I compiti a casa: un peso per i piccoli scolari che dopo molte ore trascorse sui banchi di scuola non possono godersi appieno neppure il pomeriggio a casa, un incubo per i genitori che devono controllarli, farli eseguire, in una parola, preoccuparsene. Eppure i compiti sono sempre esistiti, per gli insegnanti sono un modo per consentire agli studenti di ripassare quello che hanno imparato durante le lezioni e per verificare che gli argomenti spiegati siano stati capiti e appresi. Così, la querelle “compiti sì,
compiti no” sembra non trovare soluzione.
Certo, qualche maestra ha cercato di renderli più divertenti trasformando i normali esercizi in laboratori collettivi e ricerche specifiche, internet può essere impiegato per coniugare la naturale propensione (e fascinazione) dei bambini verso le nuove tecnologie con i loro inevitabili impegni scolastici, qualcuno (un pedagogista francese di nome Philippe Moreau) ha proposto che i compiti non fossero assegnati agli studenti, ma svolti in classe durante le normali ore di lezione, ma il problema è rimasto, spinoso come sempre.
Ovviamente, la soluzione non esiste: ciascun insegnate seguirà a comportarsi così come la sua professionalità e la sua coscienza gli suggeriranno, i bambini continueranno a trovarla un’ingiustizia, i genitori seguiteranno a lamentarsi e a domandarsi cosa sarebbe meglio fare per il bene dei piccoli. Nonostante questo, qualche consiglio generale in merito vogliamo darvelo ugualmente sperando che possa esservi utile, senza avere la pretesa di essere nel giusto.
Innanzitutto, sarebbe bene che i bambini,
soprattutto quelli che rimangono a scuola nel pomeriggio, avessero il tempo (e stiamo parlando almeno di un paio di ore) per riposarsi e distrarsi dopo la fine delle lezioni per recuperare le energie e rilassare la mente. Prima di rimetterli subito al lavoro, quindi, preparate loro una merenda, portateli a spasso con voi, fateli giocare o guardare la televisione e, quindi, spingeteli a riaprire libri e quaderni.
Quanto detto sopra, ovviamente, non significa che i compiti debbano essere fatti di notte, magari 10 minuti prima di andare a dormire in tutta fretta e male.
Se dovesse succedere, per un qualunque motivo, che il bambino si riduce all’ultimo momento a svolgere le sue mansioni, meglio, per una volta, scrivergli sul diario una giustificazione assicurando che tutto quanto verrà consegnato il giorno successivo.
Evitate che i bambini studino davanti alla TV o con la radio accesa. Lo scopo dei compiti, infatti, è quello di approfondire gli argomenti appresi in classe
per interiorizzarli. Se eseguiti male, distrattamente, essi non hanno assolutamente senso e non servono a nulla. Cercate, quindi, di creare intorno al piccolo studente un’atmosfera congeniale per la sua concentrazione spiegandogli che è meglio studiare un’ora e bene che 2 male.
Mamma e papà possono aiutare il bambino nello svolgimento dei compiti, ma non devono assolutamente sostituirsi a lui o, peggio, all’insegnate. Se il piccolo non riesce a fare qualcosa perché l’argomento non gli è chiaro o non è stato spiegato, lasciate che sbagli e ditegli di chiedere il giorno dopo alla maestra di rispiegare la cosa. L’operazione di controllo, infatti, deve avere a che fare soprattutto con il metodo di studio del bambino, non con il contenuto del lavoro svolto.
Infine, per concludere, un consiglio agli insegnanti: ricordate che caricare i piccoli con troppi compiti a casa non implica necessariamente che questi saranno svolti con cura e daranno i loro frutti. Anzi, speso una mole eccessiva di lavoro implica, come conseguenza, meno tempo per concentrarvisi e dedicarvisi con attenzione. Insomma, il detto “pochi ma buoni” vale, in particolare, per gli esercizi e le lezioni da fare a casa!
bambinopoli.it
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