Una storia di coraggio e solidarietà iniziata a Bellamonte nel 1943

Da il 4 febbraio 2020
destini incrociati predazzo

L’11 FEBBRAIO A PREDAZZO SI RACCONTA UNA STORIA DI CORAGGIO E SOLIDARIETÀ

Elena Albertini presenta in municipio il libro “Destini incrociati” 

Dopo l’interessante serata dedicata alle scritte dei pastori del 28 gennaio, prosegue la rassegna culturale “Predazzo storica – Il passato di un paese che guarda al futuro”, proposta dall’Amministrazione di Predazzo, in collaborazione con la biblioteca comunale, l’Apt di Fiemme e il Progetto Turismo condiviso con il comune di Ziano.

Martedì 11 febbraio Elena Albertini presenterà “Destini incrociati: una storia di coraggio e solidarietà in Trentino dopo l’8 settembre 1943”, libro edito da Curcu&Genovese.

La vicenda raccontata prende il via a Bellamonte, nel campo dove erano tenuti i prigionieri di guerra inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo l’armistizio, un temerario comandante, Remo Albertini (padre dell’autrice), decise di aiutare i detenuti a raggiungere zone più sicure per sottrarli alla cattura dei nazisti.

Oltre che attraverso alcuni documenti ingialliti scoperti dopo la morte del padre, l’autrice ha ricostruito la vicenda grazie al contributo di alcuni abitanti di Predazzo e Bellamonte, tra cui soprattutto Lucia Dezulian e il compianto Rinaldo Varesco.

«Tutto ha inizio il 10 agosto 1943 quando il stn. Remo Albertini – racconta l’autrice nel libro che in copertina riporta un acquerello su carta di Enzo Da Costa – assume la carica di Comandante del reparto vigilanza dei prigionieri di guerra inglesi detenuti nel Campo di Bellamonte, Comune di Predazzo. Non ha ancora ventitré anni ma ha già sperimentato gli orrori della guerra in prima linea in Albania, quando per il ferimento del proprio comandante si vedrà costretto a farsi carico del suo battaglione appena ventenne.

A causa della morte del fratello Romano a Sollum nel 1941, è richiamato ed assegnato a compiti di comando prima ad Avio e poi a Bellamonte. E’ appena arrivato nella nuova e fatiscente struttura che la situazione precipitava. L’8 settembre era reso pubblico l’armistizio sottoscritto dal capo del Governo Badoglio con le forze alleate, scatenando la reazione della Germania e l’occupazione nazista del Trentino Alto Adige. Era il caos. Anche nel Campo di Bellamonte le ripercussioni sono fortissime tanto che tutti abbandonano le proprie postazioni e a custodia dei prigionieri inglesi rimangono il stn. Albertini e 4 soldati.

Con un atto di coraggio il comandante parlava ai prigionieri, prendendosi la responsabilità di portarli oltre il passo Colbricon verso la valle di Primiero nel tentativo di sottrarli alla cattura dei nazisti e offrire loro una possibilità di fuga verso il Veneto e le truppe alleate». Quello che accadde è raccontato nel libro “Destini incrociati”, di Elena Albertini, ed .Curcugenovese, ricostruzione resa possibile dalla scoperta, appunto, del diario scritto dal padre Remo a ridosso di quei tragici momenti.

Ma il libro ha il volto anche di una donna straordinaria Maria Broch che abitante a Sagron Mis, i primi di gennaio del ’44 accoglieva nella propria povera dimora tre di questi prigionieri in cerca di riparo e cibo. Pagherà con la prigione nel lager di Aichach questo suo gesto di generosità, ritornando stremata nel corpo e nell’anima alla fine della guerra dai suoi due piccoli bambini.

Elena Albertini al mattino incontrerà anche gli studenti dell’istituto “La Rosa Bianca” di Predazzo per condividere con loro questa storia di coraggio e solidarietà, come recita il titolo stesso del libro, poco conosciuta anche dalla gente del posto.

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