Una pianta dedicata ad Arturo Boninsegna nel parco “Angolo del pensiero”

Da il 20 novembre 2020
carpino arturo boninsegna a

In questi giorni ricorre il terzo anniversario della prematura scomparsa di un illustre e indimenticato predazzano, il prof. Arturo Boninsegna, la cui dipartita ha lasciato un grande vuoto anche nel mondo della cultura, e non solo in ambito locale.

Proprio a tale proposito vale la pena di ricordare che anche nei pressi di Padova vi è un sito dove il suo nome è abbinato ad una pianta di carpino che sta crescendo in un parco fluviale, dove è stato ricavato un ambiente naturale e incontaminato, denominato “Angolo del pensiero”, lungo il fiume Tergola, che, partendo dalle risorgive presso Cittadella, scorre attraverso il Comune di Vigonza per poi confluire nel Naviglio del Brenta e quindi sfociare a sud della laguna di Venezia.

In questo spazio, delimitato da una trentina di carpini, si arriva per una pista ciclo-pedonale sterrata e si può sostare per godere un po’ di fresco, allietati dal canto degli uccelli, ascoltando il lento fluire dell’acqua, immersi tra campi di girasoli e di mais a perdita d’occhio. Un posto veramente idilliaco, che invita alla lettura e alla meditazione! Un’oasi dove gli alberi sono dedicati a qualche amico o contrassegnati da un invito alla speranza, alla condivisione, al racconto delle proprie riflessioni sulla vita che continua o anche un semplice grazie: i carpini, simbolo di vitalità e freschezza, sono i veri protagonisti di incontri tra gli amanti della natura, accoglienti e ospitali verso i passanti che vogliono un po’ di ristoro per l’anima.

Come mai Arturo è arrivato qui? Grazie all’amicizia con il prof. Mauro Varotto, dell’Istituto di Geografia dell’Università di Padova: tra i due si era instaurata nel corso di parecchi anni una profonda collaborazione per l’approfondimento/ricerche su temi geografici, rivolti soprattutto alla salvaguardia, per es., delle “Terre Alte”, cioè di quei territori che rischiano lo spopolamento (su questo problema si è svolto a Predazzo un importante convegno, promosso in onore di Arturo proprio dal prof. Varotto a fine agosto dell’anno scorso, con la partecipazione di esponenti del CAI nazionale, della SAT e dell’Università di Padova e di Ferrara). A questo gruppo di lavoro Arturo aveva aderito fin dalla sua istituzione nel 1991, per contribuire con il proprio impegno alla rinascita della montagna, che deve “tornare a vivere”.

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Il nostro illustre concittadino, esperto in glottologia, appassionato ricercatore di toponimi e idronimi, ha potuto dare un suo valido contributo alla soluzione dell’origine del nome di quel fiume, trovando che Tergola deriva da una radice Indo Europea ter/tera/teri che significa sfregare, tritare ; poi attraverso il greco si passa a tana, cavità, buco, caverna; successivamente nel latino medioevale gorgo, fino al dialettale trossa, pozza d’acqua, La spiegazione da lui fornita è molto plausibile e convincente, certamente più di altre finora addotte.

Si deve, a questo punto, mettere in evidenza il suo appassionato contributo offerto alla Provincia di TN per la compilazione del Dizionario Toponomastico Trentino (consultabile on-line), un lavoro assai impegnativo portato avanti nel corso degli anni 1981-82, inteso a raccogliere tutti i nomi di località, di monti e corsi d’acqua presenti nei territori dei vari comuni del Trentino: per Predazzo si è impegnato proprio Arturo, nell’individuare i nomi sempre meno conosciuti dalle nuove generazioni, redigere una scrittura semplificata e una scrittura fonetica, fornire un’indicazione geografica e una descrizione sintetica del sito, infine dare la corretta pronuncia locale.

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Per restare nell’ambito locale, è appena il caso di ricordare prima di tutto lo studio del dialetto e dei mestieri a Predazzo, oggetto della sua tesi di laurea pubblicata poi nel 1980 dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina (MUCGT) di S. Michele all’Adige e ristampata nel 2003; sono seguiti nel corso degli anni numerosi articoli incentrati sulla Val di Fiemme, relativi ai nomi di luogo (toponimi), dei paesi, dei nuclei abitati minori, dei corsi d’acqua (idronimi) e dei gruppi montuosi (oronimi), ai carrettieri, ai mugnai e fornai, segherie e segantini, boscaioli, miniere e fabbri, fabbri ferrai, da lui preparati per essere pubblicati sul periodico della Magnifica Comunità di Fiemme; nonché altri lavori molto importanti ricordati dal prof. Italo Giordani in un articolo apparso il mese successivo alla sua morte, sul n. 4 – dicembre 2017, intitolato “Straordinaria eredità culturale del prof. Arturo Boninsegna”.

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Inoltre va messo in particolare evidenza il corposo capitolo I, La storia di Predazzo, per il volume La Regola Feudale di Predazzo (pagg. 16-97), frutto di ricerche archivistiche in Valle e a Trento, con riferimenti ad una ricca bibliografia di studiosi locali e in ambito provinciale (interessante il resoconto, tradotto dalla lingua inglese, di turisti provenienti dall’Inghilterra, richiamati dalla fama di cui le Dolomiti cominciavano a godere all’estero).

Un altro importante lavoro di Arturo dev’essere ricordato, cioè il capitolo intitolato L’assistenza infantile e la scuola materna dal 1850 al 1940, pubblicato nel volume dedicato al centenario di fondazione dell’Asilo Infantile di Predazzo, dal titolo Predazzo 1910-2010. Dall’asilo infantile alla scuola dell’infanzia. Quando la vita diventa futuro, (pagg. 23-111).

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Tra le numerose cariche da lui ricoperte per molti anni dev’essere menzionata quella di Presidente del Circolo Anziani e Pensionati: in questa qualità si è fatto promotore di alcuni incontri di amicizia tra i Comuni di Predazzo e di Salzano (VE), in ricordo degli anni ’50 (prima metà) quando tra le rispettive parrocchie (sotto il patrocinio dei Comuni) si è instaurato un forte rapporto di collaborazione, che ha portato all’istituzione di una colonia estiva montana, denominata Pio X, per bambini/-e provenienti da Salzano: uno di questi ex bambini, Busatto Antonio, insieme ad Arturo è riuscito ad organizzare più di un incontro tra le due comunità per rinsaldare il rapporto di amicizia risalente all’epoca in cui parroco di Predazzo è stato don G. Zorzi e di Salzano mons. Oddo Stocco, insignito dell’onorificenza di Giusto delle Nazioni per aver salvato, insieme ad alcune famiglie di S. Zenone degli Ezzelini, un gruppo di ebrei nel periodo dell’occupazione nazifascista.

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Per concludere, penso che non si possa lasciar cadere nel vuoto l’auspicio, formulato dal prof. Italo Giordani nell’articolo succitato, “che la famiglia voglia, in sua memoria, donare alla Magnifica Comunità di Fiemme la sua biblioteca ed i suoi manoscritti, perché possano essere catalogati e conservati in quell’Archivio, in un fondo apposito a lui intitolato… Sarebbe una forma appropriata di riconoscimento del suo valore culturale e di ringraziamento collettivo per le tante attività culturali svolte nel corso della sua vita” da ARTURO BONINSEGNA.

A cura di Michelangelo Boninsegna

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