnocchi”.

Beh, che scorpacciata per Marcello: ha voluto assaggiarli tutti e si è riempito a tal punto che la camicia gli si apriva sulla pancia che era tonda come un monticello. Non riusciva poi ad identificare un sapore per lui insolito che dava un tocco di novità a uno dei sughi, ma vista la quantità e la voracità della mangiata i sapori si erano mischiati troppo velocemente. Se ne stava seduto, quasi sdraiato, sulla sedia aiutando la digestione con un bicchierino del cosiddetto amaro della casa. Gli gnocchi nella digestione facevano strani rumori e anche qualche movimento ma il tutto era piacevole, una piacevole digestione. Stava quasi per sonnecchiare il nostro amico Marcello, anche il fresco vinello aveva dato il suo contribuito!

Ad un tratto sente un urlo, si sveglia all’improvviso e vede un bambino che sta attraversando la strada mentre sopraggiunge una macchina a gran velocità.

“ATTENTOOO”… VRRRRRRUM…

Di scatto si alza mettendo istintivamente avanti le mani come per frenare il bambino o la macchina e… di colpo la macchina si ferma!

CRRRRRRRRRR…

Gran frastuono, urla, pianti, si sfoga la paura, il conducente della macchina non capisce come è riuscito a fermarsi, dato che non aveva visto il bambino. Tra un po’ di confusione e un po’ di emozione la cosa si placa, fortunatamente finita bene, con le scuse di tutti e una sgridata al bambino vivace.

L’unico turbato è lui Marcello Pescegnocco che sta da una parte e si osserva le mani, non capisce: “è stato un caso fortunato o sono stato io a fermare la macchina?”.

Le sue mani sono calde e l’animo è in subbuglio… “la magia… ma allora è vero!” Prova a usare le mani cercando di spostare degli oggetti, prova a fermare altre macchine di passaggio con la forza delle mani… niente, non succede niente. Rammaricato del dubbio rimasto, ma soddisfatto della piacevole serata, si avvia verso casa, cercando di non pensare alla magia ma continuando a pensarci.

DECOLLI E ATTERRAGGI

Intanto continuavano le prove di volo: che via vai quella mattina su Cala di Forno, sembrava un vespaio più che una cala, con tanti pescignocco in decolli dalla roccia e atterraggi con schizzo! Si potevano vedere i pescignocco volare sopra l’acqua e… ecco BU esibirsi in una capriola in volo… e io KU serissima andare su e giù per la cala sperimentando le varie velocità seguita da pescegnocco Rosa eccitata dalla velocità del volo e CIPPOLLOTTO starle dietro, sicuro stavolta di affascinarla con qualche battito di pinna. E che dire di PREZZEMOLO che faceva un figurone con i suoi nuovi occhiali da volo!

Si sentiva in alto un solo WRRRR e in basso a filo dell’acqua un solo RRRRR dei pescignocco in prova-motoscafo. E sotto l’acqua si pinnava tipo sommergibile, un po’ su un po’ giù in verticale e in orizzontale; le pinne multi-uso erano davvero eccezionali tranne che per qualche scontro per fortuna di lievissima entità!

Altra stupenda magia era la possibilità di cambiare colore alle squame, bastava pensare un colore e subito le squame si coloravano, potevano essere rosse o arcobaleno oppure verde bosco, che era il colore preferito da pescegnocco BU il cui maggior desiderio sarebbe stato quello di essere un orso bruno.

La stella W aveva anche detto che la magia avrebbe avuto anche altre possibilità che noi avremmo scoperto al momento opportuno e la magia si sarebbe potenziata nel contatto con Marcello Pescegnocco.

Purtroppo noi, un po’ eccitati dalla possibilità del volo, un po’ sorpresi da tante novità, ci eravamo dimenticati di fare domande su come contattare Marcello Pescegnocco e SOPRATTUTTO COSA ERA E QUALE ERA LA MISSIONE!?!

Mah, a vederci sfrecciare non sembravamo poi così preoccupati, prima o poi anche questa cosa si sarebbe svelata, pensavano i più saggi!

wrrrrrrr… zzzzzzzz… fffffff… pof pof… splash… punfete pu…

 

LA SIGNORA ELISA

La vita di Marcello Pescegnocco continuava indisturbata. Il suo lavoro di guardia giurata lo impegnava, ma fortunatamente niente di così grave stava succedendo. Tranne il pensiero della magia che ormai era costante, quasi ossessivo, sia al lavoro che a casa.

“Ma la macchina come si è potuta fermare così improvvisamente? E perché le mie mani erano bollenti…” pensa e ripensa Marcello.

Provava continuamente la forza delle mani, tanto che si era isolato dagli amici perché era sempre pensieroso e non poteva condividere con nessuno questa sua esperienza perché lo avrebbero preso per pazzo.

Un bel giorno, qualche tempo dopo, la signora Elisa, una vicina di casa originaria del Molise, lo invita a pranzo: “è da un po’ che non ti vedo Marcello” gli dice incontrandolo nel cortile di casa “vieni a pranzo domenica, così parliamo un po’, ti preparerò una delle mie specialità che ti piacciono tanto, sarà una sorpresa!”.

Lui non se lo fa dire due volte e anche se non era un gran chiacchierone era però un gran mangione e il giorno fissato, mentre a piedi si dirigeva verso la casa, pensava a cosa gli avesse potuto cucinare… pomodori con riso o penne al fosso… rollé di maiale o insalata russa… insomma la signora Elisa gli avrebbe sicuramente cucinato qualcosa di buono! Ma non si sarebbe mai aspettato quella specialità: la signora Elisa era anziana e quel piatto richiedeva un gran lavoro ed era da tanto tempo che lei non li faceva più gli gnocchi forchettati con sugo rosso alle spuntature di maiale! Che goduria anche solo a vedere quei bei gnocchetti che fatti scivolare sulla forchetta acquistano un aspetto bizzarro e, come dice la signora Elisa, “tra i solchi lasciati dalla forchetta si insinua anche il sugo più refrattario!”.

Beh! quel giorno Marcello ha superato se stesso, mangiando così tanti gnocchi che la signora Elisa ad un certo punto l’ha guardato e gli ha chiesto: “Marcello caro, ma da quanto tempo non mangi…”. Vallo a spiegare che lui per gli gnocchi andava pazzo!

Dopo pranzo mentre la signora Elisa gli elencava i vari acciacchi della vecchiaia “…e poi devo fare le analisi per la pressione e quelle per la circolazione” diceva lei contenta di poter parlare di sé “e prendo la pasticca per il cuore e…” lui si è addormentato! Sì, non ce l’ha fatta ad ascoltare più di tanto e poi gli gnocchi a lui richiedono la cosiddetta pennica.

C’era silenzio lì in casa, anche la signora Elisa si era poi appisolata e Marcello ha cominciato a sognare luoghi sconosciuti, posti in riva al mare, gli sembrava come di volare, senza aereo, solo con se stesso, forse su un tappeto volante. Era accompagnato da un paio di noi pescetti simpatici conosciuti tempo prima, noi pescignocco, che gli stavano accanto. Nel sogno arrivavamo in un posto di montagna dove stava precipitando un grosso masso che avrebbe distrutto un paese… in un attimo Marcello Pescegnocco con la potenza delle sue mani ferma la caduta e risistema il masso in un posto più sicuro!

Si sveglia improvvisamente e lì per lì non capisce dove sta… gli sembra di avere le mani indolenzite… Povero Marcello sempre a caccia di prove a verifica della magia!… Anche stavolta c’è cascato: era un sogno, un bel sogno, ma niente magia. Si alza dalla poltrona, ringrazia e, avviandosi verso la porta, saluta la signora Elisa…

“Grazie signora Elisa, i suoi gnocchi erano fantastici, anzi magici”. Lei attenta lo guarda e gli dice: “Marcello, come mai hai i pantaloni e la camicia sporchi di… fango???”.

“Mah…”, dice lui mentre lei prova a pulirlo, “…cara signora Elisa, sarà la magia…” e chiude la porta sospirando.

 

IL FORZIERE E GLI SQUALI

Una mattina MENTUCCIA, finalmente libera dai suoi molti impegni, voleva dedicare del tempo a rovistare nel vecchio baule che noi pescignocco avevamo trovato nel mare molto tempo prima e dove nessuno veramente si era curato di cercare bene cosa contenesse, a parte due libri che pescegnocco BU si era portato nella tana.

L’acqua era calma quel giorno e il sole alto rischiarava quel pezzetto di fondale marino.

MENTUCCIA apre il baule e… -meraviglia!- quanti colori escono dal quel contenitore, c’è il giallo, il rosso, l’arancio, sono un poco sbiaditi ma sembrano un arcobaleno! Si avvicina e guarda meglio e scopre che sono delle collane di perline e altri oggetti forse persi dagli uomini durante le loro escursioni in mare, e poi ritrovati da noi pescignocco. Nel baule si trova anche qualche pezzetto di stoffa, un cappellino rosso, una ciabatta, tante cose simpatiche che potranno forse un giorno servire. C’è pure una bella cornice con una foto sbiadita… e poi ci sono dei libri, altre fotografie e oggetti diversi coperti da uno strato di mucillagine.

È lì intenta a curiosare divertita da tante insolite cose che quasi non si accorge che dietro di lei sono arrivati due grossi pesci dai denti sporgenti e con un po’ di bava! OI OI OI aiuto, sono i pescisqualo, brutta cosa, non si fanno mai vedere se non quando possono arraffare qualcosa, qualsiasi cosa, l’importante è dare fastidio.

Pescegnocco MENTUCCIA, dopo il primo attimo di smarrimento e di paura, cerca di parlarci, sono anche loro dei pesci, vuole sapere cosa vogliono.

“Cari amici, come mai da queste parti?” dice lei cercando di stare sul simpatico. Rispondono: “siamo qui perché abbiamo visto un luccicare di qualcosa, e dove luccica c’è sempre qualcosa per noi” e intanto sghignazzano digrignando i denti “quel baule è nostro, ce lo portiamo via”.

Lì intorno si era formata una certa folla di pescignocco, volevano aiutare MENTUCCIA, anche se capivano che lei era piena di coraggio. Quel giorno mancavamo BU, MIRTILLO e io perché eravamo andati a perlustrare una zona lì vicino che si diceva fosse pericolosa.

I due squali nel frattempo erano vicini al baule e mettevano i denti dappertutto, avidi di vedere che razza di tesori fossero quelli. MENTUCCIA, sapendo di avere alle spalle tutti i suoi amici pescignocco cerca di far comprendere ai due che sono cose di poco valore per loro due pescisqualo: “sono cose semplici, senza valore per voi, sono perline, sassolini, cose raccolte in giro per la cala, ricordi che per noi hanno un valore affettivo perché trovati e raccolti in posti diversi”.

Lei cercava di essere gentile, ma con i pescisqualo non c’è possibilità di farsi rispettare. Per loro la parola valore affettivo significava chissà che tesoro, loro non conoscevano il termine affettivo ma solo valore così che gli veniva la bava alla bocca solo all’idea di sgraffignare qualcosa a qualcuno.

Dopo inutili tentativi di dialogo MENTUCCIA decide di mollare il baule agli squali tanto era inutile insistere, quelli non volevano sentire ragione, si sentivano padroni di tutto.

Come lei si allontana e si unisce agli altri, i due si tuffano sul baule, lo agguantano con i denti e, a denti stretti lasciando una scia di bava, cercano di trasportarlo lontano. Nel frattempo BU, MIRTILLO e io, avvisati da alcuni pescignocco di vedetta, avevamo preparato, grazie alla magia, una trappola per i due. Dopo aver trasformato le squame in splendidi e brillanti colori, insieme a pescegnocco Millerighe, Pois, Rosa, Papillon ed altri, ci siamo raggruppati vicinissimi allo scoglio dove sarebbero passati i due squali e, simulando l’effetto di pietre preziose, ci muovevamo lentamente per creare un luccichio.

I due squali in fuga vedendo quel luccichio, bramosi e avidi a più non posso, si lanciano verso lo scoglio sempre con il baule appresso e quando sono vicinissimi… voilà… noi pescignocco facciamo una capriola e ci allontaniamo dalla roccia lasciando che i due squali prendessero una gran musata, mollando finalmente anche il baule. AHI AHI che male…. Dopo poco, mesti mesti si risvegliano dal gran colpo e trovano noi pescignocco affaccendati a soccorrerli. “MAH…” si dicono i due più tardi tornando nella loro tana “che strani questi pescignocco, potevano farci a pezzi e si sono preoccupati di soccorrerci! MAH…”.

E così noi pescignocco, felici del buon esito della storia, piroettiamo tutti insieme cantando una canzone: trallalero trallalà i pescisqualo via di qua.

 

AL LAVORO CON MARCELLO PESCEGNOCCO

Il nostro amico Marcello Pescegnocco stava acquistando una certa confidenza con i suoi poteri e veniva spesso chiamato telepaticamente da noi pescignocco per risolvere casi complessi. Ormai lui girava con una borsa termica con gli gnocchi sempre pronti perché si era capito che i suoi poteri si attivavano dopo una ingurgitata di gnocchi.

Questa volta noi pescignocco avevamo captato il pensiero preoccupato di un sindaco di una grande città che non riusciva più a contenere i vandali che impiastricciavano i muri e non sapeva più come fare per fermare questo scempio.

“Ma tu guarda” era il pensiero del sindaco “una città così bella, con dei monumenti antichi preziosi imbrattati da scritte stupide e inutili… come fare, cosa fare per fermare questo scempio?…”. Il suo pensiero era talmente forte e forse era accompagnato da quello altrettanto forte dei cittadini, perché è stato sentito dai noi pescignocco che, vista la gravità del caso, decidiamo di contattare Marcello.

Lui mangia un piatto di gnocchi al sugo di pomodoro e basilico e attiva la telepatia con noi pescignocco e insieme decidiamo la strategia migliore per far finire le imbrattate.

Dopo pochissimo, in riunione telepatica, disturbata quel giorno da un forte vento di maestrale che increspava turbinosamente il mare fin nella cala, Marcello Pescegnocco suggerisce di usare “la legge del …one…”. Noi pescignocco, alquanto rabbuiati ci guardiamo l’un l’altro dicendo “Marcello, ma cosa ti viene in mente, la legge del taglione… hai parlato della legge del taglione… non possiamo essere d’accordo… troviamo un altro metodo!”. PREZZEMOLO, che quella mattina aveva messo un paio di occhiali nuovi e non se li voleva togliere tanto si piaceva così, dice con una certa soddisfazione guardando gli altri… “no, non ha detto TAGLIONE, ha detto FARLOCCONE… la legge del FARLOCCONE!”. Noi pescignocco ci rilassiamo un po’, e chiediamo spiegazioni.

Marcello spiega dicendo: “secondo me quelli che imbrattano e sporcano inutilmente, in primo luogo danneggiano loro stessi, oltre a creare ostilità verso di loro.”

Pescegnocco BU condivideva questo pensiero, lui così profondo, diceva che era un peccato che i giovani non trovassero altri modi per sfogare le loro delusioni, le loro rabbie se non distruggendo e sporcando.

Perciò avevamo pensato di utilizzare i poteri speciali dell’occhio laser di Marcello e la nostra capacità di trasformazione del pigmento per far venire un’allergia fatta di bolle sulle mani e sulle braccia alle persone che non rispettavano i muri, mantenendo l’allergia con prurito per una settimana e in casi recidivi anche per qualche settimana, con scomparsa totale nella rinuncia al vandalismo.

Beh, a tutti noi pescignocco è piaciuta l’idea, così ci mettiamo subito al lavoro e Marcello si prepara un ottimo piatto di gnocchi al pesto che avrebbero favorito la magia e un buon bicchiere di vino rosato. Anche il vino aveva la sua importanza nella missione, mi diceva Marcello, favoriva la pennica propizia alla magia anche se in questo caso la dormita sarebbe stata notturna, visto che i vandali di preferenza agivano la notte!

Che soddisfazione per noi tutti riuscire a trovare giuste soluzioni a problematiche complesse… e come era bello pensare creativamente a risolvere i vari casi… così pensavamo…

Finito il lavoro, che ci impegnava in concentrazione sia noi pescignocco che Marcello Pescegnocco, ci attendeva una mattinata pigra e sonnacchiosa quaggiù a Cala di Forno e chissà, magari una nuova invenzione di nonno PEPITO sempre alla ricerca della invenzione del secolo!

Marcello se ne torna al suo abituale lavoro, in fondo non è cambiato molto per lui che è una guardia giurata, forse sta mangiando un po’ troppi gnocchi, ma -come si fa?- la missione è più importante di un po’ di pancetta e poi potrà sempre chiedere a pescegnocco VIOLA qualche consiglio per una forma perfetta, lei che è una specialista del fitness…

Io, KU, disquisivo con BU sui temi delle vita, dei giovani, del mondo dove sta andando.

“Ma perché c’è tanto disagio fra i giovani?” chiedevo “il mondo è bello, come mai i giovani sono tristi?”. Talvolta si univa a noi pescegnocco GINGER che era un grande pensatore e passava molto tempo a riflettere con noi e altri interessati a questi argomenti. PREZZEMOLO si teneva lontano, lui ci trovava noiosi e non sempre era d’accordo con noi… lui volentieri avrebbe imbrattato qualche muro con scritte sconce, così, tanto per essere dispettoso.

 

PEPITO E LE SUE INVENZIONI

Pescegnocco PEPITO, il più anziano di tutti noi pescignocco, conosceva le cose del mondo perché le aveva vissute e perché aveva imparato dopo un lungo esercizio a percepire ed ascoltare i suoni del mondo e ne era valsa la pena, adesso nel suo silenzio dialogava con tutti e con tutto.

Erano un po’ di giorni che lo si vedeva impegnato ad armeggiare su qualcosa di nuovo che lo teneva occupato. Era circondato da un mucchio di alghe e chissà cosa stavano tramando insieme! Quella mattina noi pescignocco stavano ancora sonnecchiando quando sentiamo uno strano sibilo, uno SSSSSSSSSS continuo, non fastidioso, quasi una nota di violino. BU si sveglia seguito da me pescegnocco KU e poi tutti gli altri e allibiti cosa vediamo? Un oggetto volante? Strisciante? Boh, strano lo era e, ancor più strano, sopra c’era nonno PEPITO che fiero della sua invenzione la stava portando in giro per farla vedere a tutti: L’ALGAROMEO GT detta anche ALGHETTA GT. Una favola! Colorata di rosa!

“Pescegnocco PEPITO, è stupenda” diciamo tutti in coro.

Svelti tutti noi saliamo sull’ALGHETTA GT e ci facciamo trasportare per mari e per monti da PEPITO che, orgoglioso della sua invenzione, ci spiega che con quel mezzo anche un anzianotto come lui avrebbe potuto partecipare a qualche spedizione e, volendo, quando era stanco ci poteva anche dormire, perché lui non se la sentiva più di faticare!

EVVIVA EVVIVA lui e le sue intenzioni e invenzioni, sarebbe stata una presenza preziosa nelle missioni, vista la sua esperienza di vita! E… CARICATO DA 90 nonno PEPITO scivola lieto sopra le onde e gli luccicano gli occhi… questa sì è vita… Sospira ridendo, alza gli occhi al cielo e in silenzio ringrazia. E noi pensiamo alla poesia che aveva scritto, non troppo tempo addietro, in occasione del suo 90° compleanno:

TITOLO: “CARICATO DA NOVANTA!”

Gioventù passata con impegno senza sosta

a cercar le soluzioni a migliorare le idee,

il cammin del giorno dopo giorno per non perdere

momenti e gli attimi fuggenti.

Or non mi lamento per l’ancor poco tempo

ma voglio solo cercare il senso al fin che il

passato sia di conforto a favore dei ricordi

nei quali il pensier aleggia e conduce verso immagini

dei tanti anni ormai andati.

Son caricato da novanta, nonostante tutto ciò

appesantito ancora no.

L’energia è rallentata in rapporto a tutti

gli anni accumulati e l’impressione che mi fa non

chiude la porta della dignità perché di vivere fin

che c’è è positivo per me come la musica dei celebri

e grandi Autori che infonde nei “finali” gioia, allegria e genialità

e fa rinviare, quanto nessuno lo sa,

la fine di qua e forse l’inizio di senso di vita

in un’altra Entità.

