Presidente, Assessori, Consiglieri della Provincia Autonoma di Trento, ci permettiamo di inoltrarvi in allegato la…
di Denise Nones e tanta mamme e papà delle Valli di Fiemme Fassa Cembra
I miracoli accadono! La profonda esigenza di tornare ad avere il giusto livello di sicurezza per madri, bambini e migliaia di famiglie è “sconfinata”.
È andata oltre i confini territoriali di Valle, oltre ogni convinzione partitica o ideologica della gente, unendo persone di ogni età in un’unica grande voce.
La presa di coscienza di intere comunità che la motivazione “sicurezza”, data per giustificare la chiusura del Punto Nascita di Cavalese, non corrisponda, visti i grandi disagi provocati a migliaia di famiglie valligiane nel corso di questi anni, al vero, ha dato forza a molti di rompere il silenzio e di gridare a gran voce “Basta pensare che la consapevolezza delle persone sia pari a zero!”
Pari a zero era la mortalità del Punto Nascita di Cavalese.
Pari a zero in un viaggio in ambulanza o in elicottero sembra essere il rispetto delle pratiche fondamentali per la salute fisica e psicologica delle donne durante le fasi finali della gravidanza.
Pratiche previste dalle “Cure amiche della madre” raccomandate caldamente dall’OMS, con un documento datato 1985, rese attualissime da un percorso certificato da UNICEF/ OMS che si realizza nel percorso BFHI e Community, in cui l’azienda ospedaliera si impegna a prestare una particolare attenzione alle donne proprio nelle fasi del travaglio e del parto.
Pratiche previste e sostenute dalle migliori evidenze scientifiche facilmente reperibili on line ad esempio nella Cochrane Library e sostenute anche da linee guida di altri paesi come le linee guida della NICE, UK, cioè dell’Inghilterra e da neonatologi di grande fama e preparazione.
Ecco alcune raccomandazioni contenute nel documento alle quali l’offerta sanitaria si deve adeguare:
Durante il travaglio:
Garantire un ambiente tranquillo e limitare il numero degli operatori sanitari presenti a quelli realmente necessari.
A Cavalese le mamme sono seguite fino alla 37 settimana (come previsto dal Percorso Nascita) da ostetriche la cui competenza professionale è realmente adeguata alle esigenze fisiche e psicologiche delle madri. Una competenza che garantisce all’Azienda Sanitaria la reale e concreta coerenza con quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità richiede.
Una coerenza in termini di sicurezza grazie anche al rapporto di piena fiducia con il personale sanitario preposto al percorso. Una fiducia e una vicinanza presente in valle ancor prima dell’ufficializzazione del Percorso Nascita.
Non si comprende invece come l’ Azienda Sanitaria Trentina possa privare, le madri, proprio nel momento del travaglio e del parto, di questa condizione psicologica ideale, imponendo loro di rapportarsi con persone poco conosciute se non del tutto estranee.
Non si mette in dubbio la competenza del personale “imposto” ma l’incoerenza di intenti fra il durante e le delicate fasi finali. La prescrizione dell’Oms di garantire un ambiente tranquillo, rispecchia la necessità di non attivare meccanismi di stress nella madre, perché liberano sostanze ed ormoni sfavorevoli all’ottimale svolgimento e progressione del travaglio e del parto. È inutile seminare bene in gravidanza, se poi nel momento fondamentale della nascita non si verificano quelle condizioni necessarie per impedire l’insorgenza anche di eventi anomali nella prosecuzione del travaglio e parto, causate da un andamento ormonale alterato dall’ansia della madre.
Incoraggiare la donna a identificare una persona di sua scelta che le garantisca un supporto continuo fisico e emozionale durante il travaglio e il parto se lo desidera
-
Purtroppo anche questa possibilità di avere vicino una persona scelta non ci è stata sempre garantita.
Si è partorito nella paura, nella solitudine, senza il proprio compagno accanto.
La distanza chilometrica dall’ospedale di Trento e la rapidità del parto hanno privato, più volte, la coppia genitoriale di una delle esperienze più intense e importanti della loro vita.
E soprattutto, anche in questo caso, i bisogni psicologici della mamma non sono stati rispettati.
