PREDAZZO – Dopo anni di incontri, approfondimenti e progettazioni, sono partiti nelle scorse settimane i lavori di consolidamento strutturale e di recupero di Forte Dossaccio, situato in vetta all’omonimo monte che domina la valle del Travignolo nei pressi di Paneveggio.
Per adesso si tratta di una fase preliminare, con prove materiali, prove di isolanti e messa in sicurezza del terreno circostante, in vista della attivazione
vera e propria del cantiere. Il progetto è della Provincia, ma la regia è affidata all’Ufficio Tecnico del Comune di Predazzo, affiancato dall’impegno diretto del nuovo assessore alla cultura Lucio Dellasega , tra l’altro appassionato della materia e già protagonista di numerosi sopralluoghi in zona. Una linea di difesa che doveva impedire il passaggio delle colonne nemiche attraverso due importanti vie di comunicazione, da una parte la strada che dalla valle del Cordevole giungeva a Moena attraverso il passo San Pellegrino e dall’altra la strada Fonzaso-Val Cismon-Passo Rolle-Predazzo. Era l’idea studiata, nel 1883, da Julius Vogl , capo del Genio di Innsbruck, allo scopo di sbarrare gli accessi alle valli di Fiemme e Fassa. Nel primo caso, fu confermata la proposta di un forte nei pressi di Someda, allo sbocco della Val San Pellegrino. Nel secondo, il punto più strategico venne individuato appunto nei pressi di Paneveggio, sullo sperone roccioso del monte Dossaccio, da dove era facilmente controllabile la strada che da Rolle scendeva verso Predazzo. Da qui l’idea di realizzare un forte permanente, oltre ad uno sbarramento stradale in località «Buso». Il forte fu progettato secondo le soluzioni architettoniche di quella particolare tipologia di fortificazioni permanenti che, dal nome del suo ideatore, venne identificata
come «stile Vogl». La costruzione ebbe inizio nel luglio del 1890 ed i lavori furono affidati a numerose ditte di Predazzo. L’opera, almeno per quanto riguardava le strutture principali (murature, rifiniture interne, serramenti ed arredamenti), fu ultimata nel 1895, anche se ulteriori lavori (cupole osservatorio, postazioni corazzate) vennero portati avanti negli anni seguenti. Il forte è poi diventato col tempo un ammasso di ruderi, dimenticato per decenni, fino a quando, alcuni anni fa, è nata l’idea di un suo radicale recupero, per valorizzarne la storia sia in chiave culturale che sotto il profilo turistico. Gli intendimenti della Soprintendenza per i Beni Architettonici e dell’Ufficio Beni monumentali e architettonici della Provincia, autorevolmente rappresentanti da Sandro Flaim e Michela Cunaccia (già saliti più volte in sopralluogo) sono infatti quelli di definire un utilizzo che ne rispetti la storia, in tutte le sue molteplici valenze, e nel contempo diventi meta dei visitatori che vogliono cogliere la memoria di un passato da non dimenticare. Il progetto (firmato dall’architetto Paolo Faccio )
prevede la definizione di spazi legati al museo della Grande Guerra, con specifiche aree dedicate all’esposizione di oggetti della memoria, al recupero degli storici percorsi interni, legati all’originale fruizione degli spazi, alla realizzazione di mostre temporanee a tema e di spazi di supporto ad eventuali rappresentazioni teatrali. La vocazione teatrale dell’edificio troverà conferma in tre aree espositive al piano terra, zona est, mentre la funzionalità del forte sarà completata da spazi di servizio, da un ingresso biglietteria, da un book shop e da un piccolo punto di ristoro. Al primo livello è prevista una piccola mediateca di lettura, mentre all’esterno sarà realizzato un sistema di percorsi per connettere al meglio il manufatto con il territorio circostante, anche attraverso una passerella di accesso al vallo ad est. Nel capitolato d’appalto non c’è l’isolazione del tetto, anche se l’assessore Dellasega ha avuto da Flaim ampie assicurazioni che l’intervento si farà. Anche per comprensibili ragioni di sicurezza. Per lo stesso motivo, saranno completamente rifatti il muro di contenimento e lo sperone a sud del forte. Costo totale dell’opera, circa un milione di euro. Tempo previsto per la conclusione dei lavori, non meno di tre anni. Ma la premesse per un futuro di straordinario interesse ci sono tutte.
Mario Felicetti
Nel periodo bellico la valle di Primiero si trovò, infatti, in prima linea: italiani e austriaci si affrontarono sul Cauriol e sul Colbricon.
Il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino è impegnato sul piano della ricerca e del recupero della storia e dei luoghi che furono teatro degli eventi di guerra.
All’interno delle proprie attività il Parco è impegnato in un progetto speciale denominato “Itinerario della Grande guerra”.
Il progetto prevede l’allestimento di un sentiero che colleghi i luoghi dove la guerra ha lasciato i suoi segni e che oggi ricadono all’interno del parco.
Le finalità principali sono, quindi, la promozione della memoria e la valorizzazione del territorio, in particolare dei siti legati a quell’avvenimento storico.
Un museo all’aperto con una serie di itinerari di visita a trincee, camminamenti e postazioni che avrà come baricentro e fulcro principale il Forte Dossaccio, posto a 1838 metri, nei pressi di Paneveggio.
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