 

LA FARFALLA GIALLA

Dal giorno della magia la vita a Cala di Forno era un po’ cambiata: le belle giornate tranquille a caccia di mosche erano state sostituite, almeno per questo primo periodo, da frenetici voli di “ricognizione sul campo”, sì, perché noi pescignocco stavamo scoprendo un nuovo mondo là fuori dall’acqua e in gruppo ci spostavamo sul parco dell’Uccellina ammirandone la bellezza. È stato durante una di queste escursioni aeree che si ci siamo persi pescegnocco PEPITO, il quale aveva voluto seguirci sull’Alghetta GT ma poi, un po’ perché noi eravamo andati a visitare una torre e un po’ perché lui era stanco, lo avevamo lasciato da solo, pensando di ritrovarlo là dove lo avevamo lasciato, nell’Alghetta PINK. Cerca di qua e di là, lo troviamo che stava parlottando fitto fitto con una bella farfalla gialla che lo aveva scambiato per un suo simile. PEPITO stava raccontando alla cara farfallina tutta la sua vita dall’inizio dei tempi, il suo amore per la musica, la poesia, le invenzioni…

“Vedi cara creatura” le diceva “da giovane, perché anch’io sono stato giovanotto, andavo a suonare nelle balere, io suonavo la tromba e il violino e facevo ballare e divertire le persone, avrei voluto fare il musicista ma, la guerra… la famiglia… le circostanze me lo hanno impedito, così adesso scrivo, scrivo storie, poesie, invento…”. Lui un po’ duro d’orecchi non si rendeva conto che la farfallina andava di fretta, ma per fortuna siamo arrivati noi pescignocco così si è distratto e la farfallina gialla ha potuto salutare con la promessa di scendere giù alla cala un giorno di bel tempo.

“Verrò a trovarvi presto, così PEPITO potrà continuare a raccontarmi la sua storia”. Noi, saliti tutti sull’Alghetta GT PINK, salutiamo la farfalla e scendiamo veloci all’amata cala, felici di tuffarci nel nostro amato mare, e tra tuffi, schizzi e capriole ritrovare felici il gusto di nuotare.

 

SCARICO NOTTURNO SULLA CALA

Una notte piena di stelle mentre noi pescignocco dormivano lieti dopo le molte avventure diurne, ci svegliamo all’improvviso con un sobbalzo. L’acqua era in movimento e si sentiva un rumore sordo. Poi più niente. Più tardi si sentono delle voci che dicono: “forza, restiamo qui per stanotte, facciamo il bagno, l’acqua è tiepida stasera; e più tardi un buon piatto di spaghetti completerà questa bella serata!”. Seguono delle risate poi tuffi e movimento di nuotata… Tutto questo veniva avvertito stando nel nostro nascondiglio d’emergenza, sotto le rocce, al riparo da tutto. All’ultimo momento avevamo dovuto trascinare nonno PEPITO che, preso dal sonno, non si era accorto di niente! La notte è trascorsa là, si sentiva un chiacchiericcio venire da sopra, e si vedeva la sagoma della barca. Quando finalmente al mattino la barca se n’è andata, usciamo dal nostro nascondiglio e andiamo a vedere cosa è successo… AHI: la nostra bella acqua limpida sporcata da rifiuti e sulla spiaggia buste di plastica e altro…

“Porca paletta, ma tu guarda che incivili!” diceva pescegnocco MIRTILLO “tanto si sono divertiti nella nostra cala accogliente che si sono dimenticati di portare via i rifiuti, oppure li hanno lasciati apposta…” brontolava svolazzando sulla spiaggia “li prenderei tutti da una parte e… SECCHIO E PALETTA giù CAZZUOLATE!!!”.

Che fare se non contattare Marcello Pescegnocco? Il quale stava andando a lavorare ma, raggiunto da noi telepaticamente, torna svelto a casa a mangiare gli gnocchi e, divorati due piatti, si addormenta e si mette alla ricerca della barca.

Le coordinate gliele diamo noi che, rintracciato il motoscafo già siamo sul posto, anzi stiamo provando l’ebbrezza della velocità e godendo della novità. In un batter d’occhio, nel sonno, Marcello fa la magia e: …magia magia magia, sposta l’immondizia lasciata nella cala e fa in modo che la stessa segua il motoscafo al quale all’improvviso si inceppa il motore e si blocca! I passeggeri del motoscafo scendono in acqua per controllare e si ritrovano circondati dall’immondizia… la loro immondizia perché ne riconoscono i sacchetti!

“Caspita, si è inceppato il motore” dice uno degli occupanti “ma che cos’è tutta ‘stà monnezza qui intorno… sembra quella che abbiamo lasciato alla cala, come pò esse successo?!?” L’altro guarda giù e non si capacita, sono proprio i loro sacchetti… Escono a vedere anche le donne, e si guardano intorno e non capiscono come è potuta succedere questa cosa!

Dopo essere scesi nell’acqua sporca e aver riparato il danno, “è solo un sacchetto di plastica intorno alle eliche del motore” dice uno degli uomini, ripartono ma… la sporcizia li segue.

Che strana cosa, pensano arrivando in porto con quel seguito insolito, e sono obbligati a pulire, altrimenti prendono una multa.

Mentre va al lavoro Marcello Pescegnocco ripensa alla missione e si chiede se sarà servito a qualcosa il suo intervento, forse doveva aggiungere un po’ di peperoncino a quel sugo di pomodoro, la magia sarebbe stata più PICCANTE!

Intanto noi pescignocco felici della corsa in motoscafo tornando alla nostra cara cala, sognavamo ad occhi aperti un guadagnato riposino. Pescegnocco Millerighe incrociando pesce gnocco PREZZEMOLO che si stava pavoneggiando per la bella abbronzatura da motoscafo, gli dice “non ti sembra che forse abbiamo un po’ esagerato con questa magia, in fondo era solo un po’ di immondizia!”. Lui guardandola con l’occhio di chi la sa lunga le dice: “…è la legge del farloccone, bellezza…” e capriolando, attento a non sciupare le pinne le passa davanti e sfreccia lontano.

 

MARCELLO E IL TAPPETO VOLANTE

Qualcuno con voce pacata e suadente sta dicendo:

“Trova una posizione comoda… respira… rilassati… Chiudi gli occhi…rilassa i muscoli del tuo corpo…rilassa ii piedi ….

Adesso immagina di stare su un tappeto volante magico coloratissimo e immagina di percorrere il cielo alla ricerca della tua città, della tua vita ideale e mentre guardi in basso ti attrae un suono, una luce particolare e lentamente sempre sul tappeto vai in quella direzione.

Immagina di entrare in una città…. Senti i profumi… Che odori senti? Guarda i colori… Ci sono case o palazzi? Ci sono fiori o piante? Ci sono strade o piazze? Chi sono le persone nella città?… Ci sono animaletti e quali?

Ora scegli un posto ideale per fermare il tappeto magico e dopo esserti un po’ riposato scendi dal tappeto ed osserva con attenzione i disegni e i colori del tuo tappeto… sul tappeto è raffigurata un’immagine… è l’immagine della stessa città che hai appena esplorato… tutte le cose contenute nella città sono comprese nel disegno…

Nascosto tra i disegni e i colori del tappeto c’è il racconto della tua vita… le svolte del destino… le tue domande… e una risposta. Il disegno del tappeto è uguale alla tua vita… ci stavi seduto sopra”.

Marcello Pescegnocco si sveglia all’improvviso, è tutto sudato e un sentimento di paura lo anima. Seduto sul letto, nel suo pigiama di cotone a righe con qualche orsetto disegnato qua e là, fa quasi tenerezza con i capelli ricci e le guance rosse, gli occhi sbarrati. Anche Gnoccolè, il gatto, che dormiva rannicchiato ai suoi piedi scatta sulle zampe e lo guarda impaurito.

La sera prima Marcello era andato a sentire una conferenza dove parlavano di “Metodologie per il relax e l’allentamento dello stress” e avevano fatto anche una dimostrazione simile a quella sognata da lui… ma se nella prima parte del sogno si era un po’ rilassato, almeno così gli pareva, alla svolta del destino, le domande e la risposta gli erano piombati addosso, insieme a noi pescignocco, le magie e i piatti colmi di gnocchi, tanto che si era sentito soffocare!

Alzatosi dal letto e dopo aver fatto la doccia si siede sullo sgabello in cucina e cerca di riordinare i pensieri… si sentiva stanco e anche angosciato, la vita che conduceva negli ultimi tempi era un po’ frenetica e dalla magia in poi non era più riuscito a regolarsi né con i tempi né con il mangiare. E non riusciva più ad uscire con gli amici!

Ripensa alla filastrocca sognata la notte anzi la fantasia guidata come la chiamavano gli esperti e gli piacerebbe poter tornare sul tappeto volante per un po’ e andare via da tutto e tutti per riposare e ritrovarsi.

Quel giorno non doveva lavorare, era una bella giornata e così decide di andare in campagna e camminare un po’, gli avrebbe fatto sicuramente bene allo spirito.

Invece di camminare si stende sotto una quercia e si mette a pensare, ma tanta era la stanchezza che si addormenta succhiando un rametto di menta.

E sogna di città caotiche e inverosimili, sogna di mondi giganteschi e si vede barcollare nel sogno e sogna di voler scappare e di non riuscire a muovere le gambe… e sogna la sua solitudine e la paura di non farcela e poi sogna di essere in bicicletta e pedalare felice sopra un prato fiorito lasciando correre la bici su e giù per il prato, sicuro che si poteva fidare… e arriva sognando a Cala di Forno e rivede la stella e rivede noi pescignocco e risente di nuovo la speranza nella vita… e si sveglia ascoltando il suo cuore desideroso di pulsare al ritmo del mondo… e ritorna sereno guardando le cose da un altro punto di vista e si sente felice.

 

 

PEPITO CIUFUTO

Un giorno pescegnocco PEPITO si era svegliato ciufuto (come diceva MIRTILLO per intendere uno nervoso). Lo si poteva vedere là sotto nel suo angolo preferito della cala, armeggiare con la sua vecchia “LETTERA 22” circondato da fogli di carta e nuvole di fantasia. Si poteva percepire l’acqua lì vicino densa di umore febbrile… Quando stava così era meglio lasciarlo da solo! Noi pescignocco lo osservavamo da lontano, curiosi di come sarebbe andata a finire, sapendo che quando PEPITO stava così sicuramente avrebbe creato qualche cosa di buono.

“Prepariamoci a qualche nuova invenzione” diceva BU “quando nonno PEPITO è così nervoso tira fuori sempre qualcosa di buono!”.

PEPITO stava in fermento perché nella notte, il suo cuore e la sua sensibilità allenati dalla sua lunga esperienza di vita, avevano captato un segnale dal mondo, un segnale di stress, e soprattutto riferito al mondo maschile, un disagio dell’uomo moderno. E così armato di buone intenzioni si era messo a pensare cosa creare per alleggerire e migliorare la vita dei maschi. In testa, tra “le cianfrusaglie” –come diceva lui- della sua mente, all’improvviso si fa largo un’idea e tutto d’un fiato per non perderla, la trasferisce sulla speciale carta assorbi-idee e, finalmente alleggerito e pago del suo ingegno, si rilassa e chiama pescegnocco BU e noi altri per condividere l’idea e cercare la maniera di trasferirla agli uomini.

Pescegnocco VANIGLIA che aveva una dizione perfetta, legge e mima l’invenzione e tra il giubilo di tutti, si decide di farla sperimentare prima di tutto a Marcello Pescegnocco che di stress se ne intendeva, visto che da quando c’era stata la magia aveva più volte manifestato fatica.

E così, dotato della nuova portentosa invenzione, Marcello orgoglioso di sperimentare per primo l’invenzione, attende con impazienza nuove avventure, occupandosi intanto del suo lavoro che lo obbligava spesso in spostamenti in macchina.

AH… dimenticavo… l’invenzione dal titolo: PANTALONI DA UOMO ANTISTRESS. Ecco degli stralci dalla dettagliata descrizione redatta da nonno PEPITO:

“… I pantaloni da uomo antistress sono dotati di elementi aggiuntivi rappresentati da cerniere aggiuntive nei posti d’emergenza dei pantaloni maschili. L’uomo grazie a queste cerniere poste all’altezza della vita fino al ginocchio, ha la possibilità di allargare o stringere il pantalone all’occorrenza. Mentre sta in macchina, nei pranzi aziendali, quando si siede al computer…ha sempre la possibilità di scelta dell’ampiezza della parte superiore del pantalone, evitando così che lo stesso possa stringere e causare nervosismi o insoddisfazioni.

EH… sì,… pescegnocco PEPITO conosce veramente le voci del mondo!

 

MARCELLO E L’INGREDIENTE

“LA MENTAAA… ecco che cos’era l’ingrediente del sugo degli gnocchi che non ho riconosciuto la prima volta della magia!”. Marcello Pescegnocco si sveglia con questo pensiero martellante in testa.

Da quel giorno non era più riuscito ad attivare la magia delle mani bloccanti che gli era piaciuta tanto e adesso ricordando quel particolare voleva subito sperimentare se l’intuizione sulla menta fosse giusta. In casa Marcello teneva solo l’indispensabile perché, vivendo da solo, stava spesso fuori casa anche a mangiare. La menta poi era uno di quegli ingredienti per lui quasi sconosciuti, a parte le mentine che talvolta usava per profumare l’alito.

Svelto scende e va al supermercato più vicino, ma di menta non ce n’è. Gli dicono che si compera in negozi speciali e lì intorno non ce n’erano. Torna a casa, prende la sua auto e si affretta verso il centro, lì dove gli avevano indicato avrebbe trovato la menta. Trova il negozio e entrando scopre che la commessa è la figlia di un cugino.

“Ma Lei… ma tu sei Marcello il cugino di mio padre, che piacere vederti dopo tanto tempo, pensavo ti avessero trasferito, come stai?”

“Umh… beh…” fa lui un poco imbarazzato “sto bene, vivo sempre nello stesso posto, ma cosa vuoi, la vita è così piena di impegni che non trovo il tempo di telefonare a tuo padre.”

Tra una chiacchiera e l’altra si fa tardi e, dopo aver acquistato la tanto agognata menta, si ritrova in strada con la ragazza che lo invita a cena a casa dove può salutare anche la madre della ragazza e Tommasino il fratello più piccolo e così il fortunato Marcello, allegro per l’inaspettato invito a cena, e la simpatica compagnia si avvia a piedi, con la menta in tasca, verso la casa del cugino, lì vicino.

Nel bel mezzo della allegra cenetta, mentre stava assaggiando delle zucchine condite con pinoli mandorle e semi di zucca, gli arriva una chiamata telepatica di noi pescignocco. Come fare adesso, mica poteva andarsene alla svelta, che figura avrebbe fatto! Si ricorda che lui è guardia giurata e un po’ mentendo, dice: “cari cugini, purtroppo sapete che tipo di lavoro faccio e mi è appena arrivata una chiamata d’urgenza per un’allerta alla banca dove lavoro abitualmente. Devo andare via subito ma prometto che mi farò sentire al più presto…”.

Baci e abbracci e promesse di rivedersi, corre alla macchina che… non c’è più. Non la riesce a trovare, così salito sul primo taxi torna a casa, mangia qualche gnocco, chiude gli occhi e concentrato al massimo raggiunge noi pescignocco che gli facciamo ascoltare i pensieri di giovani che annoiati della vita stavano preparandosi a una vandalica escursione notturna per bruciare macchine e motorini di una certa zona della città.

“Andiamo a sballarci, usciamo con quello scoppiato vero di Jack che è uno tosto: ci porterà sicuramente a pescare i motorini giusti da bruciare!!!” dicono alcuni ragazzi…

Insieme, noi e Marcello Pescegnocco decidiamo quale magia, quale strategia adottare e in un batter d’occhio Marcello si sveglia e si prepara un piatto di gnocchi con sugo di melanzane e ricotta affumicata. Si toglie dalla tasca la menta e l’aggiunge al sugo. Certo, di fame non ne aveva, ma sforzandosi un po’ riesce a mandare giù quel buon piatto al quale, diamine, la menta dava un’ottimo sapore. Beve un buon bicchiere di Morellino di Scanzano e si addormenta arrivando là dove si stava compiendo il misfatto. “Blocchiamo le persone mentre stanno compiendo il misfatto” aveva suggerito Marcello “le lasciamo in quella posizione per un po’ di giorni senza nessun tipo di dolore ma, se poi ci dovessero riprovare ritornerebbero bloccate sempre per un paio di giorni…”

Facendosi timidamente largo, pescegnocco FAGIOLINO dice la sua: “io direi che sarebbe meglio per una settimana…”.

“Sì, certo, anche a me sembra un tempo giusto una settimana” risponde BU.

E cosi Marcello con le sue mani magiche immobilizza i ragazzi nelle pose più assurde, c’è quasi da divertirsi a vederli ma lui è un lavoratore serio e non si concede pause. Prima di tornare a casa dà uno sguardo al lavoro svolto e… diamine: vede la sua macchina. Avevano usato la sua macchina per arrivare fin là e trasportare le taniche con la benzina. Svelto si risveglia ed esce di casa per andare a prendere la macchina, ma si era dimenticato di guardare l’indirizzo: che disastro il nostro caro Marcello , tanto solerte quando dorme, tanto imbranato quando è sveglio… Fortuna che ci abbiamo pensato noi pescignocco a mandargli l’indirizzo!

Nel frattempo i ragazzi svegliatisi dalla magia si sono ritrovati bloccati in strane posizioni. “Ma che cavolo ci è successo, io non riesco a muovermi, non muovo il braccio” diceva uno di loro. “Io ho la gamba bloccata alzata a metà” dice un altro. “Io sono piegato sul motorino e non posso rialzarmi” e non riuscendo a tornare a casa hanno dovuto chiamare i famigliari prima e l’ambulanza poi. Non avevano nessun tipo di dolore, erano solo sgomenti di fronte al fatto e a nulla è valso inventare bugie sul perché erano lì, tanto era evidente la cosa.

“Ma dai” dicevano ai genitori subito accorsi e a quelli dell’ambulanza “stavamo solo spostando questi motorini che ingombravano la strada…”.

Era buffo vederli questi ragazzi bloccati nelle posizioni più assurde, a chi si era bloccato il braccio, a chi la gamba, a chi la mano con l’accendino pronto…

Noi pescignocco sapevamo che la magia sarebbe durata solo una settimana, chissà se sarebbe servita a qualcosa!

 

 

GLI ALLARMI

Marcello Pescegnocco non ce la faceva più: da un po’ di tempo la città gli sembrava fosse diventata invivibile, non si era mai accorto che vicino a casa sua i rumori erano continui tra cantieri, carrozzerie, traffico di giorno e allarmi che squillavano la notte. Durante il giorno se la cavava ma la notte no, non lo sopportava, non sopportava lo svegliarsi di soprassalto causa l’allarme di qualcuno che lo aveva montato male. E sì, pensava Marcello, solo quelli montati in officina da esperti erano buoni, gli altri arrangiati alla meglio erano quasi tutti difettosi!

Fatto sta che una notte, esasperato dal continuo suono degli allarmi, decide di contattare noi pescignocco per chiedere consiglio. Era notte fonda e uno dei pochi svegli era pescegnocco BU che stava finendo di leggere uno dei libri trovato nel grande baule, “Il grande gioco” di Peter Hopkirk.

“Non ce la faccio più” si sfoga Marcello “la vita è così stressante sia di giorno che di notte, traffico a tutte le ore, ma la cosa che mi urta di più sono gli allarmi… possiamo fare qualcosa per tacitarli, che dici?”.

Analizzato bene il problema, i due decidono di usare la magia in modo da far risuonare l’allarme nelle orecchie del proprietario della macchina o della casa o del negozio perché così, dato il fastidio, corra immediatamente a spegnerlo. L’ideale sarebbe stato anche far apparire sulla macchina o sulla casa o sul negozio la scritta SONO UN FARLOCCONE INQUINATORE ACUSTICO.

“Solo però per gli allarmi difettosi” dice Marcello.

Ok per il suono nelle orecchie ma la seconda magia, quella della scritta, non sapevamo come farla, ci saremmo accontentati della prima.

Così Marcello torna a dormire soddisfatto dell’idea ma anche pensieroso su come stava procedendo il mondo e si girava e rigirava nel letto cercando di prendere sonno con il gatto Gnoccolè che, desideroso di stargli accanto, non sapeva da che parte andare e alla fine sfiniti tutti e due si addormentano vicini, Marcello sul divano e il gatto ai suoi piedi sulla sedia!

 

IL SONNO AGITATO

Un’altra sera, era un venerdì qualsiasi, Marcello Pescegnocco dopo aver guardato un po’ di TV si era messo a letto perché nella settimana il lavoro di guardia giurata era stato impegnativo e la missione con noi pescignocco aveva richiesto un paio di interventi. Dopo essersi fritto un paio di uova con la pancetta e bevuto un buon bicchiere di vino cercando contemporaneamente di seguire un quiz alla tv, si era steso a letto in attesa di prendere sonno. Sarà stato per le uova o per la pancetta, fatto sta che aveva un sonno agitato finché si è svegliato all’improvviso sentendo un gran colpo.

Stava sognando di pescignocco giganti che lo volevano mangiare condito con un denso sugo verde e preso dal panico si era svegliato urlando… o almeno così gli sembrava, ma ascoltando meglio le urla venivano da… fuori… no… dall’appartamento sotto o sopra di lui o… accanto. Sì, sì, era accanto che stavano litigando forse tirandosi degli oggetti. Sentiva dei colpi!

