Aiuti alle famiglie, ecco il piano del governo con bonus per i redditi fino a 22mila euro

Da il 30 novembre 2008

famiglia Aiuti alle famiglie, ecco il piano del governo con bonus per i redditi fino a 22mila euroE’ stato presentato dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il piano deciso dal Governo per cercare di far ripartire l’economia

Sono le famiglie numerose e a basso reddito quelle che avvertono con maggiore disagio il peso della congiuntura sfavorevole. Per sostenerle è previsto uno sconto sensibile sulle bollette di luce e gas. La bozza del provvedimento è stata già preparata e può contare su una copertura di 800 milioni di euro. Il ”bonus gas” sarà operativo entro due mesi. Il “bonus elettricità”, già introdotto quest’anno, sarà esteso al 2009 e consentirà di tagliare, con effetto retroattivo, le bollette dal gennaio 2008 in poi. Per le famiglie in cui ci saranno nuovi nati è previsto il “bonus bebé”, un prestito di 5.000 euro al tasso agevolato del 4%.

La chiamano Carta degli acquisti, ma è la “vecchia” Social card, quella di cui si parlava gia all’epoca della Robin Tax, a giugno, ma che è stata presentata soltanto stamattina a Palazzo Chigi dai ministri Tremonti e Sacconi e dal sottosegretario Bonaiuti.
Sarà riservata a quelli che il ministro Sacconi ha chiamato “gli ultimi degli ultimi”, quelli che non sono rappresentati ai tavoli di concertazione. E la distribuzione della tesserina, in tutto e per tutto simile a un bancomat, ma rigorosamente anonima, avverrà attraverso le Poste.
L’avvio non sarà semplicissimo. Infatti lo stesso ministro Tremonti ha parlato di un esordio “in progress”, anche perché sulla carta potrebbero essere cumulati anche sconti offerti da varie catene commerciali e distributive o, in futuro, somme derivanti da offerte “caritatevoli”.
Tremonti ha rigettato il sospetto che si tratti di “capitalismo compassionevole” e ha rivendicato l’utilità dell’intervento per un milione e 300.000 cittadini, che costerà in tutto 450 milioni di euro.

Finora il grosso lo pagano Eni ed Enel
Di questi 450 milioni, da quanto si è capito, soli 170 milioni escono direttamente dalle Casse dello Stato. Eni ed Enel contribuiscono, con 250 milioni di euro, con l’Eni che si addossa il grosso della cifra (200 milioni). Al momento non c’è un finanziamento per tutto il 2009, ma Tremonti ha assicurato che sarà “progressivamente” finanziata. Anche in Francia, ha sottolineato il ministro dell’Economia, la Card è stata finanziata con il contributo delle società energetiche. Il ministro dell’Economia pensa in futuro di attingere anche dai “conti dormienti”, che ognuno tira in ballo a piacimento, sperando di trarne dei soldi.

5% di sconto dalla grande distribuzione
Da quanto si è capito anche la distribuzione, sia grande che piccola, potrà dare il suo contributo con sconti del 5% sugli acquisti.La card, inoltre, servirà anche per accedere alle tariffe sociali di Enel ed Eni.
Anonima, ma affidabile a parenti

Come detto dal ministro Tremonti, la Card è anonima, ma lo stesso ministro ha chiarito che – proprio perché non nominativa – potrà anche essere affidata a un amico o a un parente per fargli fare la spesa o pagare le bollette di luce e gas. Il ministro Sacconi ha poi spiegato che il governo considera la Card una “infrastruttura”, sulla quale poter appoggiare in futuro anche altre attività “solidali”.

300.000 lettere già spedite
Trecentomila lettere, estratte dagli archivi, sono state recapitate dalle Poste italiane tra ieri e oggi. Altre 150.000 lettere al giorno saranno consegnat nei prossimi giorni, per arrivare al milione e 300mila previsto. Chi riceverà la lettera potrà recarsi in un qualunque sportello postale per richiedere la tessera e ricevere le istruzioni per utilizzarla.

Quanto a quanti?
Il “target” sembra già definito. Si tratta di un “bancomat” che inizialmente sarà caricato con 120 euro e potrà essere ritirato dagli aventi diritto entro dicembre. Ma nessuno degli interessati s’illuda di poter usufruire tutti i mesi di 120 euro. La cifra, infatti, si raggiunge sommando tre rate da 40 euro (quelle di ottobre, novembre e dicembre 2008). Da gennaio 2009 la “ricarica” scenderà immediatamente: sulla tesserina si riceveranno 80 euro ogni 2 mesi.
Il “bancomat” si potrà usare per gli acquisti alimentari e per pagare le bollette. E sugli alimentari è già scattato l’allarme delle grandi catene di distribuzione. La “tesserina”, infatti, non è ancora in circolazione, ma dovrà essere compatible col software delle casse dei supermercati, altrimenti “non passerà” e non riuscirà ad effetturare i pagamenti.

