Predazzo - Nella serata di sabato sera 19 febbraio si è svolta a Predazzo la…
di Marco Vedovato, Gruppo Astrofili Fiemme
Siamo in periodo natalizio; l’occasione è buona per parlare di comete, senz’altro tra i più spettacolari fenomeni offerti dalla volta celeste. Molti ricorderanno la bellezza della grande cometa Hale-Bopp (vedi foto dell’autore) visibile ad occhio nudo durante la prima parte del 1997.
Le comete sono corpi irregolari, a forma di patata, e di piccole dimensioni (da poche centinaia di metri a qualche decina di chilometri, tipicamente) ricchi di ghiaccio d’acqua; quando nel corso dell’orbita la cometa si avvicina al Sole -passaggio al perielio- il calore fa sublimare il ghiaccio (la sublimazione è il passaggio diretto dallo stato solido, ghiaccio, a quello di vapore) innescando la formazione della tipica coda associata alle comete. Nella foto della Hale-Bopp sono visibili ben due code: una tenue di colore azzurrino, formata da gas ionizzato, e un’altra -più appariscente- costituita dalle polveri disperse nello spazio, materiale strappato al corpo per effetto della sublimazione del ghiaccio. Si ritiene che le comete abbiano svolto un ruolo fondamentale per arricchire la giovane Terra di acqua e di molecole fondamentali alla sviluppo delle prime forme di vita; il loro studio è fondamentale: si tratta di veri e propri fossili celesti, residui della nebulosa primordiale da cui è nato il nostro Sistema Solare. Come il paleontologo ricostruisce la storia della vita dai fossili, così gli astronomi studiando le comete ricompongono una parte del puzzle che illustra la storia del Sole e dei suoi pianeti, tra cui la nostra Terra.
Non tutte le comete sono spettacolari come quella di Hale-Bopp o quella di Halley [1], la più famosa di tutte; in tutti i periodi dell’anno ne passa qualcuna ma perlopiù si tratta di astri di bassa luminosità, visibili solo tramite i telescopi.
L’uso delle comete come simbolo da apporre sui presepi è piuttosto tardo e va fatto risalire al Medioevo, in particolare alla rappresentazione che ne fece Giotto (1267-1337) negli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova (figura); prima di allora si utilizzava normalmente una stella ad otto punte.
Degli studiosi hanno ipotizzato [2] che la cometa rappresentata da Giotto potesse essere addirittura quella di Halley, la più famosa di tutte; in realtà l’ipotesi è debole [3]; in ogni caso la tradizione natalizia della cometa può essere fatta risalire all’opera di Giotto.
[1]. Maffei, P. La cometa di Halley (Mondadori, Milano, 1984).
[2]. Olson, R.J.M. Le Scienze, 131, 104-112 (1979)
[3]. Vanin, G. La cometa di Giotto fu veramente la Halley?
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