Ed ecco una chiamata … anzi una vibrata di noi pescignocco, visto che le nostre chiamate gli causavano una specie di vibrazione della mano destra congiunta ad un cambiamento di colore. Quella sera con la vibrazione la mano era diventata di un bel verde fosforescente… così si poteva vedere al buio!

“AHI AHI quei burloni dei pescignocco” pensa Marcello. A noi pescignocco divertiva questo modo di contattarlo, lo trovavamo colorato e creativo, lui si divertiva di meno perché se stava insieme a delle persone non sapeva come giustificare la coloritura della mano.

Noi laggiù a Cala di Forno avevamo captato le urla colleriche che risuonavano nel mondo e chiedevamo l’intervento urgente di Marcello per far cessare quella sofferenza.

“Marcello, questa notte l’acqua quaggiù ad un certo punto si è increspata” diceva pescegnocco BU “e ci ha fatto sentire un suono disperato dal mondo, un suono di rabbia, di paura. Nonno PEPITO che ha già vissuto molto, dice che sono gli uomini invasi dall’avidità, dalla collera e dalla stupidità, c’è qualcosa che possiamo fare insieme per lenire questa pena?”.

“Vi avrei chiamati anch’io” dice Marcello. “Anch’io questa notte percepisco questo sentimento”.

Decidiamo insieme che per il momento ci accontentavamo di utilizzare la magia che blocca la persona mentre compie l’atto collerico, in attesa di poter affinare le nostre capacità magiche e magari trovare per il futuro un rimedio più adatto.

E così dopo un bel piatto di gnocchi al sugo con un po’ di menta, Marcello si addormenta e fa la magia.

Anche stavolta le persone si bloccano nell’attimo dell’eccesso di collera. Si potevano immaginare mani e piedi in atteggiamenti violenti, corpi furiosi, visi rabbiosi, maschere deformate di persone fuori di sé, sentimenti induriti nel tempo, pensieri corrotti dall’avidità… mani prive di carezze e sguardi disabituati all’amore.

Noi eravamo tranquilli, anche Marcello Pescegnocco, sapevamo che la magia non dava dolore e sarebbe finita in pochi giorni, salvo per ricascarci nel caso di nuova collera.

I pronto soccorso erano pieni di questi tipi strani che richiedevano cure per la loro immobilità, niente li poteva aiutare, ma intanto i medici si davano da fare.

MENTUCCIA che aveva una natura solare e pacifica, si struggeva dal dispiacere per tutte queste cattiverie del mondo e si chiedeva se magari anche noi pescignocco non esageravamo con le nostre reazioni magiche… Ci pensava a tranquillizzarla PREZZEMOLO che girava spesso per di là e le ricordava che noi usavamo… “la legge del farloccone, bellezza”.

 

L’INVITO A PRANZO

DRIN DRIN DRRRRIIINNNNNN….Marcello si sveglia all’improvviso, guarda l’ora, sono solo le nove di sera, gli sembrava di aver dormito tutta la notte, invece era passata solo mezz’ora, si era messo davanti alla TV per vedere come stavano andando le cose nel mondo ma poi si era addormentato… e adesso chi poteva cercarlo a quest’ora?

“Pronto pronto chi è?”

“Ciao Marcello, sono Ernestina, la cugina del negozio ti ricordi?… scusa ma forse ti ho disturbato?”

“Ciao Ernestina… no, nessun disturbo; mi ero appisolato sul divano, sai com’è… il lavoro è faticoso certi giorni e così quando arrivo a casa mi metto davanti alla tv e…”

“Volevamo invitarti a pranzo domenica prossima se sei libero da altri impegni”

Marcello ci pensa un attimo e accetta volentieri l’invito anche perché la volta precedente era dovuto scappare in fretta.

“Allora ti aspettiamo per l’una va bene? L’altra volta sei andato via in fretta e non ci siamo raccontati tutte le cose”.

“Grazie Ernestina, grazie dell’invito”.

Stacca il telefono e si mette a pensare come fare nel caso si facessero sentire i Pescignocco. Decide che andrà tutto bene e nessuna interferenza avrebbe disturbato il pranzo domenicale.

La domenica si alza con calma, mette un po’ in ordine l’appartamento, passa l’aspirapolvere, fa la lavatrice e poi si veste sportivo e infila in tasca uno gnocco alla menta, non si sapeva mai se sarebbe potuto servire…

Quanta accoglienza gli viene fatta, Rolando si era un po’ ingrassato ma era sempre allegro come quando lo aveva conosciuto nei primi anni di matrimonio. Ernestina la moglie, cordiale e affettuosa non sapeva più cosa offrirgli in attesa del pranzo, la figlia Emanuela era una signorina ormai e combatteva con il cellulare che avvisava della ricezione di continui sms… forse un fidanzatino. E Tommasino dov’era? Arriva tutto trafelato dalla porta dell’ingresso, vestito da calcio. Aveva giocato con i suoi compagni di scuola. Saluta affettuosamente Marcello anche se non se lo ricordava e si avvia velocemente a fare una doccia.

La tavola era apparecchiata già con gli antipasti e in attesa di Tommasino si siedono e conversano allegramente. Si raccontano dei fatti della vita, dei parenti, degli amici comuni.

Marcello non si era fatto aspettative per il pranzo, sapeva che Ernestina era un’ottima cuoca e il suo appetito avrebbe fatto onore a qualsiasi cosa.

Nello stesso momento in cui Tommasino si siede a tavola arriva il piatto forte della casa: gnocchi alla menta con una spolverata di semi di papavero e sesamo girati in un sughetto di light curry.

Che sarà mai tutta sta roba… pensa Marcello stordito dalle parole straniere e preoccupato un po’ dell’effetto che potevano fargli gli gnocchi.

Erano così buoni, ma così buoni che se n’è mangiati due piatti colmi e anche Tommasino non ha resistito al profumo e al gusto esotico dello gnocco e se n’è mangiati più di due piatti, anzi divorati, dicendo che la partita gli aveva consumato le energie. Quanto era comico Tommasino nei suoi undici anni con la maglietta attillata sulla pancia. Quanto hanno scherzato insieme a Marcello sulla loro passione per gli gnocchi. D’altra parte anche lui faceva Pescegnocco di cognome. Chissà!

Dopo una bella mangiata, una robusta bevuta, una fetta di torta, il gelato, il caffè e le chiacchiere, Marcello era cotto. Stava prendendo commiato dalla bella famiglia quando nel corridoio male illuminato ha urtato un piccolo tavolino con sopra un vaso forse prezioso. La sua prontezza di riflessi ha fatto in modo che non cadesse anche perché senza volerlo ha messo le mani avanti e il vaso si è bloccato nella caduta e lui lo ha potuto prendere e rimettere a posto. L’unico che ha visto tutto è stato Tommasino che incredulo chiede a Marcello come possa essere accaduto tutto ciò. Marcello cerca di non dare peso a quello che dice il ragazzino e lo saluta dicendo che il suo lavoro lo porta ad avere dei riflessi allenati a tal punto che gli oggetti riesce a prenderli al volo. Tommasino è perplesso ma intanto Marcello saluta allegramente tutti. Mentre bacia Tommasino gli vibrano e squillano le orecchie. Si infila veloce nell’ascensore ma Tommasino ha visto e va veloce alla finestra per vedere cosa succede ma nel frattempo noi pescignocco ci eravamo messi in contatto e velocemente Marcello va verso una nuova avventura lasciando Tommasino curioso di saperne di più su quello strano zio maghetto!

 

I RIFIUTI FANTASMA

“Ecco: ho trovato!” Marcello Pescegnocco si mette in contatto con noi e ci spiega la sua idea per migliorare il problema dei rifiuti, almeno per la parte riguardante i rifiuti abbandonati in giro!

“Questa notte non riuscivo a dormire” ci dice Marcello “e pensavo che tipo di magia si potesse utilizzare per far sì che l’oggetto o la spazzatura o altre cose che sono da buttare (mobiletti, vasche da bagno, wc, materassi, divani, borse, reti del letto, anche scatoloni) venga messo o portato nel posto giusto e non abbandonato in giro come spesso accade di vedere: il sacchetto o la roba dovrà seguire il proprietario finché non sarà lasciato nell’apposito bidone”.

Ma perché questa preoccupazione? Cosa era successo di nuovo nella vita di Marcello per creargli l’insonnia?

Aveva dovuto fare per il suo lavoro il solito corso di aggiornamento che si svolgeva sempre nello stesso albergo da anni, situato ai margini di un bosco adiacente una grossa città, e durante una passeggiata si era trovato a interrogarsi su come far sparire le numerose immondizie che deturpavano il bel bosco. Non le aveva mai notate prima, non capiva come non se ne fosse accorto gli anni precedenti, quella era roba buttata da parecchio e il bosco in certi punti sembrava quasi una discarica! Gli era presa una gran rabbia alla vista di quelle vecchie lavatrici, lavandini, materassi, wc, vasche da bagno, reti, divani, poltrone, mobiletti, sedie, scarpe, e via di seguito.

Ma, pensava Marcello, come sviluppare questa magia? come trovare il modo per far capire alle persone che ci sono degli appositi contenitori per l’immondizia? che il bosco, il parco, la strada sono più belli puliti? E che tipo di gnocchi mangiare? come si poteva intervenire insieme ai pescignocco? forse con le bolle urticanti? oppure che cosa di nuovo potevano inventare usando i poteri speciali? Ci voleva una bella riflessione e immaginazione per creare questa magia!

Noi pescignocco proponevamo di attivarci con dei voli speciali spostando le immondizie al seguito del proprietario finché non fossero buttate correttamente: ma quanti ne sarebbero serviti di voli vista la maleducazione di tante persone?

“Potremmo con la magia far ritornare l’immondizia là da dove è partita” suggeriva GINGER.

“Oppure fargliela trovare in macchina” diceva PREZZEMOLO, divertito all’idea di un wc o vasca da bagno in una macchina di lusso. Si pensava anche di dotare i sacchetti e gli oggetti da buttare di una calamita a uomo in modo che l’oggetto non si sarebbe staccato dalla persona finché gettato nel posto giusto. Ma come fare per calamitare tutte le cose?

Pensa e ripensa non riuscivano a trovare una soluzione, volevamo contattare le stelle per chiedere consiglio. Non ci veniva in mente niente di buono.

Che fatica e che confusione pensare a questa magia… Le altre erano sembrate semplici, non si capiva come mai questa non si riusciva a congegnarla!

Si decide di rinviare tutto al giorno dopo così ognuno avrebbe avuto il tempo per pensare.

Crema di pistacchi, tofu e noce moscata: questi sono gli ingredienti del sugo che quella sera si era preparato Marcello copiandolo da una rivista che gli era capitata per mano che parlava di ricette esotiche. Lui aveva una gran voglia di frivolezze quella sera, così si era preparato un buon piatto di… GNOCCHI ALL’ORIENTALE e che bella mangiata si è fatto cuocendo degli gnocchi che aveva in freezer comperati a Batignano! Il tutto innaffiato da un buon bicchiere di vino rosso comperato sempre nella zona.

Mentre cucinava pensava al potere degli gnocchi e si chiedeva chissà che effetto gli avrebbero fatto visto che quella sera non aveva missioni speciali. Poi pensava che un giorno voleva sperimentare se il potere della magia lo potesse avere anche una dose minore di gnocchi, perché c’erano dei giorni che faceva fatica a ingurgitarne grosse quantità!

Dopo aver ben mangiato si mette davanti alla tv e si addormenta e sogna sempre le solite montagne di gnocchi, sogna un personaggio della tv che presentava un quiz quella sera, sogna di sacchetti e immondizie che inseguono le persone… Povero Marcello: neanche nel sonno può star tranquillo, si sveglia di soprassalto ricordandosi il problema da risolvere e visto che aveva dell’immondizia da buttare scende in strada con il suo sacchetto.

Sarà stata la stanchezza, sarà che si è messo a parlare con un vicino, distrattamente posa il sacchetto vicino ai bidoni e… non riesce a staccarselo dalla mano… scuote la mano e il suo amico prova ad aiutarlo ma niente, il sacchetto è come incollato.

“Forse hai usato dell’attack oggi ed è rimasto sul sacchetto” diceva l’amico “oppure c’era un chewingum  appiccicato e non te ne sei accorto” insisteva sempre l’amico. “Prova a sgrullare la mano, suvvia, non sarà mica una magia…”. Gli stava quasi prendendo un attacco d’ansia. Poi si ricorda della magia pensata insieme ai pescignocco e diligentemente apre il cassone e butta finalmente il sacchetto. Gli viene da ridere quando insieme al suo vicino discutono su cosa sarà mai successo e, lesto lesto, si avvia verso casa già immaginando cosa sarebbe successo l’indomani a tutte le persone che non avrebbero rispettato la pulizia.

Si addormenta sorridendo, già si pregustava i titoli dei giornali: “Una nuova stranezza un nuovo fenomeno sta preoccupando il mondo… forse sono sbarcati degli UFO invisibili? Gli esperti stanno studiando il fenomeno dei rifiuti… collegato ad altre stranezze. Farebbe pensare a energie invisibili non cattive ma educative…” e via con dibattiti e articoli su articoli e conferenze… Si stava creando un certo atteggiamento di attesa nelle persone quasi un desiderio di novità, di distrazione dal quotidiano.

E Marcello quella notte dorme senza pensieri solo con il suo gatto accoccolato vicino a lui sul letto e russava Marcello e russava il gatto. Quella notte erano gli unici suoni della casa, come nella poesia di Franco Marcoaldi:

“Se aveste mai dormito con un gatto

o con un cane adagiato sopra al grembo,

ora conoscereste un altro sonno

anch’esso animato da sogni

e da fantasmi, ma indenne da mentali

avvitamenti e conseguenti crucci e vacui spasmi

proteso al cuore originario della vita:

l’uno da cui siamo venuti tutti

e a cui tutti torneremo.

Se aveste mai dormito con un gatto

O con un cane adagiato sopra al grembo,

ora sapreste cos’è la vera pace:

la felicità di assentarsi

dal frastuono e assieme

la prontezza di non mancare

mai all’appuntamento buono.

Se aveste mai dormito con un gatto

o con un cane adagiato sopra al grembo,

ora sapreste che la metamorfosi è possibile

che uomo e gatto e cane sono

entità volatili e cangianti: nel sonno

condiviso scompaiono le stinte

gerarchie tra cavalieri e fanti.”

 

PEPITO E I CASSONETTI

Pescegnocco PEPITO se ne stava nella sua tana curvo a scrivere sulla sua Lettera 22 e si vedeva lì intorno l’acqua fare i mulinelli per la concentrazione che ci metteva a tirare giù le sue idee… anzi le sue invenzioni e canticchiava: “LALALA LALALA L’INVENZIONE CHE VERRÀ”.

Nonno PEPITO, potendo intuire i suoni del mondo, aveva captato il problema delle immondizie e senza chiedere niente a nessuno si era messo a progettare un’invenzione.

Noi ormai sapevamo che quando lui era creativo bisognava lasciarlo stare, così quando dopo qualche giorno ci chiama andiamo volentieri da lui curiosi di sapere cosa aveva inventato.

“Ho capito dai pensieri di Marcello Pescegnocco che lassù nel mondo degli uomini c’è in problema di immondizie così ho pensato di inventare qualcosa di straordinario, che, oltre a risolvere il guaio, consentirà sia a noi che a Marcello di diventare ricchi”.

“Sempre il solito nonno PEPITO: inventa sperando di diventare famoso e milionario!” penso io guardandolo con simpatia.

“Allora PEPITO ce la vuoi far conoscere questa fantastica invenzione?” dice BU curioso e divertito.

Accanto a nonno PEPITO c’era una pila di fogli tutti scomposti. Lui ne prende uno e ce lo fa vedere.

“Ho già preparato tante copie di questa invenzione così possiamo subito farla circolare… ma adesso chiamiamo pescegnocco VANIGLIA che ci legge il testo!”.

Lei in quel momento stava riflettendo su temi profondi, ma pinna veloce verso di noi alla chiamata di pescegnocco PEPITO.

Ed ecco il testo dell’invenzione:

BREVETTO INDUSTRIALE

Descrizione: 3 cassonetti piazzati uno dopo l’altro.

Prima rivendicazione: tre cassonetti piazzati uno dopo l’altro su una base metallica pesante con sistema d’incasso, uno per uno, tenuti bloccati da scatto di lingua che si inserisce al fondo di ciascun cassonetto che penetra nella base e la lascia libera solo con apposita chiave mediante numero segreto che aziona lo sgancio di ritorno tipo cassaforte, in esclusiva agli Addetti al lavoro.

Il frontale dei tre cassonetti sarà provvisto di scritte indelebili smaltate indicative dei diversi tipi di rifiuti come: 1° cassonetto vetri e plastiche, 2° cassonetto carta e cartoni, 3° cassonetto rifiuti di cibarie.

I coperchi dei tre cassonetti devono essere bloccati da una manopola metallica ad incasso, circolare a spinta, con ritorno automatico a livello della struttura, DI COLORE ROSSO.

N.B. se è possibile fare i disegni dimostrativi altrimenti li farà il disegnatore della Agenzia Depositi e Brevetti. Si potrebbe effettuare il Deposito allo studio Brevetti di Rossana Ciondoloni figlia del mio amico Fabio, purtroppo defunto.

Il brevetto lo potrebbe depositare pescegnocco BU, per conto di tutti noi a partecipazione dell’attivo e delle spese di gestione.

POTREBBE ESSERE UN “BISNES” DA MILIARDARI…

“Dovete subito contattare Marcello Pescegnocco e renderlo partecipe all’invenzione” dice convinto PEPITO, “poi gli facciamo avere i fogli scritti e ci penserà lui a farla realizzare…”.

Noi ce ne stavamo silenziosi alquanto divertiti, chi glielo diceva che già c’erano quei tipi di cassonetti?

Ce ne siamo andati senza dirgli niente, era troppo convinto della sua invenzione, non ci andava di deluderlo, abbiamo preso i fogli e siamo pinnati via… Forse erano troppi anni che pescegnocco PEPITO viveva in fondo al mare e non conosceva tutte le cose del mondo!

…e gira gira gira il mondo gira,

se stai per troppo tempo quaggiù

non sai cosa succede lassù…

se stai troppo tempo lassù

non sai cosa succede quaggiù…

ed è sempre la solita storia…

gira gira gira il mondo gira…

 

L’APPRENDISTA STREGONE

I giornali avevano cominciato a parlare delle stranezze che stavano capitando in alcuni posti del mondo, intervistavano illustri professori, dottori, scienziati, maghi, sciamani, religiosi, avvocati, casalinghe, netturbini, impiegati e chi più ne ha più ne metta. Ma niente da fare, nessuno riusciva a capire come potessero succedere cose simili. Appurato il fatto che non facevano male, la curiosità e talvolta anche la paura portavano le persone a parlare di UFO, di angeli, di morti, di spiriti, di Dio, di diavoli, di maghi, di streghe, di aurea, di inferno…

Addirittura qualcuno riusciva anche a speculare su queste faccende! Massaggi, tisane, corsi di addestramento, conferenze: c’era una specie di risveglio ai temi etici, ecologici, filosofici, sicuramente un gran parlare… si vedeva chi, guardandosi le spalle allarmato, gettava correttamente l’immondizia nei cassonetti, chi apposta la lasciava per strada per vedere cosa succedesse. La magia aveva spostato l’attenzione della gente comune dalla politica alla vita quotidiana, anche se alcuni politici approfittavano della situazione!

Noi pescignocco ce la ridavamo sotto i baffi, la magia era un segreto che mai sarebbe stato svelato altrimenti sarebbe decaduta e nessuno di noi voleva rischiare questo, era troppo bello essere magici!

Noi tutti pensavamo che la magia fosse circoscritta al territorio lì intorno, che fosse una cosa solo italiana, finché un giorno Marcello legge su un quotidiano che in un paese lontano chiamato Giappone nella città di Tokio c’era una nuova moda: nel quartiere di Ginza i giovani si divertivano a farsi immobilizzare da questo strano virus innocuo che li faceva rimanere immobili per una settimana e poi ritornavano normali! Addirittura avevano organizzato dei tornei, degli spettacoli, mostre, mode, insomma si facevano apposta alcune cose per rimanere bloccati, qualsiasi atto violento o insulto veniva usato per farsi immobilizzare dal presunto virus!

Marcello Pescegnocco dopo aver letto l’articolo si blocca a bocca aperta e quando riprende il controllo si sente confuso non sa cosa pensare, cosa dire, dove andare… Va verso casa e contatta d’urgenza noi pescignocco che già sapevamo tutto e decidiamo per una riunione insieme, giù a Cala di Forno, per l’indomani nel tardo pomeriggio.

