La RIAPERTURA DEI SERVIZI ANNESSI PER TUTTI E DEL PUNTO NASCITA STESSO è annunciata per…
In vista della mobilitazione in massa al Palafiemme di Cavalese domenica 19 marzo 2017 ad ore 17.00 dove saranno presenti l’assessore Zeni e il direttore generale dott. Bordon è stata divulgata la Proposta di Collaborazione Risolutiva di “Parto per Fiemme”
La seguente Proposta di collaborazione risolutiva è stata inviata in primis al presidente Ugo Rossi, agli assessori e a tutti i Consiglieri della Provincia Autonoma di Trento.
COMUNICATO STAMPA di “Parto per Fiemme” porta parola, su questo dossier, di numerevoli associazioni e strutture pubbliche e private, di moltissimi volontari, studenti, bambini, adulti e anziani per dare voce a Fiamazzi Fassani e Cembrani che, dopo 15 mesi, non possono più aspettare!
- verrà assicurato ai pediatri in attesa di chiamata o di colloquio o di concorso un contatto diretto telefonico se non addirittura un incontro di persona (sono professionisti rari e vanno seguiti e incentivati come si farebbe per uno specialista che ha, contemporaneamente, più offerte di lavoro fra le quali scegliere).
- verrà assicurata la presenza dell’anestesista di notte, ASSENTE DAL 25 NOVEMBRE 2015, premurandosi di poter far fronte all’eventualità che, nel frattempo, ce ne sia uno di quelli già presenti che può trovarsi in congedo maternità o in ricongiungimento familiare che lo porterà altrove come è già successo a Cavalese (ma mai successo a Cles).
- verrà garantito che i pediatri ingaggiati lavoreranno, come richiesto, non appena assunti a Cavalese e il loro servizio su Cles, Trento o Rovereto verrà ridotto al minimo essenziale per conoscere il sistema sanitario Trentino.
- verrà indicata una data precisa, prossima e inamovibile che sancirà la riapertura del Punto Nascita di Fiemme, Fassa e Cembra 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Il mantenimento del punto nascita è l’unico modo per garantire, giorno e notte, la presenza o la reperibilità dell’anestesista, del ginecologo e del pediatra e sono figure necessarie per ogni età, uomo o donna che sia, giorno e notte.
A tutti i consiglieri e assessori provinciali chiediamo nuovamente un aiuto trasversale risolutivo, come già avvenuto in occasione del trasferimento della dott.ssa Tenaglia. Richiesta già reiterata attraverso più appelli espliciti via email il il 22 e 23 aprile 2015, il 22 giugno 2015, il 18 agosto 2015, il 2 e 3 dicembre 2015 (postmail partoperfiemme@gmail.com) .
Solamente insieme con un’azione politica veramente trasversale potrete evitare un ingiustizia sociale e sanitaria che è, finalmente, sotto gli occhi di tutti. Per mesi avete fatto fiducia alle indicazioni ricevute dall’Azienda Sanitaria che, partendo dalle decisioni interne di pochi dirigenti, hanno annullato le scelte politiche della giunta provinciale soprassendendo anche sul fatto che, nel 2015, furono appoggiate dalla
raccolta di più di 15.000 firme di Valligiani consegnate al Presidente Rossi il 14 novembre 2014.
Al presidente Rossi chiediamo di prendere una posizione chiara, non defilata dietro le ormai fragili argomentazioni tecniche dell’Azienda Sanitaria, nella quale imponga la scelta della Giunta Provinciale e dei Trentini coinvolti.
Grazie alle associazioni e agli amministratori della Valle è stato possibile, nonostante l’assurdità in termini di sicurezza dell’apertura “a orari d’ufficio” e in seguito della violenta chiusura del reparto, trovare e mantenere viva l’attenzione dei pediatri neonatologhi come il dott. Flumini, il dott. Giustardi, il dott. Priora, pediatri come il dott. Benigni (unico ingaggiato dall’Azienda Sanitaria in 15 mesi, arrivò primo in graduatoria del concorso e, a seguito di decine di telefonate ricevute dai volontari ha rifiutato di andare a lavorare a Urbino, nella speranza, lunga mesi, di una chiamata dall’APSS di Trento per Cavalese).
Non abbiamo dubbi sul fatto che l’Azienda Sanitaria creda e faccia credere all’assessore Zeni di aver fatto tutto il possibile.
Ma non è possibile non porsi la domanda seguente: perchè un’associazione di semplici valligiani volontari, inesperti e senza supporto da parte dell’APSS, sono riusciti a trovare pediatri neonatologi e pediatri di questa qualità? (Il dott. Benigni è giunto prima al concorso, gli altri tre in lizza sono di qualità riconosciuta in tutta Italia).
