Alle 18.30, sotto il solito acquazzone predazzano, "quella sagoma dell'Alessandro" ha raccontato alla sua spassosissima…
Comunicato stampa Transdolomites.
La notizia risale a giovedì 27 ottobre ed è stata pubblicata sul quotidiano Alto Adige nella cronaca della Val Gardena.
Gli amministratori comunali gardenesi stanno facendo pressing sulla Provincia Autonoma di Bolzano per ripristinare la linea ferroviaria in Val Gardena soppressa agli inizi degli anni sessanta. Il tracciato è stato inserito nel Masterplan elaborato assieme all’Accademia Europea di Bolzano e Provincia ed i cinque comuni interessati ( Ortisei, Selva , Santa Cristina, Castelrotto e Laion). L’importante documento dovrebbe essere approvato prossimamente in un’unica seduta.
Ferrovia considerata una priorità nel medio – lungo periodo per le necessità dei residenti e dei turisti, perché in Gardena la convinzione è che la ferrovia sia il futuro della mobilità soprattutto in una valle lunga e stretta quale è essa. Un’opera per la quale i gardenesi non nascondono si tratti di una spesa impegnativa, ma sicuramente una investimento che vale la pena fare e già si pensa al coinvolgimento dei privati nel reperimento dei soldi.
Nel frattempo è chiaro un altro compito da rispettare , ossia lasciare libero il tracciato interessato dal passaggio della ferrovia inserendolo nel puc dei cinque comuni.
Ma la visione della Val Gardena non si ferma solo a questo traguardo. Eugen Hofer, Sindaco di Santa Cristina ha dichiarato che ciò che servirà a lungo termine sarà il collegamento ferroviario con Corvara in Val badia e Canazei in Val di Fassa. Come?: pensando ad un tunnel ferroviario sotto il passo Sella.
Questa è la cronaca che ci giunge dalla vicina della Val Gardena . Ora spostiamoci nelle valli dell’Avisio e vediamo di trarre le dovute riflessioni.
La prima: sono alcuni anni che Transdolmites propone i convegni dedicati alla mobilità ed alcuni di essi hanno avuto come tema il trasporto ferroviario in ambito dolomitico. C’è chi va dicendo che i convegni non servono a niente o che ne sono fatti anche troppi. Queste affermazioni le condivido perché troppo spesso ci siamo rivolti ad una platea che troppo spesso ha dimostrato di essere sorda agli imput che sono giunti dai convegni. Una platea tanto distratta da non avere nemmeno recepito l’avvertimento che in più occasioni ho espresso; state attenti che il mondo attorno a noi ci sta ascoltando e ciò che per le valli dell’Avisio appare solo come teoria o utopie, per i confinanti appare come la soluzione dei problemi. Come dimostra ora la Val Gardena, Ortisei da qualche anno ha già operativo un distributore di metano per autotrazione ed oggi sta vagliando ben tre progetti per la ferrovia.
Questa primavera sono stato informato della posizione dei sindaci gardenesi i quali hanno hanno detto; “sul tema della ferrovia in val di Fassa sono più avanti di noi. Dobbiamo muoverci”. Detto e fatto.
Ma quei sindaci lo sanno che dal 2009 da quando dei privati cittadini hanno messo le mani nelle proprie tasche per proporre una idea progettuale per la ferrovia delle valli dell’Avisio, da allora tutti i sindaci fassani e quelli della Val di Cembra hanno messo la testa nella sabbia come gli struzzi e non hanno avuto ancora il coraggio ti estrarla? E che mentre in Val di Fiemme e Cembra comunque Transdolomites ha avuto l’occasione di presentare tale idea alla Conferenza dei Sindaci delle citate valli, in Fassa ciò non è ancora avvenuto?
Ebbene , mentre in Gardena tutti i sindaci sono uniti nel fare pressione per la ferrovia, in Fassa c’è stato un sindaco che detto che quelle di Transdoloimites sono chiacchiere !!!!!! Ma i fatti chi li deve fare ????
