Magnifica Comunità di Fiemme, bisogna riavvicinare i Vicini.

Da il 23 dicembre 2010

%name Magnifica Comunità di Fiemme, bisogna riavvicinare i Vicini.Perché i «Vicini» della Magnifica Comunità di Fiemme si stanno allontanando dal loro ente storico più rappresentativo? È la domanda che sorge spontanea dopo le elezioni di domenica scorsa, che hanno registrato un’affluenza pari soltanto al 44% degli eventi diritto, quasi otto punti percentuali in meno rispetto al 51,73% del 2006. Una disaffezione che cresce, che preoccupa e che deve invitare a riflettere. E sarà questo uno dei compiti più importanti del nuovo Consiglio dei Regolani e del nuovo Comun Generale.

Intanto i «Vicini» si interrogano e cercano di dare delle risposte. Ne abbiamo sentiti alcuni, tra i più rappresentativi della valle, personaggi di consolidata esperienza. Claudio Betta , già consigliere, assessore e vicepresidente della giunta provinciale, come al solito non ha peli sulla lingua. «Penso» dice «che purtroppo, da diversi anni a questa parte, ci sono degli amministratori non all’altezza, anche se un po’ di colpa è anche dei Vicini, che sembrano interessati soltanto al diritto di legnatico. Ma, al di là di questo, la Comunità è una azienda di produzione e commercializzazione del legname e per questo deve assumere un direttore di qualità, pagarlo quanto dovuto e, a fine anno, se non rende, cambiarlo. I regolani devono soltanto occuparsi di difendere i diritti dei Vicini. Va anche detto che non si è mai pensato ad iniziative in grado di coinvolgere la gente e non è stata fatta alcuna azione capillare nei confronti dei giovani per far loro capire l’importanza di questo ente, molto maggiore rispetto alla neonata Comunità di valle. Sarebbe anche fondamentale, a mio avviso, che ogni candidato regolano presentasse lo stesso programma in tutte le Regole. Invece ciascuno pensa al proprio orticello e si perdono di vista i problemi comuni. Da anni, suggerisco inoltre di sistemare all’entrata del territorio comunitario dei cartelli in legno con poche note di benvenuto, ma non si fa, forse solo perché lo propongo io. Bisogna cambiare registro e per gestire certe tematiche occorre gente preparata».

«La Magnifica» commenta l’ex Scario (dal 1975 al 1988) Italo Craffonara «sul piano politico ha indubbiamente perso di importanza e la sua immagine, negli ultimi dieci anni, si è un tantino sfocata, malgrado abbia fatto anche delle cose significative, come per esempio la ristrutturazione dello storico Palazzo della sede. Da vecchio Scario, memore di una storia bellissima, credo sia indispensabile pensare ad una svolta. Le possibilità ci sono, da parte dei nuovi eletti nei quali ho fiducia. Un ente come questo, in possesso di un patrimonio eccezionale, saprà sicuramente fare le scelte giuste, anche per il rilancio della segheria, uno dei problemi più importanti di oggi. Già ai miei anni, avevamo progettato un percorso che prevedeva delle possibili combinazioni produttive con i settori industriali, per individuare soluzioni interessanti. Non è stato concretizzato per una serie di circostanze che non sto a ricordare, ma, secondo me, è un ragionamento che va ripreso». «Uno dei punti fondamentali del mio programma, nel 2006, era la volontà di riavvicinare i Vicini all’ente» ricorda Raffaele Zancanella , ex Scario, da poche settimane presidente della Comunità Territoriale. «giovani, che la Magnifica Comunità la conoscono poco. Gli argomenti sui quali riflettere sono quindi più di uno e li ho anche esplicitati in una lettera che ho inviato in questi giorni allo Scario».

L’Adige

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