Eh sì, gli era scappata di mano la magia, ci era scappata di pinne anche a noi pescignocco e Marcello in confusione non sa più che “pesci pigliare”. Oltre a sentirsi frastornato si sente anche in colpa per aver creduto di poter cambiare le cose del mondo, di poter intervenire per modificare gli atteggiamenti delle persone e tutto questo lo faceva star male. “Ma” pensava Marcello “la magia non l’ho chiesta io, mi è stata conferita senza tante spiegazioni, forse qualcosa dovevo sapere o chiedere, ma adesso che fare?”. Insomma, era proprio abbattuto! Girava per casa sconsolato e a momenti pestava il gatto che se ne stava rannicchiato in un angolo avendo capito che “non era giornata”!

Marcello pensava agli gnocchi, a questo strano potere che avevano una volta mangiati, continuava ad aprire il freezer aspettando una risposta dagli gnocchi che se ne stavano tranquilli surgelati in attesa di essere cotti e mangiati. Erano veramente una grande quantità: oltre a essersene fatti fare parecchi dalla zia molisana ne aveva comperati una grande scorta al supermercato… non si sapeva mai! E in più aveva delle vaschette di sugo pronto surgelato. Forse il surgelato cambiava il potere agli gnocchi? Oppure erano gli gnocchi del supermercato che venivano fatti con patate che non erano patate ma derivati delle patate rinforzati da glucosio magnesio potassio e via dicendo…

Gli faceva male la testa con tutto questo pensare, non ci era abituato.

La giornata scorre così, nella gran confusione e Marcello va a letto presto, l’indomani doveva prendere il treno per Grosseto per tornare alla Cala di Forno per il Granconsiglio.

Si addormenta a pancia vuota, strano per lui che è un mangione, beve solo una tisana alla menta, magari gli avrebbe conciliato il sonno! Gira e rigira nel letto, finalmente si addormenta e sogna montagne di gnocchi che bollono e mentre bollono in questo pentolone pieno d’acqua traboccante che sembra il pentolone dell’apprendista stregone di Walt Disney, traboccano loro stessi insieme all’acqua e lui, Marcello, per salvare la situazione comincia a mangiare gli gnocchi che piano piano invadono la stanza e poi la casa e poi l’orto e la città e lui che mangiava mangiava mangiava…

“AIUTO! AIUTO!…” si sveglia sudato, annaspa e si muove come per liberarsi dagli gnocchi, si mette seduto sul letto e si guarda in giro: era stato solo un bruttissimo incubo!

La mattina, viaggiando in treno verso Grosseto, decide di dire ai pescignocco che rinuncia alla magia. Forse lui non è un vero discendente dei pescignocco ma solo un lontano cugino, non se la sente di proseguire la missione. E tra un pensiero e l’altro si addormenta e sogna il Granconsiglio e sogna la stella brillante che lo incoraggia a proseguire il cammino rinunciando alle grosse quantità di gnocchi ma ripartendo da UNO: uno gnocco solo!

Si sveglia a Roma e appena se ne rende conto, ancora un po’ assonnato e turbato, scende dal treno e uscito dalla stazione si guarda intorno e vede la complessità del mondo moderno, della globalizzazione, ne  vede il bello: i colori, i suoni, la varietà, la modernità, la tecnologia. Ne vede il brutto: la povertà, il caos, la discriminazione, la confusione, la sporcizia.

E comincia a camminare per le strade di Roma guardandosi intorno e malgrado tutte le complessità vede e sente risvegliarsi in lui una grande emozione per la vita, per la fatica della vita, per la bellezza della vita nel suo mistero. E il suo cuore freme di passione per gli uomini, per gli animali, per le piante, per il mondo. Il cielo di Roma in certe giornate ha un colore blu veramente magico, un po’ indaco un po’ pervinca e mentre Marcello lo guarda si perde nel cielo e rinnova la promessa, quella antica dei suoi predecessori. Ce la farà, adesso lo sente, ricomincerà da UNO!

 

LA VISITA DEI GNOCCOFISH

SPLASHHHHHHHHHH!!!… Un forte colpo improvviso e un sussulto dell’acqua rompe quell’armonia che si era creata tra noi pescignocco quella mattina che stavamo iniziando tutti insieme a preparare addobbi per i festeggiamenti alla luna piena!

“Passami quella conchiglietta azzurra” diceva pescegnocco PIMPINELLA a pescegnocco FRAGOLINA “la metto qui, proprio sopra la tana di PEPITO”.

“Tira quella corda di alghe” sussulta MIRTILLO spazientito con Pescegnocco GINGER e RUCOLO “discuterete dopo, adesso abbiamo cose più importanti da fare”.

Stavano discutendo su chi dovesse tirare la cordicella per attaccare gli addobbi e ad un certo punto RUCOLO urla a GINGER: “sei uno scansafatiche! non sai fare nemmeno le più piccole cose!…”. Al che GINGER, esasperato, congiunge le pinne e muovendole freneticamente in avanti e indietro gli risponde con tono lievemente piagnucoloso: “ma che vuoi da me… che volete tutti…ma fate un po’ quel cavolo che vi pare…”.

Intanto avevamo preparato mucchietti di conchiglie colorate, fili di alghe tinte in tanti colori, palline di residui di corazze di una strana razza di pesci, lucidi sassolini piatti… che sono crollati all’arrivo di quel coso ingombrante. Sgomenti e un po’ impauriti osserviamo che lentamente quello strano mezzo arrivato all’improvviso a Cala di Forno si poggia sul fondo sabbioso e una volta fermo, si apre da sopra e… OPLÀ: ne escono un bel mucchio di strani esseri che somigliano moltissimo a noi pescignocco, solo che loro erano tutti addobbati con strani aggeggi, cappelli, fermagli, sciarpe, collane, anellini, bigodini, nastrini, zaini, borsette, sciarpe, occhiali, mantelli e chi più ne ha più ne metta…

Una volta fuori si guardano intorno, sembrano stupiti, meravigliati e molto contenti! Noi eravamo muti, quasi non riuscivamo a respirare tanta era la tensione!

Noi li guardavamo e non riuscivamo a fare o dire niente, sembravamo imbambolati! “Aggio forghetta ‘a bagga inda a scippa”: dicendo così si avvicina uno di loro e sorridendo ci fa capire che deve tornare su quel coso volante. Altro che coso: di lato c’è scritto GNOCCOAIR… ma sì… “è un mezzo volante, anzi ruotante, ha attraversato l’oceano per arrivare fino qui…” dice uno di quelli scesi da quel coso. Il gruppo festoso si avvicina e tra baci e abbracci e tra un misto di vocaboli per noi non molto comprensibili facciamo la conoscenza di questi nuovi amici. Finiti i saluti cerchiamo di capire chi fossero quei pesci così simili a noi.

Comincia a parlare, direi gesticolare, un pesce con uno strano cappello rosso che sembrava messo al rovescio: “Hallo friends, noi siamo i vostri cousin americani, siamo i GNOCCOFISC, e viviamo protetti sulle coste near N.Y. e, thanks a voi, avendo anche noi acquisito some special power, abbiamo pensato di farvi un’improvvisata e festeggiare together la magia. Di -come dite vuie- ‘pescignocco’ in giro per il world ce ne so’ tanti altri, ma la culla, ‘o seme, the born, la natività della specie sta acchì, a Cala di Forno ed è acchì, cioè here, che si è manifestata la magia… ecco why noi sono venuti!”.

Passato il primo momento di smarrimento, accogliamo i nuovi amici con tanto calore e decidiamo insieme di decorare la cala appena avessero sistemato i loro bagagli. Più che bagagli erano bauli, ma cosa si erano portati i gnoccofisc di così importante?

“We have some gifts for you” dice un simpatico gnoccofisc “regali for te e amici”. Alcuni erano speciali regali per noi, magliette, cappellini, occhiali, creme di bellezza, jeans scoloriti, videocamere, macchine fotografiche, lassativi, vitamine integratori.

“Try il hat, questo good for te” dice un gnoccofisch a pescegnocco BU calcandogli un cappello in testa!

Altri oggetti erano cose utili per il soggiorno alla cala: vestiti, cappelli, macchine fotografiche, spremi alghe automatici, asciuga pinne solare, scaldini da pinna, creme anti strappo, pasticche per la tosse, per la testa, per i crampi, per il sole, per il vento e cibo speciale per il viaggio e il dopo viaggio e il durante… insomma, hanno riempito la cala! E quanto mangiano i nostri amici: polpette, polpettine di tutti i colori, triangoli azzurri pepati, ruote verdi traforate, strani coriandoli fosforescenti… Era tutto un mangiare: per quello forse erano rotondetti…

Appena scompare il sole e si fa buio ci mettiamo vicini e ci raccontiamo un po’ di avventure.

“Voi siete i figli dei nostri parenti emigrati tanti anni fa in cerca di avventure” inizia a raccontare nonno PEPITO ringalluzzito da tanti ascoltatori “me li ricordo io quando sono partiti in pochi pieni di coraggio! Era il 1927…” Si metteva un po’ lunga la storia, lui è in gran forma, le novità lo esaltano e così tra una storia e una barzelletta si fa ora di riposare e ci stringiamo tutti per far posto ai nostri amici che, stanchi e felici, ci augurano GOOD NIGHT con una strizzatina degli occhi.

Prima di dormire andiamo a visitare il mezzo volante che giaceva là, poggiato sul fondo, apparentemente innocuo, così bello rotondo e trasparente. Già da fuori si poteva vedere l’interno, ingombro di strumenti, pacchi, mappe, roba da mangiare, scatolame vario, polpette, cyclette, attrezzi per la ginnastica, vitamine…

“Ma cosa ci faranno con tanta roba!” dicevamo in coro. Eravamo sconcertati noi pescignocco, non avevamo mai visto tante cose insieme e non potevamo mai immaginare che ai gnoccofisc per vivere felici servisse tutto quello. Gira e rigira tra tutta quella roba quasi investivamo PREZZEMOLO che se ne stava sdraiato su un lettino con davanti una luce accecante!

“È coperto di un unguento speciale” ci spiega uno dei gnoccofisc “e davanti a quella luce si rinnovano le pinne…”.

E più in là chi troviamo? Pescegnocco ORIGANO che sta divorando una di quelle cose rotonde sistemata tra due foglie di alga. “Bona, è proprio bona sta’ roba” riesce a dirci leccando un unguento giallo che gli usciva ai lati dalla bocca! E pescegnocco VIOLA che si allena con degli strani elastici… Insomma noi pescignocco, curiosi, avevamo riempito l’oggetto volante!

Quante cose nuove c’erano in quel grande vaso!

Usciamo da lì e andiamo verso la nostra tana, un po’ divertiti un po’ impensieriti: pescegnocco MIRTILLO parlottava da solo, era calata la calma, il buio era fitto… macché fitto: la lampada nel vaso rischiarava tutto e in più si sentiva una musica assordante! AHI AHI… la nostra bella quiete invasa da abitudini diverse… Vabbè, pensiamo, è la prima sera, vedremo domani di migliorare la convivenza e così ci addormentiamo sognando oggetti volanti e invasioni barbariche!

 

LETTERA DI KU A MARCELLO PESCEGNOCCO

Caro Marcello ti scrivo due righe telepatiche perché è successo un fatto che non ho compreso bene e voglio un parere da te che vivi nel mondo sopra le onde. Ieri sera dopo aver augurato la buona notte ai gnoccofisc ci siamo messi tutti a dormire tranne pescegnocco PREZZEMOLO che è rimasto nel vaso mobile davanti a quella luce che avrebbe dovuto ringiovanirgli le squame. Così, noi stanchi per le numerose emozioni della giornata ci siamo addormentati lasciandolo godersi la sua esperienza. Questa mattina di prima ora sentiamo chiamarci da un suono lamentoso proveniente dal vaso-mobile. Andiamo a vedere e troviamo PREZZEMOLO tutto bruciacchiato, con le squame accartocciate e prive di colore! Svelti andiamo a chiedere aiuto ai gnoccofisc che, alla vista di PREZZEMOLO diagnosticano “una elevata esposizione alla luce artificiale con conseguente bruciatura profonda”. Arrivano nel frattempo le squadre speciali americane, medici, infermieri barellieri tutti vestiti di verde, le mascherine, gli abiti, il lettino mobile e armeggiano intorno al povero nostro amico che si era bruciato perché dopo un po’, anche lui stanco per le troppe emozioni, si era addormentato davanti alla luce.

Nel frattempo si era svegliata tutta la cala, e chi faceva ginnastica, chi friggeva del cibo, chi ballava da solo, chi stendeva i vestiti, chi puliva le squame, chi cercava nei pacchi, chi si toglieva i bigodini e chi -come noi- che guardavamo stupiti e un po’ preoccupati tutte queste occupazioni!

Caro Marcello, per farla breve pescegnocco PREZZEMOLO è stato ricoverato sotto un telo mimetico gonfiato al momento tipo grotta, portato anche quello dall’America, e quando ne è uscito dopo un bel po’, seguito dai gnoccofisch medici, aveva intorno una bendatura, come una guaina.

Noi osservavamo esterrefatti tutto questo andare e venire: ci eravamo un po’ affidati ai nostri ospiti perché non conoscevamo le conseguenze della luce che aveva scottato PREZZEMOLO, e ci meravigliavamo di tutte quelle cose che si erano portati! Molti di noi pensavamo che si poteva fare tutto quello senza tutta quella messinscena… ma che fare, che dire, forse per la scottatura ci voleva proprio tutto quello che hanno fatto perchè PREZZEMOLO già dalla sera stava meglio, la guaina americana aveva guarito la bruciatura e lui, orgoglioso, andava in giro pinnando e dicendo che non gli era successo niente, che eravamo noi esagerati e la macchina gli aveva solo ringiovanito le squame! MAH… che dire?… forse un po’ siamo prevenuti, i gnoccofisc sono simpatici ma che se ne fanno di tutta quella roba? Questo ci è difficile capirlo!

Caro Marcello, il mio è solo uno sfogo. Tu che vivi là, sopra le onde, chissà quante cose vedi! Il nostro qui sotto è o è stato un piccolo e pacifico mondo e abbiamo ancora tante cose da imparare se pensi che è bastata una semplice visita di cugini vivaci per farci venire pensieri pesanti…

Grazie Marcello, ti saluto affettuosamente.

 

MARCELLO E LA BIBLIOTECA

Marcello Pescegnocco si chiedeva spesso come potesse essere la faccenda della magia. Lui si ricordava i discorsi fatti dai nonni o dai genitori quando era piccolo che gli raccontavano di cose magiche e di esperienze fantastiche, ma lui pensava che fossero favole per farlo stare buono.

“C’era una volta un lontano parente che era riuscito a raggiungere un posto lontano che si chiama Cina e aveva fermato il crollo di un imponente muro che stavano costruendo laggiù…” così gli diceva suo padre “e una volta un cugino era riuscito a bloccare un’onda gigantesca che avrebbe danneggiato molte cittadine vicino al mare…” gli raccontava sua madre. Talvolta i parenti gareggiavano tra di loro a chi avesse compiuto imprese impossibili, e Marcello da piccolo non capiva se fosse tutto vero o tutto inventato.

Ma adesso che aveva acquisito i poteri speciali e tutto gli diventava più chiaro, si sentiva un po’ solo visto che non poteva condividere con nessuno le sue esperienze magiche e qualche volta aveva anche paura di non essere tanto normale, pensava che forse tutto era fantasia della sua mente e forse prima o poi qualcuno se ne sarebbe accorto e lo avrebbero ricoverato! Così un giorno decide di andare in biblioteca per vedere se c’era qualche libro che parlava di magia o cose simili a quelle che lui stava vivendo, tanto per rassicurarsi un poco.

Si sentiva un po’ impacciato al solo pensiero di entrare lì dentro: lui da piccolo leggeva volentieri, i libri lo nutrivano di un affetto che non aveva avuto, ma poi crescendo si era impigrito, lui era un uomo semplice, non gli piaceva tanto studiare e diceva più che altro a se stesso per giustificarsi: “la biblioteca è un posto per persone particolari, per professori, per studiosi, per studenti, per intellettuali!”. INTELLETTUALI… la sola parola lo metteva in soggezione! Gente che non poteva essere disturbata! MAI!

Così, entrando nel vasto locale si sentiva un po’ spaesato in quel gran silenzio fatto di movimenti lenti e parole sussurrate.

Non sapeva da che parte cominciare, così si mette a girare tra gli scaffali alla ricerca di qualche titolo che lo avesse messo sulla buona strada, ma lì ce n’erano troppi e poi si vergognava e si sentiva scoraggiato mentre si aggirava tra tutti quegli scaffali, finché gli si avvicina una giovane ragazza che gli chiede “ha bisogno di aiuto? posso fare qualcosa per lei?…”.

“Che figura, che vergogna” pensa Marcello “se ne sono accorti che non ci capisco niente…”. Fortunatamente guardando la ragazza capisce che quello è il suo lavoro, lei lavora lì, perché aveva la targhetta con il nome scritto sopra. Anche lui quando prendeva servizio si metteva il cartellino con il nome!

Si fa coraggio e chiede se ci sono libri che parlano di magia, ma non voleva dare l’idea di non intendersi di libri,e così forse perché lui non è stato chiaro o forse che lei ha interpretato male la sua richiesta, fatto sta che dopo una buona mezz’ora si ritrova in strada con un paio di libri: I coccodrilli di Yamoussoukro di V. S. Naipaul e La struttura della magia di Bandler e Grinder.

Veloce torna a casa, quasi emozionato sale le scale facendo due scalini alla volta: si sentiva anche lui un po’ professore! Ed eccolo lì che si guarda i suoi libri.

“Mah! che strano” pensa “tutti e due con la copertina gialla”. Prende il primo, già sulla copertina si parlava di maghi e magie e anche la prefazione raccontava una storia molto bella di un principe e il mago, ma poi andando avanti il linguaggio cambiava, non ci capiva niente, era troppo difficile per lui, il linguaggio era psicologico, si parlava di psicologia, non di magia, forse non si era spiegato bene con la signorina!

E allora prende l’altro, ma che c’entra l’Africa con la magia, si chiede, in copertina c’è la foto di un gruppo di neri… ma che c’entra tutto questo, lui voleva sapere di magia! Scoraggiato si butta sul divano, quasi schiaccia Gnoccolè, il gatto, che se ne stava tranquillo a ronfare.

Mangia due uova, risponde al telefono e poi decide di dare uno sguardo al libro dei coccodrilli, magari era una favola e si sarebbe divertito.

Beh, non si trattava di una favola ma della storia di una famiglia e della storia di un viaggio scritto così bene che lui continua a leggere affascinato da quel racconto fino a notte fonda, e così i giorni dopo tornava a casa e non vedeva l’ora di riprendere la lettura, era orgoglioso di sé, in fondo era piacevole sentirsi professore!

Una domenica pomeriggio, stava quasi per finire il libro, incontra nella storia le parole magia, spiriti, divinità… riferite al mondo degli africani, il mondo notturno degli africani. E così, incollato al divano con il gatto appiccicato a lui (“finalmente Marcello è a casa” pensa Gnoccolè), legge d’un fiato pagina dopo pagina, quasi si attendesse una risposta e si blocca quando legge le seguenti righe: “… il mondo dei bianchi è reale… tutto ciò che hanno loro lo abbiamo anche noi africani neri…” -intendeva gli aeroplani, le macchine, i razzi, i laser, i satelliti- “…ce l’abbiamo nel mondo della notte, nel mondo delle tenebre…”. In un certo senso gli africani avevano superato gli europei: gli europei potevano raggiungere solo velocità limitate, anche con i loro razzi, mentre c’erano degli africani che potevano trasformare loro stessi in energia pura…

E qui Marcello Pescegnocco trattiene il respiro e legge: “…un africano di questo tipo poteva dire: datemi un secondo e dopo qualche istante di concentrazione, tornando in sé, poteva fornire notizie su Parigi. In quel lasso di tempo era andato e tornato da Parigi e aveva parlato con la gente di Parigi… senza uscire dall’Africa. Ma in quegli incontri non ci si poteva toccare: …fisicamente si poteva essere solo in un posto alla volta…”.

LA MAGIA, LA MAGIA: ecco da dove viene la magia, pensava Marcello. “Allora è vero, può esistere, non sono pazzo” diceva rivolto al gatto e urlava. Era eccitato e contento, non stava nella pelle, baciava il libro, accennava qualche passo di danza. Si sentiva normale: questa era una cosa importante per lui.

Quella notte sogna stelle cadenti, danze tribali, coccodrilli in festa e gatti innamorati… Sogna di mondi inesplorati e di viaggi interplanetari… sogna la vita e sogna la festa e sogna di poteri speciali! E quando si sveglia si sente fortunato GRAZIE anche agli africani.