Si raccomanda di non mettere la partoriente nella posizione dorsale litotomica
durante il travaglio e il parto. Si deve incoraggiare la donna a camminare
durante il travaglio, e ogni donna deve decidere liberamente quale posizione
adottare durante il parto.
70 Km su strade di montagna con livelli adrenalinici elevatissimi e immobilità forzata, non sembrano contemplare le suddette condizioni.
I dottori lo sanno (e lo sanno anche le mamme e le ostetriche ) che indispensabile risposta fisiologica al dolore, in fase di travaglio, è il movimento. Se manca, il dolore si trasforma in martirio e la sicurezza della donna e del bambino sono messe a rischio: solo assumendo le posizioni più antalgiche, e quindi quelle di minor compressione e resistenza, la mamma protegge se stessa da danni al bacino, al collo dell’utero e al perineo e il suo bambino da malposizioni ed eccessiva compressione della testa, diminuendone lo stress e i rischi di asfissia.
Non serve essere dei grandi esperti in neonatologia per capire che 70 Km in ambulanza o su mezzo proprio con viabilità stradale non prevedibile e tempo meteorologico talvolta avverso, legate su una barella o su un sedile anteriore di un automobile non sono condizioni adeguate alle esigenze psicofisiche di una donna in procinto di partorire.
Si sa che ciò che aiuta e favorisce un parto è ben altro: movimento libero, ambiente sedativo e intimo, sostegno del partner o altre persone famigliari, rispetto del ritmo individuale, stato d’animo fiducioso, rilassamento profondo nelle pause e tante e tante altre cose che a causa di un viaggio eccessivamente lungo e poco sicuro non possiamo più avere da troppo tempo.
Si raccomanda di controllare il battito cardiaco fetale attraverso auscultazione clinica sistematica frequente durante il primo stadio del travaglio
Il battito del cuore del bimbo e della madre che viaggiano su mezzi propri non sono monitorabili e su un’ ambulanza o in elicottero sono monitorabili ma non corrispondono a dati oggettivi. Lo stress provoca alti livelli adrenalinici e alti dosaggi degli ormoni dello stress nel sangue materno che provocano inevitabilmente elevate frequenze cardiache sia materne che fetali.
L’azienda sanitaria costringe migliaia di donne partorienti a percorrere più di 70 Km con mezzi propri, senza alcuna assistenza medica, per raggiungere gli ospedali di Trento o di Bolzano. Alla guida un compagno, il cui senso di responsabilità diventa un peso emotivo tale da mettere ulteriormente a rischio la vita della propria donna e del proprio figlio.
Durante il trasporto in ambulanza o in elicottero se si verifica una nascita, è garantita solo la presenza dell’ostetrica che può assistere ad un parto fisiologico, ma di fronte a gravi complicazioni non è sufficiente. Il ginecologo è assente…allora dove e come è garantita la sicurezza?
In queste settimane si è parlato di un programma di evoluzione dell’assistenza alla gravidanza che prevede una “completa” presa in carico fin dall’inizio della gestazione.
È evidente a tutti che non si può propriamente parlare di “completezza”.
La scienza ha ormai dimostrato quanto gli stati emotivi di una donna incinta possano avere un effetto sulla salute del bambino che durerà per tutta la vita.
L’incertezza e il disagio provati dopo la chiusura del Punto Nascita di Cavalese sono dati reali, ma purtroppo non contemplati da chi dice di voler proteggere le mamme.
Mancano ancora molti giorni alla “possibile riapertura”.
Nessuna donna deve più essere costretta ad accettare queste mancanze e soprattutto accettare di essere considerata solamente “un utero da trasportare al più presto” per far nascere “il prodotto del concepimento”.
Un figlio è un dono d’amore. Un amore che non può più essere sporcato da disagio , paura e insicurezza.
Denise Nones e tanta mamme e papà delle Valli di Fiemme Fassa Cembra
Bibliografia:
Linee guida National Institute for health and clinical excellance NICE UK
Antenatal care. Clinical guideline.
Linee guida ISS Italia gravidanza fisiologica aggiornamento 2011.
Scmidt Verena 2005 Venire al mondo dare alla luce. Percorsi di vita attraverso la nascita. Feltrinelli editore. Milano.
Questo articolo è già stato letto 86752 volte!