Chi ne avrà diritto
La platea degli italiani interessati non supera il milione e duecentomila. Avranno diritto alla carta degli acquisti, infatti, i cittadini “over 65” anni e le famiglie con bambini da zero a 3 anni, che hanno in proprietà una sola casa, ma hanno un Isee (è l’indice cumulativo del reddito familiare, diverso – comunque – da quello della dichiarazione dei redditi) non superiore a 6.000 euro. L’indice può salire a 8.000 per i pensionati che hanno superato i 70 anni. Lo Stato già conosce i nome degli aventi diritto, che riceveranno una lettera con tutte le istruzioni necessarie a ritirare il bancomat. Ma non è escluso – hanno spiegato i ministri – che altri cittadini rientrino nella platea dei beneficiari. Per questi la possibilità di richiedere la card automaticamente.

Il bonus famiglia
Diversa, invece, è la questione del “bonus famiglia” che dovrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri di venerdì prossimo. Il “bonus” è tra i 150 e gli 800 euro e dovrebbe arrivare “in contanti” a chi ne ha diritto prima di Natale, in modo da far lievitare gli acquisti e dare un po’ di respiro sia alle famiglie che alle imprese. Il bonus dovrebbe essere spedito, sotto forma di assegno postale, alle famiglie e ai pensionati che hanno un reddito sotto i 20.000 euro. Per stabilire il “quantum”, cioè la cifra a cui ogni nucleo ha diritto, sono previste tre fasce di reddito che si intersecano con il “quoziente familiare”, cioè con il numero dei figli e dei familiari a carico.

I dubbi di Angeletti
Ma qui, prima del Consiglio dei ministri, dovra avvenire un ulteriore “dosaggio”, perché c’è chi – come il segretario dell’Uil, Luigi Angeletti – nel corso dell’ultimo incontro a Palazzo Chigi ha contestato che l’accesso a queso fondo sia possibile solo sulla base delle dichiarazioni dei redditi. In pratica Angeletti lo vorrebbe esclusivamente per i lavoratori dipendenti, “dubitando” dei redditi dichiarati dai lavoratori autonomi e dai professionisti. Ma è difficile che il governo, in così poco tempo, possa effettuare questo screening. È probabile, quindi, che il bonus sarà esteso a tutti coloro che rientrano nei parametri che verranno stabiliti.

Un bonus famiglie in versione cash più robusto: da un minimo di 200 euro a un massimo di 1.000 euro. Che potrebbe arrivare direttamente a casa prima di Natale con un assegno postale. E di cui beneficerà una platea più vasta di quella ipotizzata nei giorni scorsi: tutti i nuclei, oltre che con figli, con lavoratori dipendenti e pensionati con un reddito fino a 22mila euro annui (e non più 20mila euro), per un costo complessivo di quasi 2,5 miliardi. La decisione di rendere ancora più incisivo il pacchetto famiglie viene alla fine di un vertice interministeriale di tre ore a Palazzo Chigi, con quasi tutti i ministri presenti, in primis Giulio Tremonti, ma al quale non ha partecipato Silvio Berlusconi, che ha spiegato di essersi trattenuto a Milano per alcuni impegni già fissati. Il premier poi in tarda serata, dopo essere rientrato a Palazzo Grazioli, ha incontrato Tremonti per mettere a punto gli ultimi dettagli del piano che sarà varato oggi dal Consiglio dei ministri con un decreto.

Tuttavia diverse misure, da quelle sul Fas a quelle su sanità e, forse, banche, potrebbero slittare o essere convogliate su altri provvedimenti. Niente da fare per la detassazione delle tredicesime sulla quale puntava il premier. La linea del rigore imposta da Tremonti ha avuto il sopravvento, anche se la scelta di potenziare il bonus estendendone la platea per toccare almeno la fascia bassa del ceto medio, o quanto meno dei lavoratori dipendenti e pensionati, suona come una sorta di compromesso. E anche come un tentativo di risposta alle critiche del Pd e della Cgil. «Avrei voluto intervenire sulle tredicesime – dice il premier in serata – ma con i fondi a disposizione l’incidenza era minima. Credo – aggiunge – che si procederà con il bonus per le famiglie. Non si può fare ciò che si vorrebbe non avendo disponibilità», conclude.

L’ultima versione del piano, nuovamente illustrato nel tardo pomeriggio a Regioni ed enti locali, include anche l’irrobustimento della dote per gli ammortizzatori, che lievita a quota 1,2 miliardi di euro con il ricorso a strumenti di sostegno anche per atipici e precari in forma una tantum. Previsti diversi interventi fiscali come lo “sconto” Irap del 10% ai fini Ires per le imprese, l’Iva per cassa (la cui operatività sarà vincolata all’ok della Ue), e il taglio di tre punti degli acconti di novembre di Irpef e Ires. Non sono comunque escluse novità dell’ultima ora.

 

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