 

I RIFIUTI TOSSICI

Ultimamente l’Italia e qualche altra parte del mondo si stavano interessando a questi strani fenomeni che stavano succedendo di cui non si capiva l’origine: le persone bloccate, le bolle sulle mani, l’immondizia che cammina… Le tv, i giornali e le riviste erano pieni di supposizioni e argomentazioni e intuizioni e presunte verità che venivano da tutte le parti. Si erano scomodati illustri professori, premi Nobel, inventori, psicologi, maghi, parrucchieri, meteorologi, casalinghe, sarte, prostitute, dietisti, calciatori e veline. Insomma si stava creando un bel movimento intorno alle magie e c’era chi addirittura asseriva, giurava di aver visto i marziani!

Marcello quella mattina si era svegliato pensieroso, mentre beveva il caffè rifletteva su quello che gli stava accadendo dal giorno della magia. Ancora non gli era chiara questa cosa della missione, quale fosse veramente la missione… la sua missione!

Non riusciva a stare seduto, girava per la casa con la tazzina del caffè in mano, pensava, non guardava niente, lasciava che i pensieri e lo sguardo fluttuassero liberamente.

La radio accesa mandava come un ronzio, le notizie le stesse: guerra, politica, emigrazione, violenza… Marcello pensava… pensava…

Pensava a se stesso, alla sua vita, al fatto che avesse scelto spesso strade facili, con poche preoccupazioni, un lavoro non troppo pressante, una casa in periferia di Firenze, città che conosceva poco, forse da piccolo aveva visitato il Duomo con i genitori ma niente di più. La scuola l’aveva frequentata giusto per la parte obbligatoria, poi aveva fatto qualche lavoretto qua e là e finalmente era arrivato il posto fisso, come guardia giurata.

Si era innamorato, così gli sembrava, di una vicina di casa, ma lei si era sposata con un altro, lui non aveva veramente fatto niente per tenersela vicina e lei gli era scappata di mano!

Viveva in un suo tran tran senza troppi sbalzi, si rendeva conto che in fondo non si era mai veramente occupato di cose all’infuori delle sue, anche con gli amici: erano quasi sempre loro a cercarlo. E ora la magia lo costringeva ad aprire gli occhi e le orecchie per occuparsi del mondo, delle persone intorno a lui, di sconosciuti…

Ma perché proprio a lui la magia, cosa poteva fare lui, uomo comune, anche se con poteri magici, per intervenire sui fatti del mondo? Alcuni poteri li aveva usati, altri forse ci saranno nel futuro, ma a che scopo? Lui pensava di non poter influire positivamente sul mondo…

Così rimuginava Marcello Pescegnocco, mentre il caffè si faceva freddo e il gatto lo guardava impensierito e tra sé e sé diceva: “ma che gli sarà successo? negli ultimi tempo, è così pensieroso: di solito è tranquillo, anche quando perde la sua squadra del cuore.”

All’improvviso gli arriva una chiamata da noi pescignocco, con il solito metodo: tremano le mani e si colorano di… caspita!… di nero. Che sarà mai successo, pensa malgrado il disappunto sulla modalità di chiamata!

Svelto va nel frigo e prende uno gnocco, che aveva precedentemente preparato, in una capsula trasparente, così si poteva vedere il tipo di sugo. Da quando la stella gli aveva detto che bastava uno gnocco, si era comperato degli ottimi gnocchi fatti in casa e li aveva separati uno a uno dandogli dei gusti diversi, a seconda dell’occorrenza.

Scalda lo gnocco al microonde, lo mangia, e puff, si trova in una dimensione… mah… in un attimo è lì dai pescignocco, NEL MARE… dalle parti di Cala di Forno.

Eravamo già quasi tutti là, noi pescignocco e gnoccofisc, allertati da un segnale del vento che diceva che si stava scaricando in mare una grossa quantità di rifiuti tossici. Immediatamente noi abbiamo contattato Marcello e in un attimo i gnoccofisc si sono presentati in tenuta “pinna mimetica” con casco protettivo, crema antisolare, mezzi anfibi e zaino tattico con razione K… tutto uscito dal vaso mobile!

“Fantastici!” dice Marcello ai gnoccofisc “siete bellissimi”.

“Go on Marcello” rispondono facendo i duri ma sotto sotto contenti del complimento “abbiamo una mission importante oggi… let’s go, we will do the best, HURRY UP!”.

Insieme a Marcello decidiamo di utilizzare la magia del “ritorno”: quello che è negativo te lo riprendi! Individuata la nave che senza scrupoli stava liberandosi di materiali scomodi, Marcello con la forza delle sue mani riesce da lontano a far ritornare indietro i container tossici. E uno: oplà di ritorno… e due: oplà di ritorno… e tre… I marinai e gli uomini sulla nave erano esterrefatti: mai visto una cosa simile! All’inizio sulla nave c’era paura, poi, -capito che era un ritorno- chi si faceva il segno della croce, chi si inginocchiava pregando il mare, chi il suo Dio, chi i suoi santi e chi urlava fuori di testa. Dopo un po’ hanno riprovato a ributtare in mare la roba ma quella è ritornata indietro e i farabutti messi i motori al massimo, veloci sono spariti in direzione terra.

“OK GUYS… adesso è everithing ok” dicevano i gnoccofisc entusiasti di come stavano proseguendo le cose.

Tutti i pesci grandi e piccoli che stavano lì intorno e avevano visto tutto, ci sono venuti vicini a ringraziare. Immaginate i gnoccofisc nella tenuta antisommossa come si sono sentiti importanti e… tirata fuori dallo zaino l’algaflash, si sono fatti immortalare insieme a noi pescignocco.

“Please… prego… fai foto! Grazie!” dicevano orgogliosi.

Marcello finita la missione, se ne torna a casa trionfante e festeggiato da tutti. No, per niente, lo gnocco aveva fatto il suo servizio per l’andata ma come ritornare a casa adesso?

È bastato il pensiero della casa, del frigo, perché lui in un attimo si trovasse lì davanti, POF, proprio davanti al frigo pensato. Era esterrefatto e gli è tornato in mente il libro che parlava della magia degli africani e si è rilassato e, ripensando alla missione, anche un po’ divertito e in piedi, davanti al frigo diceva: “un salto di qua, uno di là…” e saltellava sorridendo.

Il gatto Gnoccolè che lo stava osservando dalla mattina, al quel punto ha smesso di pensare e avvoltolato su se stesso si è rimesso a russare.

L’indomani i giornali riportavano la notizia della nave piena di rifiuti tossici abbandonata al porto di Livorno, i marinai e altri della nave arrestati in stato confusionale… forse erano sotto l’effetto di qualche sostanza, non si capiva, facevano strani discorsi impossibili…

 

MARCELLO E LA VISTA TELEPATICA

Il Giappone… ma come era potuta finire fino lì la magia delle “statue”, si chiedeva Marcello Pescegnocco quella mattina preparandosi per andare al lavoro. Chissà come poteva essere stato, visto che non era successo da altre parti, se non lì nelle vicinanze toscane… Mentre si infila le scarpe, barcolla un po’ soprapensiero e si appoggia al muro. Non se lo ricordava più di aver messo sul muro quella carta geografica del mondo, anzi, adesso ricordava, l’aveva messa quando aveva affittato la casa e cercando di abbellire la parete dell’ingresso voleva attaccare un poster, ma aveva bucato male il muro così era rimasto un buco, che aveva coperto facilmente con quel disegno del mondo, attaccandolo con il nastro adesivo. Il mondo dava anche colore all’ingresso, stava notando Marcello Pescegnocco, ma lui di solito non lo guardava, usciva o rientrava a casa sempre un po’ frettolosamente.

Quella mattina, visto che l’aveva notato, si sofferma a guardarlo, vede quanto è lontano il Giappone e poi va a cercare l’Africa, quella che ha letto sul libro, quella magica! E poi cerca Firenze e più giù Grosseto e gli piace stare lì a guardare il mondo e sentirsi parte di esso. Gli viene da tremare all’idea che lui ha il potenziale della magia e un po’ sente la responsabilità che gli è cascata addosso, ma non ha più una vera e propria paura, solo una leggera insicurezza… Si ricorda di aver letto da qualche parte che in Giappone, nelle grandi città, alcune persone passano molto tempo a giocare con una macchina che fa girare delle palline e ci passano le ore! Marcello si chiede incuriosito cosa possa essere quella cosa, a cosa potesse servire e si avvicina alla carta, con il dito cerca la città di Tokio e… in un attimo è lì, davanti alla macchina delle palline. Caspita, la magia! E adesso che fare? Si sente un estraneo lì, c’è solo un gran rumore di queste palline che vanno su e giù e persone come ipnotizzate davanti a questa macchina… Si rivede davanti alla carta del mondo e subito ritorna lì, a casa sua: che potenza la magia… deve starci attento…

A testa bassa per non guardare la cartina, esce di casa, non vuole tornare in Giappone, vuole andare a fare il suo servizio di guardia giurata!

Ritorna indietro a prendere lo zaino speciale quello che gli hanno regalato i gnoccofisc nel quale si era creato uno spazio per le porzioni del gnocco unico. Magari in giornata gli poteva servire…

Saluta il gatto che sempre più preoccupato lo guarda stralunato, anche perché quella mattina Marcello si era dimenticato di dargli la solita scatoletta… Ecco che sta tornando, il gatto sente girare la chiave. Marcello apre la scatoletta e veloce saluta Gnoccolè augurandogli una buona giornata. Finalmente sazio Gnoccolè si addormenta sul divano sognando di palline colorate rotolanti…

 

 

JUMP BACK OVVERO IL SALTO ALL’INDIETRO

Una mattina Marcello Pescegnocco andando al lavoro rifletteva sulle possibilità della magia e ripensava all’ultima missione con i gnoccofisc nella quale si era anche divertito e pensava che la magia era veramente una cosa straordinaria per lui. Stava scoprendo la dinamicità della vita e le complessità del mondo che per lui, orso nascosto nella sua tana, significava affacciarsi e aprire gli occhi sulla vita.

Teneva lo sguardo basso, assorto nei suoi pensieri… ACC… per un pelo non calpestava una cacca di cane… ed eccone un’altra e poi cicche di sigarette per terra, carte, bottiglie di plastica vuote.

“Ma che razza di mondo è mai questo” pensa Marcello “possibile che le persone sono così poco attente alla pulizia!”. Non se n’era veramente mai accorto, ma dalla magia in poi gli era venuta una strana mania di mettere a posto le cose, e approfittando del fatto che i gnoccofisc si fermavano ancora alcuni giorni, si mette in contatto con noi pescignocco per decidere tutti insieme quale magia usare per tutta quella sporcizia.

“Facciamo la magia del JUMP-BACK” dice subito uno dei gnoccofisc.

Ecco come chiamavano i gnoccofisc quel tipo di magia che faceva ritornare al proprietario le cose buttate per terra o per mare o… come in questo caso, la cacca del proprio cane lasciata lì!

“Ma dove possiamo farle finire le cicche, le carte, le cacche? Qui non c’è una barca!” dice FAGIOLINO pensieroso.

“In tasca dei proprietari!” risponde PREZZEMOLO con uno sguardo burlone!

Già ci veniva da ridere all’idea di questa zingarata, ma veramente non ci veniva in mente nient’altro per poter migliorare questo insudiciamento del suolo pubblico! E così, unite le nostre forze magiche, Marcello prende la dose dello gnocco e puntando l’occhio sulla Toscana, fa la magia… Ma l’occhio va oltre, guarda il Lazio, Roma, scende a Napoli poi sale a Milano… si ferma a Verona. Marcello Pescegnocco anche questa volta si è fatto prendere dalla magia, la vista telepatica gli dava la possibilità di intervenire là dove lui avrebbe posato lo sguardo sulla cartina del mondo… Gli sarebbe piaciuto fare il giro del mondo e lanciare la magia ovunque ma per fortuna è intervenuto il gatto Gnoccolè che con una miagolata isterica lo ha distratto dai suoi propositi maliziosi.

Quel giorno Marcello davanti alla banca durante il suo turno di guardia giurata, non stava nella pelle dal ridere per le conseguenze della magia. A parte lo schifo della cacca in tasca al proprietario del cane ma c’era anche la bruciatura della sigaretta, l’appiccicaticcio della gomma da masticare, i pacchetti di sigarette improvvisamente di nuovo in tasca e tutto quello che non veniva gettato propriamente ritornava indietro, e dove non c’erano le tasche andavano bene le borse borselli e risvolto dei pantaloni!

La sera il TG allarmava gli ascoltatori parlando di questo nuovo fenomeno inspiegabile e faceva delle supposizioni dicendo che forse era un fenomeno della natura che si ribellava all’uomo e che dovevamo attenderci chissà quali altre catastrofi.

Quella notte Marcello ha tardato ad addormentarsi. Gli veniva da ridere all’idea di questa magia, immaginava i proprietari dei cani, quelli che lasciano la cacca per strada, con la tasca gonfia di cacca… Fortuna per Marcello che aveva solo un gatto… ronfatore.

 

PEPITO SPARITO

Una mattina siamo stati svegliati da uno strano rumore, anzi, era un suono, come una nota di violino ripetuta. Era appena sorta l’alba, per noi era presto, ma quel suono ci ha dato come una scossa, una scrollata.

“Ehi, avete sentito?” diceva pescegnocco Rosa “sembra che ci sia qualcuno che sta intonando una musica…”.

Ci guardiamo in giro e non vediamo niente, niente di diverso dal solito… No… un momento…

“Guardate là, dalla parte di nonno PEPITO, intorno alla sua tana…” dice pescegnocco Verde. Guardando meglio notiamo un certo disordine da quella parte, notiamo qualcosa di insolito, tante cose in giro, come se qualcuno avesse cercato qualcosa frettolosamente. Ci avviciniamo alla sua tana e lo cerchiamo sotto i numerosi fogli sparsi qua e là, ma di lui non c’era traccia. Erano un po’ di giorni che pescegnocco PEPITO ci sembrava parecchio ciufuto, parlava da solo di cose lontane, di cose passate… se ne stava lì nella sua tana, scrivendo e ricordando esperienze passate. Noi lo lasciavamo in pace poiché, anche a provarci, non c’era verso di dialogare con lui.

Guardando con attenzione tra le cose sparpagliate in giro troviamo tante, tantissime lettere e tante poesie e tante invenzioni e la mitica Olivetti e… anche una tromba… non ce l’aveva mai detto di avere una tromba!

Ma di lui non c’è traccia!.

“Forse è andato a fare un giro con l’Alghetta GT” prova a suggerire MENTUCCIA “sapete come è fatto lui, prende e va senza dire niente a nessuno”.

“Eh sì” risponde RUCOLO “e perché allora tutta questa roba in giro?”.

“Sembra quasi che abbia cercato qualcosa prima di andare via” dice con tono preoccupato GINGER.

“Mah, forse gli è venuta in mente una cosa importante” dice FRAGOLINA “e non ci ha voluti svegliare!”.

“Entriamo nella sua tana, forse troviamo qualche indizio” dice MIRTILLO subito attivato nella ricerca.

“Guardate là, in fondo alla tana” dice pescegnocco Papillon “sembra come se qualcuno avesse rimosso del muschio, delle alghe che coprivano qualcosa…”.

MIRTILLO si fa avanti per primo seguito da RUCOLO e GINGER che quasi si davano una musata perché andavano in direzioni convergenti, e, in effetti c’era qualcosa di strano, come se fosse stato aperto un nascondiglio.

“Chissà cosa c’era qui dentro di così importante per PEPITO” riferisce MIRTILLO “guardiamo in giro, forse troviamo altri indizi!”.

“Ecco… venite di qua, c’è qualcosa… una custodia… di violino!” emozionata pescegnocco Millerighe si avvicina alla custodia e la guarda pensosamente “è proprio qui vicino al nascondiglio e sembra sia stata buttata là in fretta”.

“Ma nonno PEPITO non ci aveva mai parlato di un violino” dice sconsolato pescegnocco FAGIOLINO “anche se noi talvolta ne sentivamo qualche nota”.

Prendiamo la custodia e la portiamo fuori dalla tana per esaminarla meglio. Era una bellissima custodia in pelle, con all’interno una fodera di panno per proteggere lo strumento.

Guardando meglio vediamo che nella fodera c’era “una cerniera!” grida eccitata pescegnocco IRIS “c’è una cerniera, forse nasconde qualcosa”.

Eravamo tutti molto emozionati, stavamo scoprendo qualcosa di molto importante riguardo alla vita di pescegnocco PEPITO.

Si avvicina BU e insieme a MIRTILLO fanno scorrere la cerniera… ACC… è un po’ arrugginita. CIPOLLOTTO svelto va nella sua tana e prende un unguento speciale e… ZIP… apriamo la taschetta.

C’è un momento di silenzio là sotto nella cala, tratteniamo il fiato emozionati… stavamo per scoprire un segreto…

BU estrae dalla piccola tasca un paio di lettere che consegna a VANIGLIA e lei inizia la lettura, anche se con fatica perché molte cose scritte stavano svanendo forse perché erano molto antiche:

“Cara mamma, oggi per me […] grande giorno, a tua, a vostra insaputa ho […] l’esame per l’ammissione al conser[…]torio di Ferrara e l’ho superato. Lo so […] non […] soldi per farmi stu[…]are ma lavorerò per pagar i gli studi. Lo sai mam[…]a che voglio fare il mu[…]icista, anzi da pi[…]colo dicev[…] il diret[…]re d’orchestra, dillo tu a papà, serve solo una su firma, sono minorenne e […]. bisogno di una sua firma. Tornerò a casa tra due set[…]mane con il foglio da fi[…]are. AT’ SALUT, MAMA, AT’ VUI TANT BEN”.

Il secondo foglio era ancora meno chiaro, la scrittura stava svanendo; si leggeva bene solo questa frase:

“Tuo padre è andato in bicicletta alla scuola di musica e ha parlato con i professori dicendo che assolutamente tu non puoi fare il conservatorio, che non se ne parla proprio. Era molto arrabbiato e non ti vuole vedere. Mi dispiace. Tua madre.”

Cavalcando leggeri sull’onda dei sentimenti, riponiamo i fogli nella custodia e silenziosi torniamo alle nostre occupazioni, ognuno con i suoi pensieri.

ESPLORAZIONI IN PISCINA

Marcello Pescegnocco si è iscritto in piscina, sì, proprio così, lui gran pigrone ha deciso di fare un po’ di movimento anche perché con tutti gli gnocchi che mangia non sa come smaltirli…

La trova proprio vicino a casa sua, una bella piscina con ampie vetrate che guardano su un prato.

Il movimento ripetitivo del nuoto gli stimola il pensiero e lui lascia che tutto fluisca naturalmente, le domande, i dubbi, le incertezze… Da quando ha acquisito i poteri speciali la sua vita lentamente sta cambiando. Niente di particolare sta visibilmente succedendo ma dentro di lui stanno nascendo delle curiosità per i posti, le cose, le persone. Lui, come già ha detto, è un uomo semplice, la sua vita è fatta di poche ma buone cose, non si è mai interessato granché ai fatti intorno a sé o alle cose degli altri, e nemmeno si è interessato granché alle complessità del mondo… Lui ha sempre pensato che comunque non avrebbe mai potuto fare niente per migliorare le cose del mondo! Ma la magia gli sta offrendo altri modi di vedere le cose e soprattutto lui sta iniziando a vederle le cose, come se lentamente stesse aprendo gli occhi.

Lui, un Pescegnocco, avrebbe dovuto sapere nuotare benissimo e invece in acqua sembra uno gnocco ma di quelli veri, nuota a rana e non tanto bene e ogni tanto capriola, sì, proprio così, a pancia in su per cambiare il movimento. E mentre nuota, anche se con un po’ di timore di affogare, gode del piacere del movimento e osserva la bellezza dell’acqua attraversata dai raggi del sole. Non si era mai accorto che l’acqua in movimento, guardandola da sotto, disegna dei cerchi argentei e fa delle palline che sembrano diamanti… che bellezza!

Mentre torna a casa, si dà il tempo per curiosare in giro per il suo quartiere, lui sempre così frettoloso ora scopre le aiuole, i negozi, il parrucchiere, la vita del quartiere e… una libreria! Timidamente entra, lui odora ancora di cloro, e guarda un po’ di qua e di là. Gli viene in mente di cercare un manuale di nuoto. Vaga con lo sguardo tra gli scaffali: quanti libri, quanta sapienza! Si ricorda di quando andava in terza media e il professore li aveva portati a visitare una libreria, ai suoi tempi erano piccole. Mentre lui e gli altri della classe guardavano stupiti tutti quei libri, gli si era avvicinato il saputello della classe e tra i denti gli aveva detto: “che guardi tu… non sei uno che può passare del tempo in libreria!” con un tono così sprezzante che lui ci era rimasto male e non era più entrato volentieri in una libreria. Ogni volta sentiva lo sguardo del saputello!

