Festa della Divina Misericordia: Da suor Faustina Kowalska a Giovanni Paolo II

Da il 17 aprile 2009

gpii gesu misericordioso Festa della Divina Misericordia: Da suor Faustina Kowalska a Giovanni Paolo IIE’ la più importante di tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia. Gesù parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Plock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il quadro: “Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia” (Q. I, p. 27). Negli anni successivi – secondo gli studi di don I. Rozycki – Gesù è ritornato a fare questa richiesta addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.

La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia, cosa che ha notato anche suor Faustina: “Ora vedo che l’opera della Redenzione è collegata con l’opera della Misericordia richiesta dal Signore” (Q. I, p. 46). Questo legame è sottolineato ulteriormente dalla novena che precede la festa e che inizia il Venerdì Santo.

Gesù ha spiegato la ragione per cui ha chiesto l’istituzione della festa: “Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (…). Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre” (Q. II, p. 345).

La preparazione alla festa deve essere una novena, che consiste nella recita, cominciando dal Venerdì Santo, della coroncina alla Divina Misericordia. Questa novena è stata desiderata da Gesù ed Egli ha detto a proposito di essa che “elargirà grazie di ogni genere” (Q. II, p. 294).

Per quanto riguarda il modo di celebrare la festa Gesù ha espresso due desideri:

- che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato;

- che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile misericordia Divina (Q. II, p. 227) e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia.

“Sì, – ha detto Gesù – la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l’azione ed esigo il culto della Mia misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto all’immagine che è stata dipinta” (Q. II, p. 278).

La grandezza di questa festa è dimostrata dalle promesse:

- “In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene” (Q. I, p. 132) – ha detto Gesù. Una particolare grazia è legata alla Comunione ricevuta quel giorno in modo degno: “la remissione totale delle colpe e castighi”. Questa grazia – spiega don I. Rozycki – “è qualcosa di decisamente più grande che la indulgenza plenaria. Quest’ultima consiste infatti solo nel rimettere le pene temporali, meritate per i peccati commessi (…). E’ essenzialmente più grande anche delle grazie dei sei sacramenti, tranne il sacramento del battesimo, poiché‚ la remissione delle colpe e dei castighi è solo una grazia sacramentale del santo battesimo. Invece nelle promesse riportate Cristo ha legato la remissione dei peccati e dei castighi con la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia, ossia da questo punto di vista l’ha innalzata al rango di “secondo battesimo”. E’ chiaro che la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia deve essere non solo degna, ma anche adempiere alle fondamentali esigenze della devozione alla Divina Misericordia” (R., p. 25). La comunione deve essere ricevuta il giorno della festa della Misericordia, invece la confessione – come dice don I. Rozycki – può essere fatta prima (anche qualche giorno). L’importante è non avere alcun peccato.

Gesù non ha limitato la sua generosità solo a questa, anche se eccezionale, grazia. Infatti ha detto che “riverserà tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia misericordia”, poiché‚ “in quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto” (Q. II, p. 267). Don I. Rozycki scrive che una incomparabile grandezza delle grazie legate a questa festa si manifesta in tre modi:

- tutte le persone, anche quelle che prima non nutrivano devozione alla Divina Misericordia e persino i peccatori che solo quel giorno si convertissero, possono partecipare alle grazie che Gesù ha preparato per la festa;

- Gesù vuole in quel giorno regalare agli uomini non solo le grazie salvificanti, ma anche benefici terreni – sia alle singole persone sia ad intere comunità;

- tutte le grazie e benefici sono in quel giorno accessibili per tutti, a patto che siano chieste con grande fiducia (R., p. 25-26).

Questa grande ricchezza di grazie e benefici non è stata da Cristo legata ad alcuna altra forma di devozione alla Divina Misericordia.

Numerosi sono stati gli sforzi di don M. Sopocko affinché‚ questa festa fosse istituita nella Chiesa. Egli non ne ha vissuto però l’introduzione. Dieci anni dopo la sua morte, il card. Franciszek Macharski con la Lettera Pastorale per la Quaresima (1985) ha introdotto la festa nella diocesi di Cracovia e seguendo il suo esempio, negli anni successivi, lo hanno fatto i vescovi di altre diocesi in Polonia.

Il culto della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua nel santuario di Cracovia – Lagiewniki era già presente nel 1944. La partecipazione alle funzioni era così numerosa che la Congregazione ha ottenuto l’indulgenza plenaria, concessa nel 1951 per sette anni dal card. Adam Sapieha. Dalle pagine del Diario sappiamo che suor Faustina fu la prima a celebrare individualmente questa festa, con il permesso del confessore.

Giovanni Paolo II, Papa della misericordia
Nel giorno del quarto anniversario della morte di Giovanni Paolo II, l’ultimo pontefice del XX secolo, il Tg5 lo ricorda attraverso uno speciale, curato da Marina Ricci.