Si considera un successo l’obiettivo delle circonvallazioni per Campitello, Canazei e Pozza. Opere di cui non si nega la necessità. Ma in Gardena da tempo hanno capito che le circonvallazioni non bastano. Serve un’altra soluzione. Una lezione che in Fassa ci si ostenta a non imparare malgrado la lettera aperta che nei mesi scorsi avevo inviato a tutti i sindaci fassani facevo notare che nel mentre si ragiona delle circonvallazioni, da subito si deve ragionare anche di ferrovia per poter inserire il tracciato ferroviario nel territorio vallivo perché la progettazione delle circonvallazioni e della ferrovia devono procedere assieme.
Questo metodo permetterebbe di poter avere in un periodo molto ragionevole le circonvallazioni e la ferrovia in esercizio e recuperare in questo modo un ritardo strutturale decennale rispetto ad altri territori come ad esempio la vicina Val Pusteria.
Come parlare al vento. Il percorso ad oggi scelto in valle è quello di attendere la realizzazione delle circonvallazioni per poi decidere il da farsi sulla ferrovia o atre soluzioni. Ciò vorrà dire per la valle attendere il 2030 per pensare di essere competitivi turisticamente nel 2040 e magari allora accorgersi che nel frattempo le circonvallazioni realizzate non sono più rispondenti ai reali bisogni della valle. Una cosa inconcepibile.!!!!!
Questo modo di operare significa rinunciare a farsi carico dei reali problemi dei residenti, continuare a scaricare sulle famiglie e sulle aziende locali in costi sempre più pesanti della mobilità e dunque rendere la valle sempre meno competitiva . Fassa, Fiemme e Cembra hanno un bisogno estremo di servizi per ridare fiato alle famiglie ed a una economia che rischia una pericolosa regressione oltre che una coraggioso recupero della qualità della vita. Quello della mobilità e dell’energia sono le sfide che in primis Fassa affrontare con determinazione perché questi sono i grandi problemi che l’assillano e non certo il scornarsi per capire se Moena è terra ladina o meno, oppure sognare il gonfalone del Comun General. Usciamo ben in fretta dal mondo delle ideologie perché altri territori tra cui anche la vicina provincia di Belluno guardano con convinzione alla soluzione di ben altri problemi
In conclusione è inevitabile che il mio pensiero non vada al tema della Marcialonga per la quale anziché riflettere sulle opportunità che deriverebbero a Marcialonga da un servizio ferroviario dedicato a quella manifestazione, si usa Marcialonga per boicottare il futuro della valli di Fassa e Fiemme come se essa fosse la loro priorità. Nossignori, la priorità di queste comunità sono i trasporti per 365 giorni all’anno e non una manifestazione sportiva che dura un giorno.
Quello della mobilità è stato un carro su cui in questi tempi molti son saliti per puro opportunismo , quel carro che negli anni passati altri hanno tirato. Ecco allora che non solo in Val di fassa ma anche in Val di Cembra quello della mobilità è stato un tema giustamente dominante nella campagna elettorale per le comunità di valle . ma i candidati che hanno fatto proprio questo tema, salvo qualche eccezione, che fine hanno fatto? Si sono nascosti, hanno rinunciato a battersi per l’occasione storica della loro valle.
Questi sono i costi della politica, di una politica senza idee e senza coraggio!!!!!!!!
I mie complimenti allora alla Val Gardena, ai loro amministratori che hanno dimostrato identità, coraggio politico e concretezza. Altro che le chimere degli autobus a idrogeno.
Altrettanto doverosi i miei complimenti nei confronti di Fabio Vanzetta , Sindaco di Ziano, per avere da subito creduto in quello che stiamo facendo e per non essersi mai tirato indietro. Gli dico di non demoralizzarsi se molti suoi colleghi sindaci non hanno saputo dare seguito alla mozione sulla ferrovia promossa dal Consiglio Comunale di Ziano. I cambiamenti partono sempre dalla spinta di una minoranza e che il prossimo obiettivo da cogliere è di dare sostanza allo studio Qnex sviluppandolo sempre più coinvolgendo i territori in questo percorso.