Per evitare di nuovi equivochi riportiamo il cellulare dei professionisti che da mesi chiedono un contatto diretto verbale e rassicurante rispetto alla chiusura in corso a Cavalese ai dirigenti dell’APSS :
Dott. Flumini Cristiano ha fatto domanda in mobilità è in attesa di chiamata per un colloquio.
Dott. Priora Ugo ha fatto domanda in mobilità, ha sostenuto brillantemente il colloquio.
Dott. Giustardi Arturo gli è stato evocato dal dirett. Bordon (che ha dovuto chiamare personalmente dopo settimane di attesa di un contatto dall’APSS) la possibilità di un colloquio con la dott.ssa Di Palma. Non ha più ricevuto nessuna notizia. Ha partecipato al bando del concorso che scade il 16 marzo ad ore 12.
Dott. Benigni Marco, già assunto.
2 nuove candidature in via di verifica per il bando in corso.
Il dott. Giustardi ha proposto da due mesi la possibilità di reperire gettonisti di qualità. Non ci è ancora chiaro, dopo averlo chiesto più volte, perchè all’ospedale di Cles (con il 18 %) e a Silandro (con il 50 %) i gettonisti siano più che benvenuti mentre per l’ospedale di Cavalese siano “obbligatori” solo pediatri a tempo indeterminato.
Non è accettabile che, per l’inadeguadezza gestionale dell’Azienda Sanitaria e il timore reverenziale della classe politica nei confronti dell’APSS sia Roma ad imporci una chiusura togliendoci un diritto sancito dal patto Stato-Regioni. L’Autonomia va meritata e, sul dossier dei punti nascita, è stata disonorata per 15 mesi consecutivi, fino a regalarla a Roma.
Se il 19/03/2017 non vi saranno atti concreti e assicurazioni credibili su quanto richiesto siamo pronti a manifestare a Trento. Scenderemo domenica 26 marzo 2017, davanti al palazzo della Provincia e poi davanti alla sede dell’Azienda Sanitaria, vuoti di potere, di efficacia e di lungimiranza socio-sanitaria.
Saremo tantissimi, con molte altre associazioni da tutto il Trentino, andremo nuovamente in pace, pur sapendo i rischi di una manifestazione su Trento alla quale potrebbero “invitarsi” gruppi meno avvezzi al dialogo e alla collaborazione e saremo più determinati che mai.
Il numero di cittadini e valligiani mobilitati è e sarà la nostra forza e la solidarietà con chiunque agisca per meritarsi l’Autonomia è la nostra strategia!
Per finire, onde evitare che qualcuno possa pensare che la decisione di riapertura del Punto Nascita si limiti ai soli parti
ecco alcune casistiche che, a causa della mancanza dell’anestesista non possono essere risolte nè dall’elicottero in caso
di maltempo, nè dall’auto MEDICA che NON ARRIVERÀ MAI IN TEMPO A CAVALESE e, ancor meno, a PREDAZZO, MOENA, CANAZEI… :
ARRESTO CARDIACO
INFARTO
INCIDENTI STRADALI
INCIDENTI GRAVI DOMESTICI o SUL LAVORO
SHOCK ANAFILATTICI
CRISI D’ASMA ACUTE
DISTACCO DI PLACENTA…
Nonostante le rassicurazioni dell’assessore Zeni alla dott.ssa Fabrizia Tenaglia, facenti funzione primaria di ginecologia ostetricia è stato comunicato dal direttore Bordon, in visita di chiusura all’ospedale di Fiemme venerdi 10 marzo 2017, con effetto immediato, che lavorerà a Cavalese solo il giovedì e venerdì.
Solo imponendosi a proprio rischio e pericolo il personale del reparto è riuscito a ottenere dal dott. Tateo la reperibilità del ginecologo a Cavalese. Il direttor Bordon l’aveva già soppressa precisando, tra l’altro, che i direttori generali dei pediatri neonatologi Priora e Flumini non li lasciano venire!
SENZA una ginecologa di qualità le donne di Fiemme e Fassa si ritroverebbero a fare una media di 700 chilometri (visita + intervento + controlli) anche per piccoli interventi realizzabili a Cavalese.
Chiunque possa permettere di accettare la nostra collaborazione costruttiva con l’APSS e con i consiglieri e assessori provinciali non esiti a porre in essere gli atti necessari, con spirito risolutivo trasversale, entro il 19/03/2017.
Cordialmente,
il direttivo di Parto per Fiemme, in nome e nell’interesse della sanità trentina che, con i servizi decurtati a Cavalese, si trova a dover far fronte al sovraffollamento del Santa Chiara e alle difficoltà di intervento urgente contemporaneo viste l’aumento degli interventi, per casistiche senza alcuna gravità, dell’elicottero.
Valle di Fiemme 10 marzo 2017
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