Tornando a casa fa un po’ di spesa, parla con il droghiere, fa un buffetto a un bambino, si ferma a chiacchierare con la portinaia. Appena in casa cerca il gatto e gli fa una carezza. Gnoccolè è esterrefatto: che cosa mai gli sarà successo? Forse Marcello Pescegnocco è innamorato?

Lo sapremo alla prossima puntata. E la vita continua…così la magia.

 

IL BANCOMAT

Marcello Pescegnocco gira con uno zaino tattico speciale che gli hanno lasciato i gnoccofisc prima di andare via. Eh sì… alla fine sono partiti. Baci e abbracci, “Cala di Forno è un bel posto, it’s wonderfull” dicevano, ma loro cominciavano ad avere nostalgia delle loro abitudini americane: acqua calda anche d’inverno, tane speciali artificiali, rifugi antisommossa, lampade fosforescenti, musica diffusa, docce fredde tonificanti e un sacco di altre cose che avevano convinto PREZZEMOLO ad andare con loro, nel loro mare artificiale, così avevamo capito noi pescignocco. Qui da noi la vita è troppo spartana per gnoccofisc abituati alle comodità delle metropoli, quaggiù la vita è bella per un po’ ma alla lunga stancante. Per loro è meglio il Gnoccofisc Lake con tutti i suoi servizi.

“Goodby friens, beautifull here, THANKYOU, vi aspettiamo da noi a N.Y.” dicevano mentre caricavano il vaso volante.

“Goodby ciao” rispondevamo noi che nel frattempo avevamo imparato qualche parola americana. E con un SSSSS… ecco partire la GNOCCOAIR stracolma di pacchi e pacchetti e tra di loro pescegnocco PREZZEMOLO che ci faceva ciao sorridendo beato!

Tornando allo zaino, questo è munito di molte tasche con fibbiette e spazi che sembravano fatti apposta per accogliere le piccole scatolette con le dosi degli gnocchi che Marcello Pescegnocco abitualmente porta con sé… dovesse averne bisogno!

E così, quella mattina, zaino in spalla, trotterella allegro verso il suo posto di lavoro. Ha voglia di magia, è da un pochino che noi pescignocco non lo contattiamo, ci stiamo riprendendo dalla visita dei gnoccofisc, bella sorpresa… ma noi, abituati a una certa routine, abbiamo bisogno di riprendere la concentrazione.

FRRRR FRRRRR… avviso di chiamata per Marcello, attraverso micro movimenti delle orecchie e leggero trillo… L’abbiamo imparato dai gnoccofisc, ci sembra indicato per uno come Marcello.

Gli comunichiamo che abbiamo captato un segnale negativo proveniente da un centro commerciale dove c’e un suo carissimo collega che si occupa della sorveglianza.

“Abbiamo come la forte sensazione che qualcuno sta svaligiando o vuole svaligiare la filiale della banca che c’è nel centro commerciale” riferisce pescegnocco BU.

Svelto Marcello va in quella direzione, è proprio lì vicino, ma non nota nulla di strano e chiesto del collega gli dicono che avrebbe fatto il turno notturno.

Torna alle sue occupazioni, la giornata trascorre tranquilla, verso sera Marcello sulla via di casa compera una rivista scientifica e un gelato da mangiare davanti alla tv.

Verso le 23 gli arriva una chiamata da noi pescignocco sempre per il solito motivo della mattina, adesso più urgente: “Si stanno imbertando l’intero box del bancomat al centro commerciale!” gli dice MIRTILLO. Marcello ricorda che il suo amico avrebbe fatto il turno di notte e, ingoiato velocemente uno gnocco… PAF… si ritrova lì nel centro commerciale, ma anche questa volta pare che sia tutto in ordine. Vede il collega che attento vigila e non nota niente altro, il box del bancomat è al suo posto. Per errore con il pensiero va al film che stava guardando e… PUF… si ritrova a casa.

Che veloce questa magia, non ci si può rilassare in attimo!

Rimangia uno gnocco e… eccolo di nuovo al centro commerciale e… che succede?… il box del bancomat è spostato rispetto a prima. Come mai non ha suonato l’allarme e dove è il collega? Forse al bar lì vicino, lungo l’Arno e… eccolo lì Marcello al bar, stupito, si guarda intorno: che gente strana a quell’ora, sembrano mascherati. Lui non conosceva la vita notturna, di solito andava a letto presto, ma non si sarebbe mai potuto immaginare quell’ambiente! Immediatamente ripensa al centro commerciale dove… OI OI… stanno rubando tutto il box del bancomat e il suo amico guardia giurata non c’è, chissà dov’è, non si è accorto di niente!

Cerca di rimanere concentrato per non svanire ancora, vede un furgone che cercava di trascinare il box agganciato con un cavo d’acciaio per poi caricarlo. Nessuno è in giro, è notte fonda, il posto è appartato e il collega amico chissà dove è andato.

Marcello Pescegnocco punta le mani sul box e lo frena appesantendolo a tal punto che nello sforzo del traino si stacca un pezzo di furgone, la scocca viene via e il pulmino, quello che resta, rimbalza. I due malviventi che stavano in cabina di guida non capiscono cosa sta accadendo pensano di essere stati scoperti e il salto che ha fatto il pulmino li ha spaventati talmente tanto che fuggono terrorizzati, vagano un po’ per la città finché vengono fermati dai carabinieri che li credono in stato di ebbrezza…

Nel frattempo arriva anche il collega amico di Marcello che stava facendo il suo giro di ispezione e non si era accorto di niente. Immediatamente chiama rinforzi e non riuscendo a capire la dinamica dello sventato furto si inventa una tale storia che l’indomani lo premiano per il suo coraggio.

Marcello è contento di aver potuto aiutare l’amico, in fondo glielo doveva per la lunga e sincera amicizia. L’indomani lo va a cercare e si fa raccontare tutta la storia…

La MAGIA… è anche questo: stare insieme e saper ascoltare…!

 

AIUTO…I MEDIA!

Ma cosa è successo alla stazione di Roma Termini negli ultimi tempi: maxi schermi dappertutto e mini schermi e pubblicità ruotante e cartelloni parlanti… AIUTO, sembrava di stare in una grande giostra. A Marcello Pescegnocco faceva male la testa, gli sembrava di essere un ostaggio dei media. Lo sguardo vagando trovava solo questo mondo caotico pieno di figure, rumori e spot pubblicitari martellanti… AIUTO: “a ridateme la campagna, il buio, il silenzio, i colori, la fantasia, LA RADIOOOOOO…”.

Marcello è sceso a Roma per far visita alla sorella. Eh sì, erano anni che non si vedevano, solo qualche telefonata, ma le nuove curiosità di Marcello lo portano anche a riscoprire la famiglia.

Tornando a casa la sera con il treno delle 19 riflette su tutti quegli schermi, le immagini veloci della pubblicità, i TG e le varie cose che passano per di là. Quante notizie negative si vedevano in tv e quanti film violenti passavano sugli schermi. Eppure c’è tanta brava gente nel mondo, altrimenti come si reggerebbe in piedi? Perché non ricercare anche il buono della vita e trasmetterlo? Aveva letto tempo prima di uno studio di psicologi americani che volevano sperimentare nuovi modelli da proporre ai media, modelli positivi: avrebbero influenzato le persone?

Prima di dormire accende la tv e rivede e risente le solite cose. BASTA, si dice, chiamo i pescignocco e vedo cosa si può fare.

Ingurgita uno gnocco, anzi, si ricorda che non ha cenato e così si mangia un bel piatto di gnocchi al pomodoro per tenersi leggero e un mezzo bicchiere di vino. A quel punto contatta noi che stavamo godendoci un meritato silenzio rotto solo da un lieve sciabordio delle onde.

“Siamo bombardati da schermi televisivi, musica dappertutto” racconta Marcello a noi pescignocco “telefoni musicali, nei negozi e nei bar altra musica, per strada rumore di macchine, …e sugli schermi televisivi molti film sono violenti…”. “Anche al cinema” diciamo noi che conosciamo le cose del mondo.

Insieme decidiamo quale magia usare, così unendo le nostre magiche capacità riusciamo a combinare un bello scherzetto.

Noi pescignocco con il potere trasformativo decidiamo di cambiamo le notizie negative in positivo “mentre io” dice Marcello Pescegnocco “grazie alla vista telepatica posso influire su tutte le reti guardando intensamente il televisore”.

Ed ecco che, grazie alla magia, per chi sta davanti alla tv il telegiornale parla di cose positive, chi guarda un film dell’orrore se lo vede trasformato in film d’amore, le guerre si trasformano in tornei di calcio, il TG4 diventa un programma satirico, le violenze diventano coccole, le botte carezze… Bin Laden si scusa con il mondo, Bush si scusa con gli Iracheni e gli Afgani, i cinesi sospendono la corsa al consumismo e riscoprono la loro cultura, gli africani trovano l’acqua e il cibo per vivere, i coreani fanno pace con tutti… un sogno, un sogno davvero perché quella sera Marcello dopo aver parlato con noi si addormenta con la tv accesa e tutte le buone notizie sono solo nella sua testa.

L’indomani, si iscrive a un corso di yoga perché vuole migliorare la concentrazione per evitare di avere dei rientri non voluti durante la magia. Tornando a casa si accorge di uno strano silenzio, niente musica nei bar e negozi, niente tv accese, nessun rumore assordante… Si ferma al bar per un caffè e il barista gli dice che c’è stato uno strano corto circuito la notte precedente e non si riesce a trovare la causa. Prima sugli schermi erano passate improvvisamente immagini colorate e allegre poi più niente. Poi prosegue “MAH, stanno succedendo delle cose strane ultimamente, forse stanno sbarcando gli UFO… sempre meglio di questa noia…” finisce sospirando il ragazzo barista.

Marcello sogghigna sotto i baffi… troppi gnocchi anche ieri sera!

 

LA TV

“Ciao Gnoccolè” dice Marcello appena rientrato a casa, e gli fa anche una carezza… “EHI”, pensa il gatto Gnoccolè “cosa sta succedendo? dopo anni di indifferenza sta cominciando a notare la mia presenza?”. Marcello accende la tv, è curioso di sapere come sta proseguendo il cortocircuito e gli sono venute nuove idee su come migliorare la magia. La noia del barista lo ha fatto riflettere, un giovane annoiato… come è possibile con tutte le belle occasioni che offre la vita… o forse si riferiva solo alla tv… avrebbe dovuto chiederglielo!

Lo schermo televisivo è occupato da un viso nuovo, mai visto sui nostri schermi dove ci sono sempre le solite persone, le solite cose, i soliti discorsi…. e parla una lingua straniera… Marcello gira altri canali e anche lì ci sono programmi in altre lingue, visi asiatici e africani, scuola di tango e lezioni di meccanica, colori vivaci e visi sorridenti. E IL NOSTRO TG DOVE è FINITO? E i quiz demenziali e i pacchi dono e i reality assurdi sono spariti? EMILIO FEDE dov’è? ARIVOGLIO L’OROSCOPO…

E’ incuriosito da questo cambiamento e divertito all’idea che i giornali sarebbero usciti con i soliti titoli allarmistici. “SABOTATA LA TV E I CANALI DELL’ETERE FORSE IMMINENTE UNO SBARCO DI ALIENI NON FUNZIONANO NEMMENO I COMPUTER E NEMMENO I CELLULARIIIIIIIIII”.

Guarda il gatto, il suo gattone grigio e bianco che gli è stato sempre fedele malgrado lui talvolta lo avesse trascurato, e gli viene un sentimento affettuoso pensando ai tanti anni passati insieme sul divano la sera a guardare la televisione! E sente tenerezza anche per sé, per la sua vita prima della magia, per le sue giornate vuote.

All’improvviso si ricorda della carta geografica, forse ieri sera senza volerlo ha guardato il mondo e la tv si è confusa, chissà che diavolo ha combinato.

Per niente preoccupato si prepara qualcosa da mangiare, minestra di lenticchie e un po’ di formaggio e poi decide di mettersi davanti alla tv e fare un po’ di zapping per capire cosa può essere successo. Si prepara un po’ di noci, noccioline e cioccolatini e in pigiama si appresta a guardare la tv. ACCI…DENTI… i denti! Si rompe un dente schiacciando una noce… UFFA… ci mancava anche questo. Sconsolato si butta a letto sperando in tempi migliori… domani il dentista… chissà quanto può costare un dente!

 

LA CALA RISORGE

Lentamente la vita a Cala di Forno stava tornando ad una certa normalità. A parte la sparizione di nonno PEPITO, noi altri pescignocco stavamo riprendendo le nostre abituali occupazioni: pescegnocco FINFERLO andava a caccia di mosche con pescegnocco MELISSA, pescegnocco CANNELLA faceva il conto dei danni dell’invasione dei gnoccofisc, VIOLA E VANIGLIA passavano il tempo ad allenarsi con degli elastici lasciati dagli americani e PIMPINELLA, contenta del caos lasciato nella cala dai gnoccofisc, stava studiando una ristrutturazione della stessa. Io, KU, non vedevo l’ora di tornare in missione con la magia, mi mancavano il volo e nuove avventure. BU si stava riposando perché durante tutto il periodo degli americani lui gli aveva fatto da guida e organizzato le gite.

Era il periodo dell’anno dove le giornate sono corte e la notte arriva prima, i gnoccofisc avrebbero voluto lasciarci un po’ di lampade illuminanti e riscaldanti, ma per fortuna non hanno insistito e se le sono portate via.

E così, approfittando del buio della notte e del silenzio della cala, ognuno di noi si è lasciato andare ai suoi pensieri, cullato dal mare e riscaldato da buone intenzioni.

 

I PESCIGNOCCO AFRICANI IN VISITA

Non ci eravamo ancora ripresi dalla visita dei gnoccofisc che una mattina, in maniera alquanto silenziosa è apparso un nuovo gruppo di pescignocco mai visti prima: “e voi chi siete?” chiede solerte MIRTILLO al loro arrivo.

“Ciao amici, io sono pescegnocco TABEL e questa è la mia banda. Veniamo dall’Africa”.

Siamo rimasti stupefatti, stupiti, meravigliati per quell’arrivo, addirittura da così lontano… ma cosa stava succedendo alla cala… si stava aprendo al mondo?

I pescignocco africani… ma come è possibile? Forse laggiù è passato qualche pescegnocco toscano e ha lasciato delle tracce… Ma che importanza ha, loro sono magnifici nelle loro squame decorate a festa ricche di frange e campanellini… e che calore e simpatia nei loro sguardi allegri e divertiti!

“Siamo un gruppo di musicisti” dice TABEL “e stiamo portando in giro per i mari la nostra musica, così abbiamo pensato di venirvi a trovare”.

Uno di loro porta un cappellino decorato di quelli che piacciono a BU e un altro si muove intorno alla cala che sembra stia danzando, un altro ancora ha un gonnellino fatto di conchiglie e l’ultimo dei cinque, perché sono cinque, ha delle trecce strane in testa.… Certo che se ci fossero stati ancora i gnoccofisc sarebbero rimasti sbalorditi dall’eccentricità dei pescignocco africani e dall’assenza di bagaglio…

“Vorremmo fermarci qui da voi qualche giorno” dice TABEL presentandoci gli altri “ci sistemiamo in un posticino qui nella cala, non abbiamo bagagli e nemmeno strumenti, a parte un tamburo dal quale pescegnocco CAJUN non riesce a staccarsi, noi suoniamo con le cose che troviamo sul posto!”.

“Gagliardo questo qui, e tutti loro” penso io “me li voglio proprio godere!”.

È incredibile la loro capacità di adattamento, immediatamente si mettono a chiacchierare con tutti noi, a scherzare e a raccontare un po’ della loro vita.

“Noi veniamo da un mare che lambisce le coste di un paese che si chiama Eritrea” racconta TABEL “i nostri posti sono bellissimi, forse è meglio dire ERANO bellissimi… sono successe tante cose laggiù, così noi abbiamo cominciato a muoverci e con la musica riusciamo a stare bene e godere della vita” e si fa malinconico, ma subito dopo si rianima e ci chiede “abbiamo saputo nel nostro migrare che qui vicino c’è una cala dove si odono note di violino… vorremmo andarci per vedere se possiamo comporre un pezzo di musica nuovo partendo da là!”.

Decidiamo di andarci l’indomani, visto che nel frattempo si era fatto tardi e la luce si stava attenuando.

BU è affascinato da questi nuovi amici, li sente vicini a lui, al suo modo di fare e poi il copripinna di CAJUN è davvero fantastico con quei disegni stilizzati… sta già pensando di farselo regalare.

Pescegnocco TABEL è pieno di risorse e di chiacchiere, ama raccontare che loro pescignocco africani sono degli esploratori, non stanno mai fermi, si spostano in continuazione anche per trovare del buon cibo.

La sera giunge presto, quasi nessuno di noi se ne è accorto, i racconti si susseguono spontaneamente, anche noi raccontiamo le nostre avventure. È tutto un brusio. Tra tutte spicca la voce di MIRTILLO: “…e poi c’è stata l’avventura dei tubi che ci ha dato un po’ del filo da torcere…” e via a raccontare…

Pescegnocco BASILICO sta organizzando una grande BIZZA vegetale da mangiare tutti insieme, poi ci sarà lo spettacolo di danze africane offerto dai nostri amici.

“Anche noi vogliamo danzare con voi” dicono pescegnocco VIOLA, VANIGLIA, MENTUCCIA E MILLERIGHE e vanno a prepararsi lucidando e colorando le loro squame in vivaci colori.

Siamo tutti ansiosi per questo nuovo spettacolo che ci porterà sicuramente grandi emozioni.

Il cielo è rischiarato dalla luna e un suo raggio attraversa l’acqua per illuminare lo spettacolo. Sembra che ci siano anche le stelle lì con noi, vediamo degli strani luccichii. Ognuno di noi si è preparato per la festa, FRAGOLINA si è ornata di luccicanti perline e PIMPINELLA ha indossato per l’occasione una splendida gonna svolazzante color acqua marina. BU ha una sciarpa rossa e io delle squame gialle e viola… non c’è più tempo per osservare le nostre belle acconciature, sta iniziando lo spettacolo!

I pescignocco africani escono da dietro uno scoglio e quasi non li riconosciamo cosi abbigliati di collane, conchiglie, piume… ma dove le hanno prese se non hanno bagaglio?… e le pinne hanno colori che vanno dal marrone al beige al bianco. Inizia a suonare il tamburo pescegnocco CAJUN e gli altri suonano oggetti che chissà come hanno fatto a trovare. Iniziano lentamente a danzare accompagnati dal suono degli strumenti… poi il ritmo del tamburo incalza e loro iniziano a danzare ruotando su se stessi più veloci e ancora e più veloci, il suono del tamburo e il ritmo della danza coinvolge tutti noi che stavamo a guardare a bocca aperta e io comincio a muovermi e danzare e così altri di noi e altri e tutti e tutto è diventato danza tutto è diventato suono e noi fluttuiamo inconsapevoli, nell’acqua, nel mare, nel cosmo, nell’energia della vita!

Che esperienza magnifica abbiamo fatto ieri sera, peccato che non c’era Marcello Pescegnocco, gli avrebbe fatto bene lasciarsi andare al suono primordiale della vita! Ma si sa, gli africani sono un po’ magici… In un attimo ci siamo ricordati di quello che scrive Naipaul nel suo romanzo trovato nel baule: “l’Africa e la sua cultura… l’Africa è un coacervo delle più svariate, più diverse e più contrastanti situazioni… Ma di tutta questa varietà, di questo mosaico cangiante composto di sassi, ossa, conchiglie, ramoscelli e foglioline rimane ancora molto. Più lo contempliamo e più ci accorgiamo di come sotto ai nostri occhi le parti di questo putzle cambino posto, forma e tinta, finché non sorge uno spettacolo che ci abbaglia con la sua varietà, la sua ricchezza, il suo caleidoscopio di colori”.

 

MARCELLO E L’AFRICA

 

È giorno di festa oggi, Marcello Pescegnocco è libero dal lavoro e invitato a pranzo da amici. Racconta di quella mattina:

Mi sono svegliato presto anche perché Gnoccolè voleva giocare e faceva salti sul letto. Allora mi sono alzato e dopo essermi fatto il caffè do da mangiare al gatto e mi faccio una doccia. Penso alla magia, alla potenza della vista telepatica, sono curioso e un po’ spaventato, sicuramente attratto da questo strano potere. Giro per casa cercando di non andare nell’ingresso dove c’è la cartina geografica, me la voglio lasciare per dopo… Guardo dalla finestra c’è tanta confusione e polvere, ci sono luci natalizie accese sui balconi, c’è aria di festa…

Sapevo che voi pescignocco avevate in visita i pescignocco africani, così mi avvicino alla carta del mondo e inizio a guardare… Mi fermo sull’Africa… così grande chissà da dove vengono gli amici africani!

Gnoccolè apre un occhio, mi guarda e miagola, sembra che mi incoraggi ad esplorare, è ancora presto per l’appuntamento del pranzo, c’è tutto il tempo per… andare e tornare.