Nel concludere , poiché anche nelle recenti iniziative di Transdolomites i cittadini hanno chiesto di firmare la petizione per la ferrovia dell’Avisio dico questo; se i valligiani di Fassa, Fiemme e Cembra credete c he la ferrovia possa essere il futuro delle vostre valli allora recatevi nei Vostri Municipi e in massa chiedete di firmare . Ed alle categorie economiche forti e potenti nelle valli e in provincia che condividono questa prospettiva dico che è ora di svegliarsi e di alzare la voce . Non state alla finestra ad attendere che un gruppo di cittadini volenterosi risolva i problemi che sono di tutti.
Massimo Girardi
Presidente di Transdolomites Vigo di Fassa, 30 ottobre 2011
Gardena, tre progetti per il trenino
Il tracciato sarà inserito nel Masterplan: i costi vanno da160 a500 milioni
di Massimiliano Bona
ORTISEI. Pressing degli amministratori comunali gardenesi sulla Provincia per il ripristino della linea ferroviaria in val Gardena, soppressa all’inizio degli anni Sessanta. Il collegamento da Plan, nel Comune di Selva, a Ponte Gardena ha costi quasi proibitivi (da 160 a 500 milioni di euro, a seconda del tracciato), ma è considerato un must, per il medio-lungo periodo, soprattutto in chiave turistica. In alta stagione, nei weekend dei mesi invernali, si formano code chilometriche fino al casello di Chiusa dell’A22. «Il tracciato – spiega il sindaco di Ortisei Ewald Moroder – è stato inserito nel Masterplan elaborato assieme ad Eurac e Provincia e i cinque Comuni interessati (Ortisei, Selva, Santa Cristina, Castelrotto e Laion) dovrebbero approvare l’importante documento in un’unica seduta. Ci crediamo, eccome. Non si tratta, come molti pensano, di una lontana chimera. Il treno è il futuro della mobilità, specie in una vallata lunga e stretta come la nostra. I soldi? Potrebbero arrivare anche grazie all’aiuto di sponsor privati». I TRE PROGETTI. Finora sono tre i progetti – diversi fra loro sia come costi che come tracciato – per la nuova linea ferroviaria in val Gardena. «Il più completo – spiega il sindaco di Santa Cristina Eugen Hofer – è forse quello della Eut di Georg Fischnaller che prevede la partenza a Plan e l’arrivo a Ponte Gardena, poi c’è quello dell’architetto Thomas Demetz con tappe intermedie a Castelrotto, Siusi e Fiè e infine quello di Helmuth Moroder, propenso invece a fare innanzitutto il tratto tra Plan e Pontives. Ritengo peraltro quest’ultima ipotesi riduttiva, perché non risolverebbe il problema. In un secondo tempo dovremo prendere necessariamente in considerazione anche i collegamenti con Corvara e Canazei. I costi non sono trascurabili, ma non ritengo si tratti di un ostacolo insormontabile. Nel frattempo – non appena la Provincia approverà una norma che attribuisce valore sovracomunale ai Masterplan – dovremo lasciare libero tutto il tracciato interessato dal passaggio del trenino e inserirlo nei Puc dei cinque Comuni. Sarà il primo passo significativo». Stefan Leiter, sindaco di Laion, ritiene che si tratterebbe di denaro ben speso. «A guadagnarne, oltre alla mobilità, sarebbe la qualità della vita di tutti i residenti nella zona. Per quanto attiene il tracciato mi piacerebbe che venisse presa in considerazione l’idea di passare per il paese di Laion». IL VECCHIO TRENINO. Il trenino gardenese, che collegava Chiusa a Plan, fece il suo primo viaggio 95 anni fa, nel febbraio 1916, e funzionò fino al maggio 1960, quando fu soppresso per gli ingenti costi che avrebbero caratterizzato l’ammodernamento del tracciato. Fu costruito dagli austriaci per portare materiale al fronte sulle Dolomiti. Dopo la guerra il trenino passò alle ferrovie italiane, che lo gestirono fino al 1960.
27 ottobre 2011
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Alto Adige 27,ottobre 2011
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