Tutti i risultati delle elezioni per Regione, Provincia e Comune

Da il 26 febbraio 2013

I due maggiori sconfitti sono sicuramente Berlusconi e Bersani, alla guida di partiti che dalle ultime elezioni a queste hanno perso milioni di voti sulle precedenti, ma paradossalmente sono anche tra i vincitori, l’uno perché è incappato in un’ecatombe meno grave di quella che gli pronosticavano, l’altro perché nonostante abbia fatto di tutto per perdere, è riuscito ad arrivare primo per un pelo e quindi è ufficialmente il leader della coalizione vincente.

L’irruzione del Movimento 5 Stelle in parlamento ha determinato un drastico calo dei posti disponibili per tutti gli altri, molti dei quali ci salutano per un po’.

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Se i risultati delle elezioni politiche hanno creato scompiglio e messo il Paese a rischio di ingovernabilità, vi è certezza assoluta sui nomi di quelli che sono i personaggi “eccellenti” che non accederanno al Parlamento, in qualità di deputati o senatori. In primis, Gianfranco Fini, presidente uscente della Camera, che si era presentato alle elezioni con il Fli. I voti ottenuti non gli hanno consentito di raggiungere la soglia minima del 2%, necessaria ad ottenere dei seggi per i partiti facenti parte di una coalizione.

L‘Udc si è fermata al 1,77%, ma siccome il meccanismo del Porcellum premia anche il miglior perdente rivedremo in Parlamento Pierferdinando Casini, capolista in 5 regioni con Scelta Civica. Altri nomi eccellenti che invece non rivedremo sono, tra gli altri: Paola Binetti, Lorenzo Cesa, Rocco Buttiglione, Mario Catania, Giuseppe De Mita, Ferdinando Adornato, Marco Calgaro.

Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, presentandosi da solo, senza una coalizione avrebbe dovuto ottenere almeno il 4% alla Camera. Escluso anch’egli, dunque. Illustri esclusi ancora: Ilaria Cucchi, Antonio Di Pietro e l’ex grillino Giovanni Favia.

Salvo anche l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, capolista quasi ovunque con la Lega Nord.

Sel di Nichi Vendola entra in Senato solo in due regioni avendo superato il 4% necessario ai partiti che facevano parte di coalizioni (in questo caso la coalizione di centro-sinistra). Le regioni in questioni sono la Puglia (prevedibile, essendo patria di Vendola) e la Basilicata. Sono 5, invece, le regioni in cui non passa lo sbarramento dell’8% la lista di Mario Monti: Lazio, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Sardegna, comportando l’esclusione del giornalista Mario Sechi. La Lega Nord passa solo in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto. In un sol colpo sono spariti anche i Radicali di Marco Pannella e Emma Bonino, così come Francesco Storace e Guido Crosetto, tra i fondatori di Fratelli d’Italia.

Tuttavia, sempre grazie alla clausola del ‘miglior perdente’, che ha permesso di salvare lo stesso Casini, rientrano tra gli eletti i rappresentanti di Fratelli d’Italia, mentre per il Centro democratico si salva Bruno Tabacci.

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