Prendo dallo zaino tattico la dose unica di gnocco e mi pianto davanti all’Africa, indicando un punto per me qualsiasi, centro-est.

In un attimo mi trovo ai margini di una foresta scura, mi guardo intorno, vedo solo alberi enormi e sento un rumore, un suono assordante… Vedo qualche capanna fatta di fango, non una persona in giro, nemmeno un animale. Non vedo niente oltre le capanne e tanta foresta.

Ma dove sono capitato, dove sono le persone, che fine hanno fatto?!

Torno a casa in un pensiero di un attimo, sono confuso, forse mi conviene chiamare i pescegnocco africani e farmi dare qualche informazione…

Mi siedo un momento in poltrona e trovo posato sul tavolino l’ultimo libro che avevo comperato su suggerimento del libraio, con il quale da poco tempo avevo fatto amicizia. EBANO è il titolo, è un libro di un reporter, Kapuschinski, che parla dell’Africa, della sua esperienza in quel continente.

Mi piace tenerlo fra le mani e osservare la copertina, c’è un viso scuro di un ragazzo, e mi piace immaginare cosa potrà contenere il libro, la scrittura, che storia sarà raccontata.

Apro il libro e vado all’indice e mi attrae il titolo di un capitolo: IL BUCO DI ONITSHA e lo apro lì, più o meno a caso.

Il reporter parla di un viaggio che stava facendo in Biafra quando a un certo punto si è trovato in una strada trafficata, caotica, file e file di macchine e camion fermi, niente si muoveva, le persone sembravano in tranquilla attesa, gli autisti erano tranquillamente sdraiati fuori dai camion in attesa di ripartire. Leggo qualche riga più avanti:

[…] la strada era fiancheggiata da casette basse e negozi a pianterreno […]. I sarti sedevano alle macchine da cucire, le donne lavavano e stendevano il bucato. In un punto della strada si notava un assembramento, un via vai nervoso, rombo di motori, chiasso, grida, richiami […].Vidi che in mezzo alla carreggiata si spalancava una voragine. Grande, larga, profonda vari metri, con i lati dritti e scoscesi e il fondo coperto da una torbida pozza melmosa […]. La strada era così stretta che chiunque volesse raggiungere in macchina la città doveva prima calarvisi dentro e affondare nella palude, sperando che qualcuno lo tirasse fuori dai guai.

[…] Sul fondo della buca e immerso per metà nell’acqua stava un enorme camion, carico di sacchi di arachidi. Una torma di ragazzini seminudi li scaricava issandoli sulla strada. Un altro gruppo attaccava dei cavi al veicolo per tentare di estrarlo dalla fossa. Altri ancora si aggiravano nell’acqua cercando di infilare assi e travi sotto le ruote. Chi era stanco risaliva a prender fiato sulla strada, dove già si stendeva una fila di venditrici di pietanze calde: riso con spezie, focacce di cassava, patate dolci arrosto, zuppa di arachidi. Altre smerciavano limonata locale, rum, birra di banane, sigarette e gomme da masticare […]. Il camion si impuntava, rinculava, per poco non si impennava. Finalmente fu tirato fuori e deposto sull’asfalto […]. I curiosi applaudivano […]. Neanche un minuto dopo, il successivo veicolo in fila d’attesa si calava sul fondo dell’abisso […]. A ogni veicolo la buca diventava più profonda.

Io ero allibito da tutto quello che leggevo, ero lì che fissavo il libro e quello che stavo leggendo, avrei voluto fare qualcosa, con la magia avrei potuto coprire la buca, oppure tirare fuori le vetture in un attimo… stavo lì immobile e mi sentivo impotente.

[…] Saltava agli occhi che la buca era diventata il centro della vita locale, attirando gente, provocando curiosità, suscitando imprese e iniziative. Grazie al maledetto buco, quel sonnacchioso e spento cantuccio di periferia si era trasformato per incanto in un quartiere dinamico pieno di chiasso e di movimento […]. Il buco aveva dato lavoro ai disoccupati […].Aveva fornito clienti ai negozi […].Gli autisti approfittavano della sosta per riparare guasti, gonfiare gomme […]. Comparivano barbieri […]. I dintorni del buco erano diventati un luogo d’incontri, di chiacchiere e di discussioni e, per i bambini, di divertimento”

[da EBANO, Il buco di Onitsha, Feltrinelli, pag 260 261]

Leggevo tutto questo senza poter fare niente, capivo che lì, in quel posto, in quel paese, le cose funzionavano in maniera diversa che da noi e il mio tirare fuori i camion o aggiustare la strada non avrebbe aggiustato la vita di queste persone, almeno non in questo momento, forse chissà, mah, che difficile sapere la cosa migliore da fare, ero confuso, disorientato.

Chiudo il libro, lo poso sul tavolino, sono avvilito, è quasi ora di vedere gli amici, ma come fare per alleggerirmi dall’angoscia che mi riempie il cuore… E la magia cosa può fare? Vedo poggiato sul tavolino il libro di NAIPAUL e mi ricordo quello che ho letto sugli africani e la magia.

FRRRRR… una chiamata dai pescignocco. Hanno sentito il mio sentimento. Mi fanno parlare con i pescignocco africani, mi spiegano un po’ come vanno le cose, mi mandano telepaticamente due righe che fanno così:

“Lo spirito dell’Africa assume sempre la forma di un elefante, perché non esiste un animale capace di vincerlo: né il leone, né il bufalo, né il serpente…” [da EBANO di R. Kapuscinski pag 276-277].

Mi guardo intorno, Gnoccolè pacifico dorme sul divano, la radio trasmette musica etnica… Suona il citofono, è ora di andare. E la vita continua.

 

Dalle riflessioni del gatto Gnoccolè:

Io me ne sto pacifico a dormire sul divano… Così sembra a Marcello Pescegnocco, ma io non sono per niente pacifico, faccio finta, me ne sto raggomitolato con la testa un po’ incassata, per poter osservare la situazione almeno con un occhio! Eh sì, da un po’ di tempo Marcello mi sembra strano, gira per casa talvolta trasognato che se non sto attento mi travolge senza accorgersene… Poi tutti quegli gnocchi, ma come mai si è messo a mangiare a tutte le ore?… Tempo fa Marcello aveva una vita cadenzata da orari precisi, sveglia alle 7, caffè, un po’ di cibo per me, poi usciva, rientrava alle 12.30, mangiava con la tv accesa, si faceva una dormitina, poi di nuovo fuori fino alle 7, poi cena, tv e alle 10.30 a letto. Mai una carezza per me o un saluto. Adesso non ha orari, mangia in continuazione gnocchi, parla da solo, LEGGE dei libri e qualche volta mi accarezza e mi parla. Mah… l’altro giorno si è messo a parlare con una vicina e le ha fatto anche il caffè… Non ci sto capendo molto, mi ha cambiato anche il mangiare, adesso è molto più buono, non ha più quel cattivo odore! Adesso è uscito, questa mattina non so cosa gli sia successo ma è stato parecchio davanti alla cartina del mondo.

Mah… l’importante è che non si dimentichi di darmi il mangiare, poi io qui sto bene, sono un po’ solo ma non ho nemmeno nessuno che mi dà fastidio.

Vigilerò con attenzione sulla vita di Marcello, non amo tanto i cambiamenti, ma più che un cambiamento questa sembra una trasformazione, uno scioglimento di alcune durezze… Io gli sono affezionato, sono tanti anni che viviamo insieme.

 

I CELLULARI

TRRR PING PING CCIIAAOO AOOOO CIP CIP COF COF AMMOOREEEE CLANG CIUF CIU TIRINTINATIRINTÀ CIPICIPICIP… Marcello sta andando al lavoro e nell’autobus affollato quella mattina le suonerie dei cellulari pareva si fossero messe d’accordo a gareggiare su quale fosse la più demenziale, la più fastidiosa: canzoni, trilli, voci di bambini, di innamorati, musiche di tutti i tipi, bip vari, vibrazioni elettriche ultrasoniche… E poi da quando c’erano i portatili bisognava anche ascoltare le conversazioni: dove sei, cosa fai, pronto non sento, non c’è campo, è caduta la linea, pronto, pronto… Qualche volta si potevano seguire anche fatti privati: cosa vuoi da mangiare, vuoi la pasta, ti faccio le fettuccine, faccio la spesa, sei arrivato, io sto per arrivare, piove, non fa tanto freddo… Per non parlare di quelle persone che sembra stiano parlando da sole invece stanno telefonando con l’auricolare! Marcello le prime volte che incontrava questi tipi pensava fossero impazziti, poi ha capito, ma ancora adesso pensa che non siano proprio normali!

Stava notando poi -sempre sull’autobus- che i ragazzi stavano fissi con lo sguardo sullo schermo del cellulare perché giocavano a qualcosa che lui non capiva. Prova a chiedere a un ragazzo cosa stesse facendo ma forse per il troppo rumore quello lo guarda come per dire: “ma che sei cretino… non vedi… sto videogiocando!”. Insomma tra le telefonate, gli sms e i videogiochi i giovani, le persone non alzavano mai lo sguardo per osservare il tragitto dell’autobus, per guardare il vicino, per osservare il tempo, per guardare il cielo. Ma come mai, riflette Marcello, i giovani stanno crescendo così chiusi e concentrati su loro stessi? ma noi adulti che società abbiamo costruito? e io, pensa Marcello, per quanto tempo mi sono impedito di guardare?

Scende al capolinea e questo lo distoglie dai suoi pensieri, dalle sue domande. Ritorna a pensare al cellulare, all’uso improprio del telefonino che proprio non piace a Marcello Anche quando fa il suo servizio di guardia giurata ne vede e sente di tutti i colori. Ma che fare? In fondo è anche comodo il cellulare, spesso sono le persone che non sono molto educate!

Contatta noi pescignocco che stiamo in quel momento godendoci il ritorno di PREZZEMOLO dal suo viaggio negli STATES dai quali è ritornato con ben quattro cellulari: “uno per sott’acqua, uno per il volo” dice PREZZEMOLO felice per l’attenzione che gli dedicavamo “uno perché due sono pochi e il quarto perché oltre le foto, il fax, la e-mail, ha incorporato sia lo specchio che il pettinino e una crema protettiva per le pinne, quest’ultimo un regalo dei gnoccofisc!”.

“Tu che hai viaggiato nel mondo” gli chiede MENTUCCIA “cosa ci dici dell’uso del cellulare negli altri paesi?”.

“Cosa volete che vi dica” dice lui “non c’è niente di sbagliato nell’uso del cellulare, siete voi che siete troppo antiquati, dovreste muovervi, visitare il mondo” e insiste “tu PIMPINELLA dovresti farti qualche trattamento per ringiovanire, non vedi che le tue squame non sono più così belle?”. Era in vena di consigli PREZZEMOLO così lo lasciamo perdere, non faceva al caso nostro.

Ed ecco che pescegnocco BU inventa queste magie:

“Per chi telefona a lungo dopo due minuti e 90 secondi il cellulare comincia a scottare; per chi passa gran parte del tempo al cellulare sia a ricevere che fare telefonate, ad un certo punto chiama… la propria coscienza: ‘pronto… chi è… chi?… sono la tua coscienza…’; per i più maleducati dopo un po’ uno spruzzo d’acqua nell’orecchio così fanno anche pulizia; per le persone con un uso corretto del cellulare niente di tutto ciò succederà” termina così il suo discorso BU.

“BEH” dice FRAGOLINA “potrebbe essere una buona idea…anche divertente”.

“Anche a me piace” dice Marcello.

E così ci mettiamo al lavoro, ma come fare questa magia? Mica è facile: noi pescignocco dobbiamo concentrarci moltissimo sui suoni del mondo e Marcello Pescegnocco, dopo aver ingerito la sua dose unica di gnocco condito alle spezie orientali, zenzero, curry e menta, fissando il cellulare, interviene anche con la vista telepatica!

Che fatica questa magia, quanti cellulari nel mondo, pensa Marcello davanti alla cartina geografica cercando i paesi dove secondo lui imperversava il telefonino.

Più tardi mentre si rilassa un po’ sulla poltrona, squilla il suo cellulare. E sì… ce l’ha anche lui, lo ha dovuto comperare per il lavoro. DRIN DRIN DRIN… chi sarà mai a quest’ora?… “chi è?… sì… chi?… non sento… come?… un regalo?… sì… no… non sento… contratto di che?… cambio tariffa?… come?…”.

Ad un certo punto uno spruzzo d’acqua nell’orecchio interrompe la conversazione… è salata, è acqua di mare… “quei burloni dei pescignocco” pensa Marcello.

Ma anche lui che confusione ha fatto… in giro per il mondo si vedevano cellulari spruzzanti, cellulari bollenti, coscienze in rivolta!

Chissà che cosa c’era in quel sugo per gli gnocchi, forse un po’ troppo di zenzero!

 

IL RITORNO DI PREZZEMOLO

La mattina che è ritornato pescegnocco PREZZEMOLO noi stavamo ancora dormendo! Ha fatto di tutto per svegliarci, ed eccolo lì, con la sua espressione dubbiosa e un po’ monella, a guardarsi intorno per vedere se c’era qualcuno di noi che lo poteva ammirare! A parte il solito paio di occhiali all’ultima moda, in testa aveva un nuovo cappellino all’americana, le squame colorate di blu con delle nuance viola, a tracolla l’ultimo tipo di Algaflash, e tutta una serie di aggeggi e cose varie che non capivamo a cosa servissero!

“Ma da dove sei arrivato?” gli dice RUCOLO vedendoselo all’improvviso davanti “da dove sei sbucato?”.

“Ma come, non avete visto” dice lui alquanto irritato “sono arrivato con l’aereo privato di un gnoccofisc italoamericano, che andava a fare un business negli Emirati!”.

Noi non avevamo visto niente perché appunto stavamo ancora dormendo, PREZZEMOLO si era scordato che l’orario americano è diverso dal nostro.

“In America” racconta visto che a quel punto noi ci eravamo svegliati “i gnoccofisc vivono protetti in una gigante piscina di acqua di mare con tutti i comfort, acqua calda e fredda, lampade abbronzanti, cibo a volontà da speciali contenitori, visite mediche mensili, vitamine quotidiane e piste da sci artificiali!”.

Una bellezza a detta di PREZZEMOLO. “Ci dovete andare tutti” insiste di continuo “c’è anche la televisione e l’apparecchio per misurare la pressione…”. Poi ci racconta di tutti gli sport che ha fatto e delle belle gite organizzate apposta per lui nella RISERVA DEI GNOCCOFISC, così si chiama il posto.

“Bene bene” dice RUCOLO un poco rabbuiato “tutto bello, prima o poi ci andremo anche noi a visitare l’America!”.

“Vedremo” dice senza convinzione BU “prima o poi troveremo il tempo…”.

Contenti che il nostro amico malgrado tutti quegli stimoli sia tornato a casa, per festeggiare andiamo tutti a mangiare la BIZZA da pescegnocco BASILICO che giusto giusto aveva inventato per l’occasione un gran BIZZONE YANKEE.

E tra musica e piroette ritorniamo a goderci lo spirito semplice e gioioso della nostra artistica vita

 

 

I CROCCHETTI DI FELÌ

Zia Felì è una lontana parente di Marcello Pescegnocco, lontana anche perché abita su al nord, in un piccolo paese circondato da alte montagne. E così Marcello decide di prendere qualche giorno di ferie anche per cambiare aria e presa la sua vecchia auto si dirige verso le Alpi!

Gli avrebbe fatto bene uscire dal quotidiano tran tran, così gli dicono gli amici che lo vedono cambiato negli ultimi tempi. Alcuni pensano che si stia aprendo, altri che si stia chiudendo, di sicuro si sta trasformando!

Ed eccolo sulla sua vecchia auto guidare a velocità contenuta l’attraversamento degli Appennini. Era da molto tempo che non prendeva quella direzione, lui viaggiava spesso in treno, ma chi glielo ha mai fatto fare di prendere la macchina, pensa sgomento, già si è pentito, anche impaurito con tutte quelle macchine e camion che sorpassano a gran velocità!

Sudato per lo sforzo e frastornato, finalmente scende verso Bologna e arrivato quasi a Sasso Marconi lo sorpassa una macchina a gran velocità che poi sbanda e sta per andare fuori strada coinvolgendo altre automobili… sarebbe stato un finimondo… In un attimo Marcello ingoia uno gnocco che aveva pronto per le emergenze e… blocca quell’incidente che poteva causare un disastro. Ferma la sua macchina appena può, spaventato per quello che poteva capitare. L’uomo nella macchina che lo ha sorpassato ha avuto un malore, sta arrivando l’ambulanza… Gli altri veicoli che potevano essere interessati all’incidente proseguono lentamente il loro viaggio, le persone sono scioccate, non capiscono cosa è successo, è stato tutto così veloce… Le mani di Marcello hanno ancora una volta salvato delle vite, ma lui si chiede perché le persone vanno così veloci in macchina, perché tutta questa fretta…

Lentamente tutto torna alla normalità, il traffico procede regolare, Marcello pensieroso arriva sulle Dolomiti. Che meraviglioso tramonto lo attende, le montagne sono colorate di rosa, l’aria fresca e la tranquillità del posto lo rincuorano e lui, finalmente arrivato, fa un profondo respiro e ringrazia la vita per averlo protetto durante il faticoso viaggio.

Zia Felì sta dietro la finestra e attende l’arrivo di Marcello con un po’ di impazienza, è tutta la vita che attende qualcuno o qualcosa e il tempo dell’attesa la rende impaziente e nervosa. La cagnolina Barny dorme tranquilla finché non percepisce l’arrivo della macchina di Marcello e allora salta giù dal divano e scodinzolando allegramente va alla porta per accogliere l’ospite.

Zia Felì è un’anziana piccolina, capelli e occhi chiari, guance rosee e viso sorridente. Brontolona e generosa, sa capire le persone con un’occhiata!

Marcello è affascinato dalla zia, era tanto tempo che non la vedeva e la trova deliziosa.

“Marcello vieni, avrai fame, è stato faticoso il viaggio?” dice lei premurosa.

“Zia Felì, sei sempre in forma tu…”.

“Mah caro Marcello, mi sono fatta anziana, ho molti acciacchi, ci sento poco e la testa delle volte è confusa”. E avanti così, tra una chiacchiera e l’altra si fa ora di cena, la zia gli ha preparato una sua specialità: crocchette di patate con brasato alla trentina.

Le crocchette la zia Felì le fa veramente speciali: oltre che nell’impasto ci mette un po’ di buccia di limone grattata e un goccio di grappa, nella forma le fa molto creative, a treccia, a cuore, a cerchio… E poi le frigge nell’olio bollente e le toglie quando la doratura è perfetta e un po’ croccante. Una vera leccornia!

“Sono veramente buonissime zia Felì, riempiono la pancia e scaldano il cuore” dice Marcello.

Tra un crocchetto, un po’ di brasato, un buon bicchiere di vino che da zia Felì non manca mai, due chiacchiere, il tempo scorre piacevolmente. Marcello sente una certa emozione, un calore salirgli dal cuore, anzi, sente che il suo cuore si sta aprendo a quella zia Felì così speciale nel suo modo di essere, così magica.

“Sai cara Felì” le confessa Marcello “sto vivendo un periodo particolare, mi sto accorgendo del mondo e di come io sto nel mondo. Sento che mi sono voluto isolare, ma adesso un poco mi pesa, ho voglia di scambiare, anche affettivamente”.

Zia Felì lo ascolta con attenzione e non gli dice niente… lo lascia solo parlare, lascia che lui si senta accolto dal suo ascoltare…

Dopo cena zia Felì prepara l’immancabile camomilla con la grappa, che mette a posto qualsiasi stomaco riempito di leccornie e poi buonanotte. “Sono anziana e vado a letto presto anche se stasera ho fatto più tardi del solito, è stato bello stare qui ad ascoltarti”.

Marcello esce per fare una passeggiata, la serata è limpida, il cielo stellato, l’aria frizzante. È da tanto che non si concede una passeggiata libero da impegni e lì, in quel paesello tutto sembra più bello, più buono, il mondo caotico sembra lontano, anche la magia gli appare impossibile. Sente battere il suo cuore, la zia Felì gli ha fatto la magia, lo ha fatto parlare di sé e così si è alleggerito di un po’ di pensieri.

Ha voglia di innamorarsi, di non stare più da solo, ha voglia di calore, di carezze… Ma come si fa?

Alza lo sguardo e vede le stelle, sono lì anche per lui, lucide, brillanti, sembra vogliano dire qualcosa. Affonda il suo sguardo nel profilo delle montagne, nell’infinito del cielo, sente il suo cuore pulsare, sente amore per sé, sente amore per le stelle, sente amore per la vita… I crocchetti di zia Felì hanno fatto la magia, si è innamorato, sì, sì, si è innamorato della vita!