Al centro dell’approfondimento, l’analisi della sua importante e sfaccettata figura, il rapporto del pontefice con suor Faustina Kowalska e il culto della Divina Misericordia. Tutte le domande che, negli anni, si sono posti i membri del mondo laico e di quello ecclesiastico, trovano risposta nello spazio del telegiornale di Canale 5.
Lo scopo è quello di ripercorrere i momenti salienti di due vite legate da un rapporto unico e straordinario. Una, quella di Karol Wojtyla, lo sconosciuto cardinale polacco diventato il Papa della sconfitta del comunismo e delle Giornate mondiali della gioventù.
L’altra è quella di Faustina Kowalska, un’umile suora di Cracovia, che trascrisse nel suo diario le parole che Gesù le aveva rivolto durante una lunga serie di apparizioni, comunicandole anche il futuro avvento di una “scintilla”, Karol Wojtyla appunto, che sarebbe scaturita dalla Polonia per preparare il mondo agli ultimi tempi.
Un intreccio misterioso di vite e di date, cominciato con la morte della religiosa nel lontano 1938 a Cracovia, proprio nell’anno in cui un giovanissimo Karol Wojtyla era lì per intraprendere gli studi universitari, e conclusosi il 2 aprile 2005, giorno della morte di Papa Giovanni Paolo II. La stessa data, questa, scelta dal pontefice per celebrare la festa della Divina Misericordia.
 

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Leggi il Diario di suor Faustina Kowalska :la misericordia divina nella mia anima on-line

Scarica il Diario di suor Faustina Kowalska in pdf

Propagate questa devozione : chi salva un’anima salva la propria S.Agostino pdf

La coroncina alla Divina Misericordia

La Coroncina alla Divina Misericordia è stata dettata da Gesù a Santa Faustina a Vilnius il 13-14 settembre 1935 come preghiera per placare l’ira di Dio (Diario, pp.327-329).
Chi recita questa coroncina offre a Dio Padre «il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità» di Gesù Cristo per implorare misericordia per i propri peccati, del prossimo e del mondo intero, ma allo stesso tempo unendosi all’offerta di Gesù si rivolge a quell’amore che il Padre celeste dona a suo Figlio, e in Lui a tutti gli uomini.
Con questa preghiera si chiede pure «la misericordia per noi e per il mondo intero» e quindi si compie un atto di misericordia. Con una totale fiducia in Dio e con l’adesione alla sua volontà, i figli possono attendersi il compimento delle promesse di Cristo, in particolare di quelle che riguardano l’ora della morte: la grazia della conversione e di una morte serena.

Come recitare la coroncina

Si utilizzi la corona del Rosario:

- Recitare il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Credo
- Sui grani del Padre Nostro ripetere: “Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero”.
- Sui grani dell’Ave Maria ripetere: “Per la Sua dolorosa Passione abbi misericordia di noi e del mondo intero”.
- Infine recitare per tre volte: “Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale: abbi pietà di noi e del mondo intero”.

L’ora della Misericordia

Nell’ottobre 1937 a Cracovia, Gesù disse a Santa Faustina di venerare l’ora della sua morte. «Ogni volta che senti l’orologio battere le tre, ricordati di immergerti tutta nella Mia Misericordia, adorandola ed esaltandola; invoca la sua onnipotenza per il mondo intero e specialmente per i poveri peccatori, poichè fu in quell’ora che venne spalancata per ogni anima» (Diario, p. 820).
Poi, aggiunse: Figlia Mia, in quell’ora cerca di fare la Via Crucis, se i tuoi impegni lo permettono, e se non puoi fare la Via Crucis, entra almeno per un momento in cappella ed onora il Mio Cuore che nel SS.mo Sacramento è pieno di Misericordia. E se non puoi andare in cappella, raccogliti in preghiera almeno per un breve momento là dove ti trovi» (Diario, p. 820).
Il teologo prof. Ròzycki indica le condizioni perchè la preghiera detta in quel momento sia ascoltata:
- deve essere rivolta a Gesù e recitata alle tre di pomeriggio
- deve riferirsi ai valori e ai meriti della Passione di Cristo.

La diffusione del culto della Divina Misericordia

L’essenza del culto della Divina Misericordia consiste nell’atteggiamento di cristiana fiducia verso Dio e di attiva carità verso il prossimo. Gesù richiede fiducia alle creature e opere di carità, con azioni, parole, preghiera. «Devi mostrare misericordia sempre e ovunque verso il prossimo: non puoi esimerti da questo, nè rifiutarti, nè giustificarti» (Diario, p. 457). Cristo vuole che i suoi devoti compiano ogni giorno almeno un atto di carità verso il prossimo.
La diffusione del culto della Divina Misericordia non richiede necessariamente molte parole, ma esige fede, fiducia in Dio e misericordia sempre più grande. Santa Faustina durante la sua vita dette esempio di tale apostolato.

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