 

PEPITO DOV’E’?

L’acqua di Cala di Forno inizia a riscaldare e sulla spiaggia e più oltre verso la pineta, si comincia a vedere qualche nuovo colore, un po’ di giallo, piccoli fiori viola, nuovi fili verdi d’erba. Noi pescignocco anche se affaccendati con le magie non abbiamo smesso di cercare nonno PEPITO, nessun segnale o pensiero telepatico riusciva a raggiungerci, oltre che cercare lui noi cerchiamo segnali che ci facessero avere degli indizi su dove è andato a finire.

Dopo il ritrovamento della custodia del violino, pensavamo che fossero finite le sorprese laggiù nella sua tana, ma guardando attentamente adesso che la luce rischiara meglio il fondale e le giornate cominciano ad essere più lunghe, notiamo una specie di protuberanza della roccia che sembra naturale ma a guardarla meglio ha a che fare con qualcosa di posticcio.

Stavo insieme a BU e MIRTILLO e notiamo che sembra ci sia una cosa nascosta là sotto, camuffata da strati di alghe, terriccio, sabbia, conchiglie e guarda un po’, c’è anche un telo militare simile a quello lasciatoci dai gnoccofisc. Spazziamo via alla meglio tutta questa roba e… “ma queste sono le alghe della alghetta GT… alcune sono rosa…” dice pescegnocco BU sorpreso. Continuiamo a togliere quegli strati di roba e sotto troviamo un forziere, anzi il forziere recuperato tanto tempo fa e poi dimenticato!

“Venite tutti, venite a vedere” eccitati chiamiamo tutti gli altri anche per farci aiutare a spostarlo fuori dalla tana in un posto più luminoso e più comodo e lo appoggiamo sul fondale… quanto pesa… chissà cosa contiene di così importante da doverlo nascondere.

“MAH!” dice MENTUCCIA “il giorno che io lo ho aperto ho trovato delle cose ma poi gli squali mi hanno impedito di continuare la ricerca”.

“E forse dopo che gli squali lo hanno mollato, forse lo ha recuperato PEPITO e lo ha nascosto perché voleva proteggerlo da altri assalti visto che noi non ce ne curavamo per niente” dice convinto GINGER muovendo le pinne al suo solito!

Siamo tutti molto emozionati, il giorno sta per finire ma c’è ancora un po’ di luce che rischiara il fondale, la giornata è stata impegnativa ma nessuno di noi aveva voglia di riposare, ci pareva che tutto questo fosse un’ulteriore segnale di nonno PEPITO.

Le stelle si stanno annunciando, sono ancora un po’ pallide lì all’orizzonte, ma sembra che anche loro vogliano collaborare a rischiarare il fondale mentre noi ammutoliti apriamo il forziere e… ne esce per primo un pesciolino curioso che si era intrufolato non visto mentre noi cautamente ci armeggiavamo intorno.

Io mi aspettavo un magico PUFF con l’apparizione di PEPITO, oppure una cascata di polverina magica per tutte le occasioni ma forse leggo troppi fumetti e mi illudo che tutto possa passare con un incantesimo.

Pescegnocco BU dopo averlo aperto comincia a togliere le cose dal forziere: la prima è una foto di un albero chiamato LA REGINA DEL MONTE con la scritta “da piccolo salivo sugli alberi per vedere il mare”. Poi esce la neve… tanta. La mettiamo da una parte, ci faremo un igloo… Poi escono scivolate sui prati e tante risate, una bicicletta, un disco dei Beatles, matite colorate, tanta tosse, libri, tanti libri, un paio di sci, una montagna di paure, tanta tristezza, un cuore di sasso, foto di persone in villaggi africani, foto delle torri gemelle a N.Y., un modellino di aereo in metallo, un cappellino rosso femminile, un gattino di peluche, lo sbarco sulla luna, la morte di papa Giovanni, la caduta del muro di Berlino, la guerra nel Kossovo, un’armonica a bocca…!

 

PENSIERI LEGGERI

La vita di Marcello Pescegnocco da quando ha acquisito la magia, non è stata più la stessa, lentamente e in maniera quasi invisibile la sua vita si è aperta al mondo, i suoi occhi si sono aperti sul mondo così le sue orecchie e il suo cuore. Tornando dalla visita alla zia Felì, in macchina lascia che i ricordi della sua vita riempiano le ore del viaggio, lascia che le emozioni si facciano strada attraverso le difese che si è costruito negli anni. La sua vita, pensa Marcello, è sempre stata quella di un uomo senza grandi ambizioni, senza emozioni, progetti di lavoro, di innamoramenti o passioni sfrenate. Un uomo indifferente, sì, proprio così, indifferente.

Mentre a Cala di Forno i pescignocco aprivano il forziere, Marcello lascia scorrere il pensiero e si rende conto che così facendo, nella sua indifferenza, si è chiuso alle esperienze e se non ci fosse stata la magia avrebbe potuto vivere una vita piatta sotto tutti i punti di vista. Vita anche quella da rispettare, ma piatta! Anche con i suoi amici non si è mai concesso molto, pensa Marcello. Se non fosse perché sono loro che lo chiamano, lui si sarebbe isolato. E così anche con il gatto Gnoccolè che ha avuto tanta pazienza con lui Marcello, in questi anni… Si rende conto oggi che lo ha sempre dato per scontato che il gatto vivesse con lui, non ha mai fatto veramente niente per farselo amico, non gli ha mai dedicato un pensiero o un’attenzione a parte il routinario dargli da mangiare… Quasi si commuove al pensiero del fedele amico che non si è mai lamentato di niente…

Poi ripensa a lui da ragazzo, all’infanzia spensierata e felice con la sorella, ai prati pieni di fiori, ai primi problemi economici, i libri letti per salvarsi la vita. Pensa alle scelte obbligate dai pochi soldi in famiglia, da un padre assente perché partito per l’Africa e mai più ritornato, pensa a quando saliva sugli alberi per cercare di vedere il mare e magari da lì arrivare a suo padre, ripensa alla madre, alla sua sofferenza e solitudine e alla sua partenza per gli USA con un nuovo compagno e dove lei aveva dei parenti lasciandolo qui ad arrangiarsi da solo. I pensieri fluttuano, alcuni veloci passano, altri si fermano un po’. Ricorda la sua broncopolmonite quando stava per perdere la vita e i libri letti per farsi passare le angosce della vita, le tante sciate con i compagni di scuola, il cappellino rosso dimenticato dalla madre partita e la sua voglia di diventare pilota.

Ricorda di quando adolescente è stato messo in collegio e ha perso i contatti con tutta la famiglia, ricorda i mille pensieri che gli affollavano la mente e la paura della sua solitudine.

Intanto il cielo si è fatto più scuro, si sta avvicinando la notte, è quasi arrivato, vede le luci della grande città, Firenze.

Mentre sale le scale di casa si sente più leggero, ora non è più solo, si è ritrovato, è ritornato alla vita. Entrando in casa vede il buon Gnoccolè che lo stava aspettando e con un’abile mossa il gatto osa avvicinarsi a lui e strusciarsi sulle sue gambe… MMM… che bello, che emozione per tutti e due!

Da qui riparte la vita!

 

EPILOGO

La mia missione è compiuta, io la storia l’ho raccontata, la storia di Marcello Pescegnocco, guardia giurata.

Adesso ho voglia di ritornare a volare, il mare è splendido, quaggiù si vedono e si imparano tante cose, ma lassù nel cielo è diverso, vedo le cose dall’alto, molto in alto, io vivo in montagna, su verso le cime, io sono un’aquila!

Lascio qui a Cala di Forno i miei amici pescignocco con i quali ho trascorso un periodo meraviglioso, ma ci lasceremo per poco: anche loro hanno una storia da raccontare e qualcosa da trasformare…

ADESSO TOCCA A VOI RACCONTARE LA VOSTRA!…

 

…ma, prima che io riparta per i miei amati picchi, decidiamo tutti insieme noi pescignocco di andare a fare il bagno, sì, insomma, una nuotata a Cala Violina per ascoltare di nuovo la musica che esce dall’incontro del mare con la sabbia.

“Andiamo tutti a festeggiare la partenza di pescegnocco KU” dice MENTUCCIA “a Cala Violina potremo danzare e ringraziare KU di questa splendida avventura”.

Tutti in gruppo partiamo da Cala di Forno e durante il tragitto parliamo di nonno PEPITO: “Chissà dove è andato, sembra svanito nel nulla, non ci ha fatto sapere niente, che strano!”.

“E non si è nemmeno portato dietro la mitica Alghetta GT perché l’abbiamo trovata giù nella sua tana trasformata per coprire il forziere…”.

“Forse è partito con i pescignocco africani…”.

“Ma no, dai, loro andavano in giro per i mari a suonare, per lui sarebbe stato troppo faticoso…”.

“E se fosse stato rapito?”.

“Ma che dici, noi abbiamo i poteri speciali, siamo protetti…”.

E via così a parlare di PEPITO, IL GRANDE…

Pescegnocco PREZZEMOLO, da quando era tornato dagli States tutto vestito alla moda, ci stupiva per i colori delle sue squame che sembravano dipinte da un pittore naif e dai molti accessori che ogni volta faceva uscire dal suo zaino speciale maculato: mascherina tridimensionale con possibilità di trasformarla in casco protettivo, poncho decorato con maschere africane per escursioni diurne in giornate di pioggia, monopattino a reazione per spostamenti veloci… sembrava lo zaino di Eta-Beta!

Arrivati a Cala Violina ci mettiamo a giocare fra di noi godendo della tiepida e limpida acqua. La stagione sta migliorando, le giornate sono più lunghe e si vedono al di là della sabbia macchie di cespugli gialli.

“EHI, vi ricordate quando abbiamo ritrovato l’anello che pescegnocco Millerighe voleva portare come una corona?” dice MIRTILLO “fortuna che poi è arrivata la giovane che aveva perso l’anello altrimenti ci saremmo trovati una regina nella cala…” e ridiamo divertiti.

Grazie alla magia del volo usciamo tutti dall’acqua per ascoltare il suono del mare e ci mettiamo vicini appoggiati alla battigia per sentire meglio le note del violino. Siamo lì, in ascolto attento, quando…”EHI, guardate quell’onda che sta venendo verso di noi, sembra diversa dalle altre, sta andando per conto suo…” dice BU stupito.

“Quale?… fammela vedere…”.

“Ma sì, eccola sopraggiungere…”.

Quando quest’onda capricciosa e volubile arriva vicino a noi, sentiamo distintamente la nota di violino che ha sempre accompagnato pescegnocco PEPITO in tutte le sue invenzioni. Ammutoliamo tutti insieme, siamo anche un po’ emozionati e commossi, l’onda sembra si stia trattenendo un po’ sulla battigia, è più lenta delle altre nel fondersi con l’acqua del mare. Noi guardiamo stupiti e dispiaciuti, ecco ci sembrava di aver ritrovato un segnale di PEPITO e invece nien… ed ecco di nuovo affacciarsi quell’ondina birichina che si avvicina a noi e sembra volerci spruzzare un po’ della sua acqua… e ancora la nota di violino che ci riporta a nonno PEPITO!

Rimaniamo per un po’ lì sulla battigia imbambolati davanti a tanta creatività, nessuno di noi osa parlare, tutti abbiamo un’idea in testa ma abbiamo quasi paura a tirarla fuori.

Più tardi il mare si fa calmo e noi torniamo a Cala di Forno portandoci dietro l’immagine di quell’onda spiritosa, finché ci torna in mente il finale della poesia che ci ha lasciato nonno PEPITO: forse l’inizio di senso di vita in un’altra entità… CHISSÀ!

 

RITORNA MARCELLO

Oggi è un gran giorno per tutti noi, ci incontriamo di nuovo con Marcello Pescegnocco a Cala di Forno. Siamo all’inizio della primavera e l’aria è limpida, il cielo azzurro si specchia nel mare colorato di blu e le ginestre fiorite spandono il loro profumo per il Parco dell’Uccellina. Siamo emozionati tutti quanti, in questo ultimo periodo sono successe tante cose e oggi la visita di Marcello sarà un altro passo avanti nella storia che ho raccontato.

Noi, adesso che non c’è più pescegnocco PEPITO, abbiamo nominato saggio del gruppo pescegnocco BU, perché forse tra noi è il più anziano e perché sa fare bene le capriole e perché prima di parlare riflette profondamente! E poi lui è paziente e sa aspettare anche il momento per giocare. Ora la cosa si fa seria, arriva Marcello Pescegnocco, abbiamo tutti bisogno di concentrarci e pensare.

Aspettiamo pazienti nel nostro rifugio, nella nostra cala, siamo attorniati dalle cose uscite dal baule e dai molteplici gadget portati da pescegnocco PREZZEMOLO, sono come due mondi, quello interno e quello esterno che si sono incontrati, finalmente!

Sentiamo delle voci, ecco, forse è Marcello, ci affacciamo sulla battigia e lo vediamo arrivare insieme ad un amico, che, dopo averlo accompagnato, ritorna indietro verso la grande casa rosa.

Che bello rivedere il nostro caro amico e che espressione serena ha il suo volto!

Si accuccia sulla sabbia e ci chiama vicino a sé, è un gran momento questo, Marcello ha da dirci qualcosa.

“GRAZIE” dice Marcello “GRAZIE di avermi ridato la vita, di avermi fatto scoprire la vita. Ora” dice “la magia non serve più, ce l’ho nel cuore, ho aperto il mio cuore alla vita, ho lasciato fluire i pensieri pesanti, i vecchi rancori e le cose non dette. Mi sento pronto per ripartire, non potrò raddrizzare il mondo, ma fare qualcosa di buono… fare del mio meglio… fare la mia parte… adesso sì, lo sento GRAZIE A VOI!”.

Eravamo tutti commossi nel sentire le sue parole di gratitudine, ecco, pensiamo, questa è stata la missione: aprire il cuore a Marcello Pescegnocco, e lui adesso che ha imparato lo potrà insegnare ad altri!

La missione… che dire… noi pesci simbolicamente siamo i salvatori, ma tutte le persone possono essere pesci-salvatori se lo vogliono, basta solo un po’ di magia nella vita.

Siamo lì che ci salutiamo ed ecco che un’ondina birbona bagna i piedi di Marcello … Si sente una nota di violino: il saluto di pescegnocco PEPITO!

 

KU TORNA A VOLARE

Io pescegnocco KU che vi ho raccontato questa storia, ho finito per ora la mia missione. Questa sera rimango ancora qui, a Cala di Forno con i miei amici ma alle prime luci dell’alba ripartirò per i miei monti.

Non c’è tristezza tra di noi, sappiamo che sempre ci incontreremo e avremo altre storie da raccontare, quelle della gente comune, che ogni giorno vive nell’anonimato e volendo, non senza fatica, incide o può incidere positivamente se qualcuno gli insegna la magia.

C’è aria di cambiamento quaggiù nella cala, ci stiamo tutti preparando a nuove avventure, pescegnocco BASILICO ci ha preparato una BIZZA all’africana da mangiare tutti insieme.

Mentre gustiamo la BIZZA ci raccontiamo i particolari di questa avventura, ci divertiamo a pensare a certe situazioni e ricordiamo con affetto i pescignocco americani e quelli africani. Quante cose anche loro ci hanno insegnato! Che esperienza magnifica!

Parliamo tutta la notte aspettando il sorgere dell’alba…

“Finisce la notte per ricominciare con l’alba… e ritorna la notte e ritorna l’alba…” dice pescegnocco BU.

“Come le nostre avventure, niente è definitivo, tutto è in movimento in trasformazione!” rispondo pronta io!

È l’alba, anche oggi la giornata è limpida, esco dall’acqua e salendo nel cielo tendo le pinne e tendo le squame e lascio che si trasformino in penne e lascio divenire ciò che sono: UN’AQUILA! Volteggio sopra la cala per salutare i pescignocco tanto amati e tutti quei bei posti che ci hanno accompagnati nelle nostre missioni. Ma adesso è ora che io vada, mi aspetta un lungo viaggio mi piace volare, mi piace sentirmi accompagnare dal vento e mi piace sentire la vita!

 

MARCELLO RACCONTA IL SALUTO AI PESCIGNOCCO

Ieri ho preso la macchina e insieme a Alfio, amico e collega, siamo partito per Cala di Forno. Sarei potuto andare con il pullman ma ho detto al mio amico che se mi avesse accompagnato fino lì gli avrei raccontato qualcosa che sicuramente l’avrebbe stupito. Lui pensava che finalmente nella mia vita fosse apparsa una donna e che io volessi raccontargli di quello, ma quando in macchina, andando verso Grosseto, ho cominciato a raccontare della magia è ammutolito…

Lui ogni tanto mi faceva delle domande anche perché la notte della magia lui stava lì con il gruppo a Cala di Forno ed era il primo a prendermi in giro sulla storia degli antenati Pescignocco!

Siamo arrivati presto, nel primo pomeriggio, l’aria in questo periodo comincia a farsi tiepida e le giornate sono più lunghe. Al Parco dell’Uccellina, appena preso il sentiero per la cala io e Alfio non parliamo più, la nostra testa era piena di pensieri, almeno così era la mia, e il cuore mi batteva di emozione. Durante tutto il percorso ci hanno accompagnato profumi, colori e suoni del parco, la primavera sta sbocciando e generosa ci ha gratificato con i suoi doni.

Non avevo idea di cosa potessi fare o dire, avevo solo voglia di vedere i pescignocco e… lasciar parlare il cuore.

Arrivati alla cala Alfio ha voluto che andassi da solo a ritrovarmi con i pescignocco, si è allontanato, mi aspetterà alla grande casa rosa.

Mi sono affacciato alla battigia e in un battibaleno i pescignocco sono arrivati tutti là, felici di rivedermi. Anche per loro è stato un momento importante, la missione era alla sua svolta!

Non ho dovuto dire niente ai pescignocco, sapevano già tutto, il nostro è stato un saluto, dopo una lunga missione!

Ho ringraziato… solo questo… ho ringraziato! Il mio cuore batteva, batteva forte pieno di amore, avrei voluto dire tante cose ma loro già sapevano tutto.

Stavo quasi per andare via, ero emozionato ma mi hanno trattenuto le piroette e i salti dei pescignocco… e ho visto arrivare pescegnocco PEPITO… un’onda birichina mi ha lambito i piedi… e una nota di violino ha accompagnato il battito del mio cuore. GRAZIE!

 

MARCELLO RACCONTA IL SALUTO DI PESCEGNOCCO KU

Sono andato recentemente in vacanza dalle parti di zia Felì, c’è aria buona lassù e avevo voglia di fare delle belle escursioni insieme ai miei amici che tutto sanno della magia e adesso mi credono perché mi vedono cambiato.

Stavamo godendoci un magnifico panorama a 2.500 metri di altitudine quando all’improvviso è comparsa un’aquila e che aquila! Era magnifica, grande, volava sopra di noi. La guardiamo rapiti, i nostri sguardi silenziosi e stupiti si incrociano, le nostre voci si levano in coro: “È PESCEGNOCCO KU CHE CI STA SALUTANDO!”.

Dopo aver fatto un paio di giri sopra di noi sale alta nel cielo e sparisce tra i picchi… in libertà…

 

FINALISSIMO DALLA VOCE DI MARCELLO PESCEGNOCCO

Io vestito di blu non ci sto più… sembrano delle strofe di una canzone invece sono io che al ritorno dall’ultima visita a zia Felì mi sono comperato delle camicie colorate e nuovi pantaloni e scarpe. Eh sì, di solito e per anni mi sono vestito con i capi della divisa da guardia giurata, pantaloni blu, polo blu, pullover blu, scarpe o scarponcini neri. Il tempo del lavoro e quello libero per me erano la stessa cosa, la stessa indifferenza. Oggi mi sento rinato, sono andato al canile e ho preso un bel cagnolino desideroso di amore, si chiama Menta, un tipo bassotto con dei grandi occhi buoni. Gnoccolè, il gatto, ha storto il muso all’inizio, ma sono sicuro che tra qualche giorno saranno buoni amici e si faranno compagnia.

Mi viene ancora da ridere se penso alla magia della cacca dei cani… porto sempre con me numerosi sacchetti per raccogliere le feci, non si sa mai, dovesse scapparmi la mano.

Oggi ho fatto una magia, una vera magia da mago Merlino!

Stavo attraversando la strada distratto dai miei pensieri quando una macchina per poco non mi investiva, il guidatore furioso esce dalla macchina e comincia a inveire contro di me e io sto lì che vorrei rispondergli quando mi viene in mente la magia e così guardo quel signore più spaventato di me e gli chiedo scusa per la mia distrazione e lui sorpreso balbetta un po’ e poi dice che anche lui era soprapensiero e a sua volta si scusa e poi ci salutiamo dandoci la mano.

Potevamo arrivare alle mani, per fortuna sono arrivato al cuore.

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito. Ulteriori informazioni | Chiudi